Milano, Basile e Marconato a merenda con Lenny: al Sacco per capire il diabete

Il basket per beneficenza, la pallacanestro quale impegno sociale. Da campioni a campioncini, da gente come Gianluca Basile e Denis Marconato a giovani pazienti che nella vita si trovano ad affrontare battaglie e sfide assai più oimpegnative di quella che la Bennet Cantù – con il contributo encomiabile dei grandi vecchi della disciplina – dovrà sostenere per tentare di strappare a Siena lo scettro della leadership.

La Merenda con Lenny è un progetto formativo che l’ospedale Sacco di Milano ha individuato per garantire vicinanza e sostegno a quanti, fin da piccoli, devono convivere con il diabete di tioìpo 1. Attraverso la pianificazione del Servizio di Diabetologia e Malattie delMetabolismo della Clinica Pediatrica dell’Università di Milano  i bambini imparano a cercare piena autonomia nutrizionale e a gestire la terapia con insulina durante lo sport.

Regione Toscana e Basketball Generation Siena per rilanciare la pallacanestro tra i giovani

Basket e gioventù: prospettive e progetti in grado di incrociarsi in un punto di raccordo che, stavolta, è la regione Toscana. Pallacanestro quale disciplina sportiva di primaria importanza per i giovani e divulgazione dei principi e dei valori etici che più e meglio si accompagnano alla crescita dell’uomo ancor prima dello sportivo. Tra gli obiettivi di un protocollo d’intesa firmato  a Firenze, in Palazzo Strozzi Sacrati tra Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, e Ferdinando Minucci, vice presidente dell’Associazione sportiva dilettantistica Basketball Generation Siena (con adesione da parte del Comitato regionale della Federazione Italiana Pallacanestro).

Sono i referenti della stipula a rendicontare rispetto agli intenti, le parole di Rossi:

“La Regione – fornirà un supporto istituzionale per rilanciare il basket tra i giovani. La Toscana vantava anni fa numerose squadre al vertice, ora ha una eccellenza sul piano nazionale e internazionale: giusto puntare a un buon vivaio”.

L’accordo determina la definizione di più di un momento significativo nel quale affrontare i delicati temi della prevenzione, dell’etica e della salute in ambito cestistico.

 La definizione del programma annuale e il relativo bilancio degli ebenti sarà di competenza del Comitato regionale FIP e dell’Associazione Basketball Generation. Ciascuno dei tre soggetti garantisce l’impegno di pubblicizzare le iniziative nella maniera migliore.

Hardy, il basket nel cuore: morte infame in Romania

Morire di nulla quando la vita prorompe anche nei pori di ogni millimetro del corpo. Il basket c’entra nella misura in cui la vittima, Chauncey Hardy, era un cestista di professione, nazionalità americana, impegnato nel campionato romeno di pallacanestro. Già, la localizzazione: siamo in Romania.

  • La Romania di una sabato notte uguale a tanti altri. Per alcuni. Per altri, anticamera di una tragedia evitabile. Che di nulla, seppure la vita insegna che si muore con cadenza costante, bisognerebbe non morire. Siamo nella Romania dei canti e dei balli di una discoteca come altre migliaia. Questa, si trova a Giurgiu, sud Romania. E quei canti, quei balli, presto degenerano. Ne vien fuori una rissa a cui prendono parte diverse persone. Giovani, si vocifera. Come Hardy, forse anche più di Hardy che di anni ne ha (ne aveva) 23 e sognava di diventare grande (di far diventare grande) i locali del Giurgiu, che erano da poco riiusciti a battere gli avversari della Dinamo Bucarest.

