Questione arbitrale, i designatori non hanno fatto un buon lavoro

Riceviamo a pubblichiamo questa lettera con allegato di Francesco Grotti:

Ho letto con attenzione l’ articolo  di Enrico Campana dal titolo Arriva la Coppa Italia, banco di prova della macchina arbitrale”.

Al riguardo, trovo singolare quanto afferma, e cioè che la cosa che sta più a cuore al Presidente dei club sia pensare agli arbitri. Purtroppo per gli arbitri e per la Federazione debbo convenire  che i fatti danno ragione doppiamente a questa tesi. E il  Presidente dei club ha perso una buona occasione per smentirla qualora avesse condiviso la proposta  del dott. Laguardia tesa ad ampliare il numero degli arbitri delle rispettive fasce di competenza.

Le motivazioni che sostenevano la proposta, a mio avviso nobili,  andavano tutte nell’interesse dei club;  in un più articolato sorteggio che avrebbe annullato e/o diminuito al massimo allo stesso   arbitro  il dover  ripetere, a breve,  la stessa squadra. E anche  nella direzione di dare più serenità  alla categoria arbitrale che avrebbe visto  uno “sviluppo” –  se pur minimo da 10 a 11 arbitri di punta –  della composizione delle fasce.

La questione arbitrale, parla Umberto Porcari, puntata 4

UMBERTO PORCARI: “Ambiente incandescente, CIA in default, se la Fip non interviene si rischiano esplosioni”.

A chiusura dell’inchiesta di Pallarancione.com sulla “questione arbitrale” pubblichiamo l’ intervista con Umberto Porcari , ex  rappresentanza del Consiglio Federale nel CIA,  fra i massimi  esperto a livello europeo di organizzazione, regolamenti sportivi e di sistemi valutativi del settore arbitrale.

Nel porsi a salvaguardia  della corretta gestione e della più assoluta trasparenza nel Settore arbitrale,  non rischia di apparire un personaggio scomodo?

“Fin da quando ero Consigliere CIA, mi sforzo di far comprendere a tutti che è finito il tempo delle “dispute” personali e delle “leadership”  irrevocabili, perché le “guerre” non conducono ad alcun risultato. Una volta per tutte si deve capire che occorre perseguire metodologie comportamentali opportune finalizzate ad una “cultura sportiva e sociale”, e che ci si aspetta che la figura arbitrale incarni davvero il “Il rispetto delle regole”.

Quale  è il cruccio del suo continuo impegno?

Il sospetto che Baskettopoli continui ancora, puntata 3

LA QUESTIONE ARBITRALEFrancesco Grotti tribuno dei fischietti  muove nuovamente le acque, e sollecita la Fip a indagare sull’abbassamento dei voti  che alcuni osservatori avrebbero dato alle “teste calde”  della protesta delle divise con 31 squalificati  costata i playoff al presidente del sindacato Luciano Tola.

Come abbiamo visto, Tiziano Zancanella è un presidente degli arbitri purtroppo molto controverso, come non era mai successo nella storia di questo organismo, alla faccia della sua maschera di bonomia semplice, e della sua prima promessa quando venduta la pompa di benzina in provincia di  Padova si presentò con la “famosa” promessa:

Ridarò   il sorriso agli arbitri”.

Andate a raccontarlo a Luciano Tola, il predecessore,  immacolato, sconosciuto ai  verbali del magistrato.  Due anni fa era il presidente del CIA, ufficialmente il corifeo dell’autogestione. Mostra subito i muscoli quando  gli consegnano – sembra solo per sua insistenza, come lui sostiene –  le carte di Baskettopoli. Sui verbali scopre infatti, fra gli altri,  alcuni fatterelli riguardanti un paio di superfischietti di A  gettonatissimi, che da tempo portano a casa  più di 30mila euro all’anno. Li sospende un turno. Errore.

Dossier – La questione arbitrale spina nel fianco del basket, puntata 1

Cronaca di un’Autogestione che non ha riscattato la pagina ancora aperta di Baskettopoli, alzato l’età media dei fischietti e influito forse anche sul gioco e i risultati. Grotti svela:

“Nella protesta della divise, esiste il sospetto di voti abbassati”

I Commissari sono troppi, “devono essere ridotti e  gli stessi Commissari-Osservatori, dovrebbero vedere più volte gli arbitri”, suggerisce l’esperto.

