La “cattiva” Tv di Siena-Milano è solo un caso?

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Il big-match del campionato ha riproposto il modello Anni ’70,  converrebbe parlarsi e stabilire un format comune.

Come per un buon vino i giudizi vanno fatti decantare, sopratutto quando, di primo acchito, la tentazione sarebbe di sparare ad alzo zero. É facile capire che mi riferisco alla partita più importante di questa giornata, Siena vs Milano, giustamente selezionata per il posticipo televisivo e ingiustamente maltrattata in video ed in audio.

Ricordate che scrivevo di un miglioramento su standard accettabili da parte delle partite mandate in onda da RaiSport? Ecco, vedendo questa partita potete cancellare quasi tutto: persino Coach Michelini che fa da trait d’union nel turnover di registi/conduttori/bordocampisti non si é espresso con la solita capacità narrativa…

La regia mi é sembrata oltre che slegata, disattenta sia a quello che capitava in campo che a quello che veniva raccontato, quasi come se i cameraman non sapessero se e quando sarebbero andati in onda. Primi piani a casaccio, replay a volte mandati dopo i canestri, modello anni ’70 a rischio di “bersi” quelli successivi e via continuando.

Una domanda mi frulla in capo: ma é così difficile parlarsi, tra tutti i registi coinvolti , e stabilire un format comune ? Attenzione, non voglio togliere la libertà di scelta (che é alla base della professione di regista) ma codificarne i canoni. Cose che si possono/devono fare e cose da non fare mai, fare in modo che anche chi guarda sappia cosa aspettarsi e quindi vedere.

Considerato che é anche la mia professione e mi rendo conto che siamo tutti convinti che le nostre scelte siano sempre quelle giuste e le migliori: abbassiamo  l’asticella, mettiamo le nostre idee in comune: in questo momento in cui la condivisione é la parola d’ordine, é l’unico modo in un momento in cui i budget riducono sempre più i margini di lavoro, di cercare di migliorare i prodotti.

E dall’altra parte, quella narrativa dei giornalisti e dei commentatori, bisognerebbe imparare a riascoltarsi in modo critico, capire dove si sbaglia in quello che si dice e come lo si dice. Capire cosa tener buono nel modo di raccontare e cosa no. La voce é anche uno strumento oltre che il mezzo principe per comunicare, uno strumento che va accordato, studiato con attenzione e sempre migliorato.

Speriamo sia stato solo uno scivolone temporaneo, sia per il video che per l’audio, sennó dovremmo ricominciare daccapo…

Giancarlo Fercioni – Regista Tv

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