Baskettopoli… ieri oggi domani

Spread the love

Una nota di Gian Matteo Sidoli  sulla gestione delle carriere arbitrali dimostra l’ineluttabilità nel combattere un male endemico. Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa nota di Gian Matteo Sidoli, uno dei massimi esperti del mondo arbitrale, opinionista, spirito libero.

“leggo sempre attentamente quanto scrivi sul web Sono fuori dal nostro mondo sportivo da parecchi anni, ma cerco sempre di informarmi per sentirmi legato ad un ambiente che ho amato tanto.

Ho notato che hai attenzioni particolari nei confronti di Zancanella. Non sono in grado di intervenire sull’argomento, perché l’ho conosciuto solo come bravo arbitro, ma desidero farti presente che, se è vero il fatto delle liste arbitrali di merito, non si tratta di novità.

Già ai miei tempi, quand’ero consigliere federale (fine ’70 primi ’80) ebbi modo di intervenire su fatti del genere, ma l’allora presidente federale non mi diede mai credito. Anzi mi invitava ad uscire dalla sala riunioni.

Ricordo, ad esempio, di un arbitro, settimo in graduatoria per la promozione in serie “A”, trasferito al secondo posto, perché “cocco di qualcuno” e quindi promosso al posto di colui che quella posizione aveva meritato sul parquet. Le mie proteste ufficiali e documentate ottennero l’esito solito: “esci dalla sala”!

Quando alla fine del mandato di consigliere vennero a Reggio Emilia il presidente Enrico Vinci e il vice Emilio Tricerri per propormi la presidenza del Comitato italiano arbitri (era il 1982) risposi di no, perché sapevo che in quel ruolo avrei dovuto soltanto “credere, obbedire e combattere” secondo i desiderata del “regime”.

Non so cosa sia successo esattamente negli anni successivi, ma se ricordi bene, dato che collaboravo con Superbasket ( tu ne sei stato direttore) non ho mai mancato di trattare l’argomento arbitri come si conveniva, perché non ha mai fatto parte del mio carattere prestarmi ad equivoci. Sono stato arbitro sul campo e nella vita. Di questo me ne vanto.

Parli anche spesso di Garibotti, Montella, Campera e quindi di Baskettopoli. Anche in tal caso sono all’oscuro di tutto. Conosco solo quanto ho letto. Però permettimi di dirti una cosa: alla fine della mia carriera arbitrale, venni inserito come commissario arbitri. In poche parole, venivo inviato ad osservare, per giudicarli, gli arbitri.

Una volta, dopo due sole prestazioni, venni inviato a Milano per giudicare un serio candidato per la promozione nel massimo campionato. Il giorno prima della gara ricevetti una telefonato da uno che contava: “Bada che …. è fra colo che debbono essere promossi, quindi trattalo bene”. Quell’arbitraggio fu pessimo, quindi non ebbi difficoltà a giudicarlo negativo. Lo stesso personaggio che contava mi ritelefonò ordinandomi di cambiare il giudizio. Gli risposi di no. Risultato? Non venni più incaricato come commissario e quell’arbitro venne ugualmente promosso in “A” per restarci … solo due anni.

Non so se altri “capi” abbiano poi usato il medesimo sistema. Te l’ho ricordato soltanto perchè, se è vera Baskettopoli, nulla sarebbe cambiato rispetto ai tempi che furono.”

Lascia un commento