La questione arbitrale, parla Umberto Porcari, puntata 4

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UMBERTO PORCARI: “Ambiente incandescente, CIA in default, se la Fip non interviene si rischiano esplosioni”.

A chiusura dell’inchiesta di Pallarancione.com sulla “questione arbitrale” pubblichiamo l’ intervista con Umberto Porcari , ex  rappresentanza del Consiglio Federale nel CIA,  fra i massimi  esperto a livello europeo di organizzazione, regolamenti sportivi e di sistemi valutativi del settore arbitrale.

Nel porsi a salvaguardia  della corretta gestione e della più assoluta trasparenza nel Settore arbitrale,  non rischia di apparire un personaggio scomodo?

“Fin da quando ero Consigliere CIA, mi sforzo di far comprendere a tutti che è finito il tempo delle “dispute” personali e delle “leadership”  irrevocabili, perché le “guerre” non conducono ad alcun risultato. Una volta per tutte si deve capire che occorre perseguire metodologie comportamentali opportune finalizzate ad una “cultura sportiva e sociale”, e che ci si aspetta che la figura arbitrale incarni davvero il “Il rispetto delle regole”.

Quale  è il cruccio del suo continuo impegno?

“L’essere diventato il “radar” della scontento di molti arbitri che vorrebbero operare in un Settore con serenità, certezza del diritto, rispetto dei regolamenti. Ricevo moltissime telefonate  ed e-mail che mi spronano a continuare in questa azione di sensibilizzazione, spero quindi  che questa “massa critica” possa far riflettere sulla necessità di  un’ ampia azione  che  più non va disattesa”

Per tentare di imprimere una svolta alla questione arbitrale, lei organizzò due anni fa  un importante convegno a Frosinone col presidente Meneghin, e non si fecero vedere il Presidente Zancanella e altri del CIA.

“A me spiacque molto, anche lo stesso Meneghin  apprezzando molto l’iniziativa mi apparve fortemente infastidito dalle assenze del CIA, anch’esso invitato, concretizzandosi però la presenza di Guglielmo Petrosino e Fabio Facchini, due veri  ed indiscutibili esempi  di “cultura sportiva “

Parliamo di questa scellerata Autogestione:   da chi, quando e perché  è stata voluta?

“Nasce con la richiesta, a seguito della “Riforma Melandri”,  della  possibilità degli arbitri quali atleti di eleggere il proprio rappresentante in Consiglio Federale. La logica elettiva su cui ha molto insistito Luciano Tola era all’inizio premiante, imbastardendosi quando poi  è stato predisposto e deciso un “Regolamento elettivo” assolutamente irrispettoso del principio di equità fra la componente arbitri professionisti e quella dei dilettanti. La bilancia pendeva sproporzionatamente dalla parte  professionistica”.

Da esperto, come  si può risolvere la questione arbitrale?

“La FIP ha sicuramente la maturità per poter comprendere che si è di fronte ad un bivio, con la necessità di fare urgentemente  scelte improrogabili per il bene del movimento”.

La Giustizia federale, a volte  contraddittoria, potrebbe avere responsabilità in questo processo disgregante?

“La Giustizia federale è il baluardo della legalità federale: la dimostrazione è  la decisione presa della Commissione Giudicante Nazionale nel “caso Giovanrosa”, disponendo per il reintegro dell’arbitro retrocesso”.

Quale sorta di “tribuno” del fischietti Francesco Grotti  ha affermato  che durante lo sciopero delle divise,gli è stato raccontato di osservatori  avvicinati per abbassare il giudizio dell’arbitro.

“Su di una faccenda di pari livello, all’inizio dell’anno anche lo stesso arbitro Giovanrosa aveva  interessato la Procura Federale; la Procura non  ha riscontrato alcun condizionamento e archiviato la “questione”, nè rilevato alcunché in alcune mie “mirate segnalazioni”. Sono stato poi informato che il “caso Giovanrosa” avrebbe addirittura aperto un conflitto di interessi  in sede di Giustizia federale: per il  ricorso del CIA avverso la decisione della Commissione Giudicante”

La gente non comprende più nulla, e sospetta quasi un accanimento del CIA nei confronti dell’arbitro in questione,  è possibile un fumus  persecutionis?