 

Bologna, Pioli chiama Bryant: “Ti verrei a vedere”

Fresco di nomina quale nuovo allenatore del Bologna calcio in sostituzione dell’esonerato Pierpaolo Bisoli, Stefano Pioli – reduce da un’esperienza professionale da archiviare in fretta: il patron del Palermo, Maurizio Zamparini, non gli ha concesso neppure una gara ufficiale di campionato: ingaggiato a inizio estate, cacciato alla fine di agosto – ha esternato nel corso della presentazione ufficiale il proprio amore per il basket, uno sport che ama seguire e praticare.

Steve Jobs addio, deceduto il fondatore di Apple

Agenzia appena passata, per ora nessuna notizia approfondita (sono le due di notte del 6 ottobre, in America è ancora il 5: la sera inoltrata del 5 ottobre). Steve Jobs, co-fondatore, presidente, ed ex amministratore delegato di Apple Inc. è deceduto pochi minuti fa. Classe 1955, nativo di San Francisco, Jobs era malato da tempo (cancro al pancreas da stette anni) e le condizioni precarie di salute lo portarono, lo scorso 24 agosto, ad annunciare le proprie dimissioni dal ruolo di CEO di Apple.

Dall’azienda: “L’intelligenza vivace di Steve ha reso il mondo migliore”.

  • La vicinanza nei confronti di un personaggio a tal punto significativo per l’epoca in cui viviamo ci porta a riferirne la scomparsa e condividere la partecipazione e gli attestati di stima provenienti da ciascuna finestra che si spalanca sul mondo.

Suerte, Steven.

Pau e Marc Gasol si allenano con il Barcellona

Il lok out dell’NBA continua a tenere con il fiato sospeso gli appassionati di basket, mentre le stelle del campionato americano si danno da fare per cercare una sistemazione comoda in attesa dell’accordo con i proprietari.

Tra questi i fratelli Pau e Marc Gasol, freschi campioni europei con la nazionale spagnola e decisi a non perdere un anno di allenamenti per colpa della serrata. Ecco allora l’idea di tornare al Regal Barcelona, dove si alleneranno in attesa dello sblocco della situazione in terra americana.

Il giocatore dei Memphis Grizzlis ha già raggiunto la squadra per i primi allenamenti, mentre Pau Gasol, stella dei Los Angeles Lakers, sta recuperando da un infortunio e probabilmente di unirà ai compagni tra un paio di giorni.

I fratelli Gasol, in ogni caso, non giocheranno neanche un minuto nel campionato spagnolo e nelle coppe, ma si limiteranno alla preparazione tecnico-atletica, tifando poi per i compagni di allenamento negli appuntamenti ufficiali.

Li-Ning Shaq Zone con i colori degli Orlando Magic

Li-Ning

Shaq si è ritirato a giugno ma l’atleta è ancora sotto contratto con l’azienda cinese Li-Ning ed anzi, è forse il testimonial principale della società. Per questo Li-Ning ha appena rilasciato in Cina le Shaq Zone, un nuovo paio di scarpe dedicato proprio a Shaquille.

Le Li-Ning Shaq Zone sono disponibili solo nella colorazione bianca ed azzurra, un tributo alla prima squadra del campione NBA, gli Orlando Magic.

Fip e Lega Basket, la polemica continua

Neppure la diramazione dei calendari della serie A1 di basket hanno saputo essere momento distensivo capace di mettere armonia all’incrinato rapporto che insiste, da qualche tempo a questa parte, tra la Federazione Italiana Pallacanestro e la Lega Basket. Motivo della contesa, l’ammissione della Reyer Umana Venezia al massimo campionato: da lì, niente è stato come prima. E non che prima il movimento della pallacanestro italiana avesse spiccato per lungimiranza e progettualità. Lo si rimarca, tanto per essere chiari, perchè si è fermamente convinti del fatto che meno chiacchiere e più concretezza potrebbe essere una ricetta gustosa e capace di saziare. Altro che ostriche, champagne e sale riunioni. Meditate, gente, mentre mediate. A proposito, a scanso di equivoci: verba volant, si dice… Un inciso e poi vi racconto che accade tra Valentino Renzi e Dino Meneghin.