“Solo dal risultato di queste ripetute osservazioni – aggiunge – il Commissario Speciale può trarre la forma qualità dell’arbitro. Oggi in A1 sono 9 Osservatori  sembra più una agenzia di viaggi ad alti costi per la Federazione che mi sembra  non aver colto le indicazioni venute da  Reggio Calabria”.

E’  un modo,  spiega Francesco Grotti  che vanta  il titolo e l’autorevolezza per sollecitare una svolta  “per dare maggior omogeneità alle designazioni”.

E’ necessario  semplificare  – per chiarezza – criteri di giudizio “bizantineggianti”,  costruire meccanismi di garanzia  a tutela del direttore di gara,  utile  tornare  anche al saggio  “voto scolastico” ma  usando anche i “quarti” (ad esempio 6, 6 e 1/4, 6 e 1/2, 6 e 3/4 ) eliminando l’uso dell’aggettivo,  in grammatica  voce suppletiva e per il giornalismo moderno anche pomposa…. E  occorre rivedere le procedure sulla segretezza e privacy adottando la corrispondenza sigillata.

Arbitri: tre puntate per capire la ragione di un malessere

Pallarancione.com offrirà nei prossimi giorni un dossier esclusivo di 3 puntate di Enrico Campana sull’irrequietezza e le polemiche innescate negli ultimi anni dall’infelice autogestione ottenuta dai fischietti, che ha peggiorato le cose e toccato il culmine in questi giorni, tanto da costringere  il Procuratore federale a fare gli straordinari. I 41 avvisi di garanzia spiccati dal PM di Baskettopoli dopo due anni di indagini della Procura di Reggio Calabria e centinaia e centinaia di intercettazioni telefoniche dai contenuti ancora da chiarire,  dovevano essere una lezione per il basket che non è mai intervenuto con decisione.

Anzi, il presidente del Cia che si era provato a prendere un provvedimento, Luciano Tola, è stato sfiduciato, la spaccatura fra i designatori e il CIA attuale, le teatrali sfide della Aiap (associazione arbitri italiani) . Non passa ormai una settimana che non scoppi un nuovo caso, dalle classifiche custodite nella propria casa dal presidente, alle dimissioni pilotate fino a un conflitto di poteri della Fip.

Esclusiva pallarancione.com: parla Francesco Grotti – Questione arbitrale, la crisi del settimo anno!

Dopo l’articolo   di http://www.pallarancione.com/dino-meneghin-designatori-arbitri-ribelli/ col quale davamo  conto della segnalazione di Francesco Grotti  al presidente della Fip sulla provocazione pericolosa dei designatori, l’interessato ci ha chiamato.  L ’ex arbitro del famoso canestro dello spareggio  Livorno-Milano desiderava correggere un paio di imprecisioni  confermando però  il fatto in sé,  e il “virgolettato” del  suo  “rapporto”  a Meneghin.

Con le  facoltà concesse a un  tesserato (arbitro benemerito) e l’autorità di ex membro della Corte Federale e dell’Ufficio Inchieste, Grotti ha voluto rimarcare il premio “doppia designazione” nell’11.a giornata di ritorno per gli arbitri sospesi dalla Giudicante per la protesta delle divise non regolamentari.

“E’ stato scritto del canestro di Forlì, mentre si tratta  del canestro annullato di Andrea Forti, e di 5 anni di gestione dei designatori, quando si tratta di 7 anni”, queste le sue precisazioni.

Ne prendiamo atto, ci scusiamo con l’interessato. Per  quanto riguarda  Forlì/Forti si tratta di un errore del pc intelligente ma anche nostro che non l’abbiamo riletto,  mentre prendiamo atto che i fatali “sette anni” costituiscono un’aggravante  delle “anomalie”  imputabili alla gestione della A e delle carriere dei designatori. E al proposito Grotti butta lì una battuta ironica:  “Si tratta di un’eternità concessa in Italia, giustamente, solo al capo dello Stato”.