“Fossi stato io il Responsabile del CIA, mai  e poi mai, e men che meno  avrei ipotizzato di ricorrere contro una decisione di un Organismo terzo e legittimante della Giustizia centrale FIP. Un ricorso vuol dire “non rispettare le regole ad libitum?” : si è giunti a perfezionare un “default” di credibilità  accollato purtroppo dal CIA  alla FIP”.

La domanda è: si tratta di un atto d’imperio, o una picca incomprensibile?

“Se i tesserati non rispettano le decisioni degli Organi di giustizia incorrono in pesanti sanzioni disciplinari e sospensioni: e allora perchè il Presidente Zancanella, tesserato pari ad altri, responsabile di un settore che dovrebbe essere il faro del rispetto delle decisioni, si appella?  Ciò  sancisce un errore commesso da parte del CIA su di una regola stabilita dal CIA”.

La matassa si è tanto intricata che per questo la Corte Federale mostra estrema prudenza?

“Se prende tempo, fa più che bene,  in considerazione dell’assoluta irritualità del procedimento messo in opera, anche perché nell’ipotesi di un accoglimento del ricorso di Zancanella, ogni altro Settore FIP si sentirà abilitato e obbligato a ricorrere, ad esempio in materia di “tesseramento”, ecc… avverso le decisioni dei competenti Organi di Giustizia: saremmo di fronte ad uno zibaldone! E poi, ulteriori decisioni in ambito Coni, poi eventuale TAR, poi Corte di Giustizia U.E. E’ trascorso un anno per  una pratica che con un minimo di buon senso si poteva chiudere in un minuto. D’altra parte, tutti noi tesserati possiamo sbagliare”.

Le classifiche, non ancora rese pubbliche,  scatenano  un balletto per i nomi degli arbitri retrocessi, si parla di un  Sardella con 26 scrutini indiziato di retrocessione?

“Continuo a ricevere molte telefonate sul tema, anche molti colleghi professionisti di Sardella ipotizzano questa “situazione assolutamente e assurdamente ingestibile”. Conosco molto bene Sardella e sulla sua correttezza “ci metto le mani sul fuoco” e  a quanto pare, dopo il forfait di Tola, è divenuto l’unico interlocutore AIAP nei confronti del CIA di Zancanella, per tentare di individuare percorsi valutativi univoci. Ma mi.. pare.. che ora sia… troppo… tardi… e anche molto comodo strumentalmente”.

Facchini quest’anno ce l’ha fatta a entrare fra i primi 7 e salvare il patentino per la A, mentre Luciano Tola, addirittura è  fuori dai “Playoff”?

“Senza discutere sulla validità dei giudizi valutativi, un Tola fuori dai playoff sarebbe stato masticabile…, ma  una prospettica acredine tecnica nei confronti di Facchini sarebbe stato veramente uno schiaffo alla FIP nelle prospettive FIBA. Mi dicono proprio che così sia avvenuto, ma io non credo sia addirittura ipotizzabile, che alla bisogna sia accorso  un commissario  scelto dal designatore Zancanella”.

Si sente parlare di  possibili valutazioni per promuovere azioni giudiziarie su decisioni assunte dalla Procura Federale e dalla Giustizia della FIP per fatti riguardanti violazione di principi sportivi di tutta evidenza , di un  pool di superavvocati  con richieste di risarcimento.

“A mio giudizio, tutto potrebbe essere valutato seguendo fisiologicamente l’iter del contenzioso sportivo in ambito CONI organo vigilante, ma un tesserato-cittadino di una Nazione libera, tutelata da una Costituzione  quale l’Italia, se riscontrasse “risoluzioni assolutamente illogiche ed insostenibili”, con costruzioni dispositive nelle sentenze di  presunta non legittimità, può rivolgersi all’Autorità giudiziaria.  D’altra parte, anche il Presidente Zancanella, ha ritenuto – ricevuta l’autorizzazione – di querelarmi per diffamazione semplice e a mezzo stampa, e io lo attenderò con molto piacere innanzi al Sostituto Procuratore della Repubblica incaricato del  procedimento”.