  • L’inciso: Kobe a Bologna, tutti contenti. Io per primo. Ma sia chiaro: non appena Bryant tornerà (qualora partisse mai) a Los Angeles, qui il movimento tornerà in un vuoto abissale che sarà senza uscita più di prima. Perchè? Io dico: Bryant non è un progetto. Per gli appassionati è un sogno che si realizza, per i capoccia un gran bel palliativo. Un copricapo da favola che va a coprire il nulla. Finchè, poi, in mezzo secondo la bora scoperchierà. Che tristezza. Dov’è il progetto?????

Bryant, Lega Basket si allea con Bologna

La Lega Basket al fianco di Claudio Sabatini e della Virtus Bologna per garantire alla società felsinea l’acquisto di Kobe Bryant. Attraverso un comunicato ufficiale apparso sul sito della Lega e con le parole del suo presidente, Valentino Renzi, pronunciate nel corso della finale di supercoppa italiana tra Siena e Cantù, l’istituzione referente della pallacanestro nostrana ha manifestato ampi segnali di apertura affinchè l’operazione vada a buon fine:

Bologna, su Bryant veto di Varese e Cremona. E’ proprio così?

Fuori i nomi: Cremona e Varese. Le due società lombarde sarebbero le due alle quail fa riferimento Claudio Sabatini nell’imputare al veto di due club la mancata firma del contratto di Kobe Bryant. Eppure, Sabatini lo aveva annunciato come accordo già raggiunto. “Mancano solo le firme”, ripetevva anora nel primo pomeriggio ai microfoni di La7.

Black Mamba “non è ancora un giocatore della Virtus per via della indisponibilità – riferisce Sabatini – di entrambe le lombarde ad accogliere eventuali modifiche al calendario”.

Eppure, non appena si sono accavallate le indiscrezioni sui nomi dei due club, Flavio Portaluppi, direttore generale della Vanoli Braga Cremona è stato pronto nel controbattere:

“Se fossimo noi l’unico ostacolo all’arrivo di Kobe Bryant, ci penseremmo bene. Il problema? Semplice: dalla Virtus non è arrivata nessuna richiesta relativa al calendario per l’affare Bryant”.

Per fare chiarezza: la Virtus chiede, per giustificare l’investimento e poter rientrare nei costi, un calendario più flessibile rispetto a quanto stabilito dalla norma. Il fatto che contesta Portaluppi è che tale richiesta non è mai stata formulata ai club. Le parole del dg:

Kobe Bryant Black Mamba: il soprannome, perchè?

Lo ricordavate come Mr. 81? Vero, Kobe Bryant venne soprannominato così nella stagione Nba 2005/2006: aveva appena messo a canestro il suo 81esimo punto nella stessa partita (contro i Toronto Raptors) che già il nuovo nomignolo era coniato per celebrare la seconda miglior prestazioni di tutti i tempi nella storia della NBA. Poi, a ruota, venne l’altro soprannome. Lo ha scelto lui, primo dato.

Era il 2009, collocazione temporale. Superflua l’ubicazioone geografica, ovviamente l’Nba degli Stati Uniti d’America. Bryant è diventato Black Mamba e pare che a calzarselo su misura ci abbia pensato egli stesso: in occasione della pubblicizzazione di una marca di orologi di lusso, la Nubeo, il giocatore dei LA Lakers ha firmato un accordo per la pubblicità a segnatempo prestigiosi dal costo che oscilla tra i 20 mila e i 285 mila dollari. La sigla degli orologi?  Black Mamba, azzeccato. Lo stesso del titolo di un cortometraggio realizzato da Robert Rodriguez di cui è stato protagonista Kobe.

