Redde rationem per il basket della TV

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Si sparano le ultime cartucce, salotti e doppia conduzione: è come arrivare a fine mese con i soldi contati. Ormai siamo alla resa dei conti o al conto della resa: quello che intendo é che sia sportivamente che televisivamente stiamo per chiudere la stagione e come nelle partite gli allenatori si limitano a fare aggiustamenti tecnici lasciando che sia la volontà e l’energia residua dei giocatori a fare il resto, cosí in televisione si sparano le cartucce rimanenti.

Magari mischiando un pò le carte in tavola ( anche se sono novità solo per la rete che le manda in onda), inventandosi salotti prepartita, doppia conduzione e interventi da bordo campo. L’unico neo in mezzo a questo rutilare di interventi é che la persona che deve cucire tutto questo per mandarlo in onda, cioé il regista, lo fa con la stessa dotazione di telecamere, o quasi, ( ci sono due microcamere sui canestri in più) della regular season e, per fortuna, qualche canale per i replay in più.  E come si arriva a fine mese con i soldi contati, anche qui sul finire l’apnea imperversa:tratteniamo il fiato e vediamo come va a finire.

Nota negativa: il commento di gara 1 e 2 é stato affidato a Fanelli, lasciando a Dembinski lo spot di pre e post partita e bordocampo. Personalmente sono convinto che il contrario sarebbe stato meglio, e sarebbe stata sicuramente una telecronaca più equilibrata e meno allineata ( … e sopratutto meno esagerata, nei toni e nei contenuti).

Coach Caja é stato più sintetico ed efficace ( anche se qualche volta ripetitivo)  del suo collega Michelini, mettendoci meno parole e piú chiarezza nello spiegare i segreti del mestiere… Un appuntino: magari nel costruire un format e relativo linguaggio, si puó anche  non giapponesemente copiare le vetrine altrui, in particolare se poi si ricostruiscono formule e stereotipi già usati (e peraltro criticati dai puristi ). Basta studiare un poco di piú senza andare a sperimentare alla Palazzeschi o Marinetti e i risultati apprezzabili saranno piú che accessibili.

Se conosci il gioco e le sue regole puoi raccontarlo abbastanza facilmente, i limiti saranno delineati dai mezzi tecnici e chi li usa e da quanti soldini ti vengono dati per richiederli. Questo per il lato immagini, ma l’audio? Cioé, se dovesse sparire per un problema di ricezione il video, ora come ora sarebbe comprensibile per chi ascolta la partita ?

Nel mio datatissimo passato radiofonico, ogni singola trasmissione me la riascoltavo cercando di mettermi dalla parte dell’ascoltatore, spesso frustandomi frustrato… Sarebbe necessario farlo sempre. Per eliminare ripetizioni, errori di forma e contenuti, limare aggettivazioni pericolose (!) e fraintendibili dall’ascoltatifoso che é parte integrante dell’audience e capire quando i cambi di toni ed enfasi hanno ragione di essere o no.

Il cronista “strillato” fa parte di un patrimonio calciaiolo, il basket é aiutato dal fatto che da un errore in due secondi si puó esplodere per un’azione straordinaria. Attenzione: si può, non si deve! Queste finali stanno già dando emozioni da vendere, da una parte e l’altra, meglio che siano raccontate così. Non interpretate…

Giancarlo Fercioni – Regista Tv

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