E’ possibile uscire da questo vespaio  senza spargimenti di sangue?

“Se la FIP vorrà soprassedere ad ogni possibile intervento risolutivo nel Settore arbitrale, dovrà pur assumersi la notevolissima responsabilità di sempre più probabili “esplosioni” di un’area  già oggi incandescente e penso molto strategica per l’elezione del nuovo Governo Federale”.

Fra le riforme il ritorno al presidente nominato e non più eletto da un’assemblea interna peraltro non abbastanza qualificata, e perché non ricorrere anche a figure diverse dagli ex arbitri internazionali, magari allenatori o figure super partes?

“La scelta è di competenza del Consiglio Federale. Personalmente non vedo nulla di contrario alla scelta di affidare il Settore a chi “arbitro internazionale” non è o  non faccia parte del Settore, ma è d’obbligo stavolta  affiancargli profondi conoscitori sia dell’ambiente arbitrale e sia di regole e metodologie valutative più trasparenti possibili. In caso contrario, il selezionato cadrebbe dal seggiolone dopo sei mesi”.

In una sua  intervista di mesi fa sul tormentone arbitrale, dal titolo “Ma gli arbitri di basket sono “puliti”?, lanciando alcune proposte per raddrizzare il sistema , ai designatori chiedeva loro la priorità  di “impegni tecnici” per il lancio programmato dei giovani e il  sorteggio a fasce.

“Leggo ora che il presidente dell’Armani Milano, Proli, chiede le fasce, e me ne rallegro avendo all’epoca di quell’intervista risposto così: “se studiato in maniera acritica ma intelligente, con la suddivisione in arbitri di Fascia 1 e Fascia 2, ecc.. il sorteggio produrrebbe  il “compostaggio…” del triplo arbitraggio nei Campionati Professionistici e del doppio arbitraggio in quelli dilettantistici”. Non conosco il Presidente Proli, ma mi piacerebbe incontrarlo assieme ad altri Presidenti di Società professionistiche e non, per poter impiantare un’azione sensibilizzatrice , mirata – preciso – alla migliore definizione di scopi istituzionali”.

Lei è stato rappresentante del consiglio federale nel CIA, se le chiedessero di utilizzare la sua competenza e influenza, tornerebbe nella Fip?

“Soltanto se la richiesta  fosse mirata a riportare il Settore arbitrale a quel livello di credibilità che merita, sia per sé stesso, ma ancor più nei confronti del movimento. Per evitare qualsiasi fraintendimento, è ormai evidente a tutti che il Settore è in chiaro “default”, sia organizzativo-funzionale, di credibilità, ed ancor più istituzionale”.

Potrebbe essere nuovamente  uno dei candidati FIP alla Presidenza del Settore?

“No, potrei essere disponibile soltanto con compiti di “consulente tecnico gestionale arbitrale”, sempreché alla Presidenza  andasse una persona  che  stimo”.

Combattere il sistema da dentro o fuori?

“Nessun combattimento!…Chi mi conosce, ad incominciare dai vertici dello Sport nazionale, possono certificare la mia “caratteristica di significativo profilo istituzionale”, dopo molti anni di collaborazione  “senza incidenti… di percorso….” in tutti i comparti federali centrali e periferici, compresi gli Organi di Giustizia (Procura Federale, Commissione Giudicante e Corte Federale).  Sì,  sarei disponibile a fornire il mio “contributo” per il  rilancio del settore arbitrale”.

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4 – fine

La nota e il commento finale

Le puntate precedenti:

Puntata 1
Puntata 2
Puntata 3

1 commento su “La questione arbitrale, parla Umberto Porcari, puntata 4”

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