Cos’è (chi è) il Black Mamba? Presto detto (a nanna i bambini): si tratta del più lungo serpente velenoso residente nel continente africano dalla lunghezza di 2,5 metri (ma non disdegna misure che superino abbondantemente i 4 metri). E’ chiamato così, Black Mamba, per via della colorazione nera visibile all’interno della bocca. Noto anche, il Mamba nero, per essere il serpente più veloce del mondo. A quanto viaggia? Parecchio: oltre cinque metri al secondo.

Roma, Stella Azzurra: l’emozione di Andrea Bargnani

Se è passato in secondo piano, è solo perchè l’orma alta così di Kobe Bryant avrebbe eclissato la luna che – tò – ieri notte manco si è vista. Eppure, eccezion fatta per mister Basketball, ieri è satt oanche il giorno del grande ritorno di Andrea Bargnani nella città natale. A Roma il cestista Nba in quota ai Toronto Raptors è cresciuto ed è venuto in contatto con quello che poi sarebbe diventato sogno, passione e professione.

Kobe Capitale, Roma incorona Bryant

Kobe, Kobe”. Oddio, Roma palpita. E’ la proclamazione dell’Imperatore. Maestoso, il gigante. E tra i giganti della Storia grande – i marmi di Roma; le impronte della tradizione; l’imponenza di un passato che, ovunque ti giri, fa pan dan con l’attualità sacra e profana – vedere che apppare. Kobe Bryant nella capitale diventa caput Romae nel tempo di un’acclamazione. In centinaia hanno voluto sgolarsi, saputo mostrarsi: il capo piegato all’indietro. Per andare su. Più su.

Fino a sopra, dove stava inerpicato. Lui. Kobe svetta per natura propria. Scultoreo per volere degli eventi che a uno così le punte dei piedi forse non serviranno mai. Per issarsi ancora di più e scavalcare l’infinito mondo dal quale sovrasta, Kobe non solleva i talloni. E’ altro genere di altura. Via del Corso sembrava un parquet. Piazza Venezia un’anticamera. E loro, a centinaia, parevano la materializzazione di piazza del Popolo. Un popolo festante in raccoglimento. La cometa pare passi una volta. Poi, magari, non la vedi più. Gialla come la canotta dei Lakers. Fatiscente, neanche fosse made in Los Angeles. Compare, lui, imponente e timido. Nemmeno fosse la prima volta che una cosa così.

Così capitale, Roma, non gli dev’essere sembrata mai. “Kobe, Kobe”. Più di Milano, di ieri. Le manone da manovale sventagliano per aria, lambiscono porzioni di cielo, afferrano quel che passa di lì. Le gocce di un bagno di folla sono come secchiate. Se le metti una accanto all’altra. Kobe ha teso la faccia. Una,cinque, dieci volte. Roma dev’essergli parsa maestosa. Centinaia di mani che spingono altre centinaia di mani diventano abbraccio.

La morsa di Roma è una cinta. Quando stringe, culla. Se si insinua, ripara. Le colline di Hollywood e le circostanze artificiose come gli stunt men e l’assenza di tempi morti come donne al silicone e i dettagli scritti a tavolino come le coreografie delle cheerleaders e i virtuosismi scolpiti alla perfezione come i manichini da sistemare in vetrina. Per un attimo. Diventano altro.

Torneo Beppe Varrasi, Firenze omaggia un grande del basket

Beppe Varrasi manca eccome. Non solo a Firenze, che lo ricorderà sempre per l’ineccepibile virtù umana e professionale, ma anche al contesto della pallacanestro italiano più in generale.

Il grande dirigente di basket, deceduto un anno fa e il cui nome è legato in maniera indissolubile alle storiche annate in cui la squadra locale disputò tornei di A1 e A2 a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, viene omaggiato con un torneo in erba che porta il suo nome: in programma dal 30 settembre al 2 ottobre, l’evento è stato organizzato dall’associazione “Firenze per la Pallacanestro” e conta l’adesione di 32 squadre under 14 provenienti da ogni zona della Toscana e da altre regioni.