Il ruolo del piccolo nel basket in tv

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A proposito del successo della Coppa Italia dilettanti di Legnano e della A che non sfonda…

Pensate che mi sia trasformato da regista a commentatore tecnico per spiegare i ruoli e quant’altro nella pallacanestro? No, direi che non è il caso, c’è una fila lunga come l’Autostrada del Sole di persone che possono farlo meglio di me.

In realtà ho giocato con il termine come gli autori dei quiz televisivi: mi riferisco non ai playmaker ma ai “piccoli” campionati, le cosiddette minors. Quelli dove trovi dagli ex-campioni agée ma ancora gagliardi ai quasi dilettanti con un sacco di voglia di sbattersi e sudare e spesso più voglia ancora di vincere di diversi pro…C’è stata a Legnano la Coppa Italia di queste categorie ed è andata in onda su SI (Sportitalia). Per onestà devo dire che non ho avuto modo di vedere le immagini e quindi valutarne la qualità, però ho letto i numeri  e sono più che egregi. Anzi direi che danno modo di aprire il vecchio e ritrito discorso sugli ascolti in una chiave diversa. Sinora si era dissertato su qualità (+ o -) delle riprese di quest’anno, sulla capacità (sempre + o -) dei commentatori della stagione in corso, sulla quantità degli ascolti e sulla pertinenza dei numeri rilevati.

Ora va evidenziato che  forbice tra gli ascolti della massima serie che vanno su RaiSport e su La7 (digitale e non) e questi numeri “minors”, è veramente minors. Anzi se si vanno a vedere alcune performance negative delle peggiori tra quelle andate in onda sinora e i numeri della finale minore (0,06% e 129.143 di audience) scopriamo che Davide ha abbattuto ancora una volta Golia.. . Questo cosa dice? Due possibilità: la prima riguarda l’eterno dubbio sul fatto che possa ancora avere senso un rilevamento  (quello sì veramente minors) come quello dell’Auditel, su numeri piccoli come quelli generati (purtroppo) dal basket d’oggi.

La seconda riguarda il  fatto che se tra il basket tutto lustrini e tecnica di Sky, quello minimalista e didascalico di RaiSport e La7  e quello di (teorica) seconda fascia andato in onda stavolta su SI  ci sono veramente differenze minime negli ascolti, vuole dire che chi segue il basket in tv  fa parte del solito zoccolo duro e quindi   significa  che non è efficace la promozione e che non si sono toccate le corde giuste per attirare altro pubblico.

E il “piccolo” nel basket è la chiave anche nella promozione, nel senso che bisognerebbe quasi lavorare con la logica del porta a porta, da formichine, in modo capillare. Piccole realtà a tappeto:famiglie, scuole, comuni…E forse da lì si può ripartire.

Questa settimana, o meglio,  fine settimana, ho saltabeccato tra tv locali e Raisport , a proposito di piccole realtà: di piccolo c’è di sicuro la qualità dei segnali. Milano (che per cambiare fra l’altro ha riperso…) vista sulla rete che la trasmette è la sagra delle squadrettature e degli sganci video e audio e il format di ripresa è abbastanza  immaginifico, nel senso che mentre vanno i replay durante il gioco, ci vuole immaginazione per inventarsi  quello che non vedi…

Raisport ormai è lineare, senza picchi e senza grandi cadute, sembra prodotta in modo onesto. La cosa che comunque si nota è che le telecamere non sono molto guidate: l’inquadratura della camera principale è troppo larga e non segue l’andamento del gioco, rimanendo su una dimensione  si senza rischi ma che rende poco leggibili i giocatori.

Caserta è uno dei campi dove le telecamere hanno  posizioni  tra le migliori , si può fare di meglio e senza tanti sforzi. Le telecamere sotto canestro vanno spesso a chiudere, perdendo quello che serve vedere: passi, contatti più o meno fallosi e tutto quello cne accade in area… Da Si, Buonasera cantata da Renato Rascel:

“…Noi siamo piccoli,ma cresceremo e allora, virgola! Ce la vedremo!… “.

Speriamo che anche per il basket possa essere così.

Giancarlo Fercioni – Regista Tv

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