Hardy, il basket nel cuore: morte infame in Romania

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Morire di nulla quando la vita prorompe anche nei pori di ogni millimetro del corpo. Il basket c’entra nella misura in cui la vittima, Chauncey Hardy, era un cestista di professione, nazionalità americana, impegnato nel campionato romeno di pallacanestro. Già, la localizzazione: siamo in Romania.

  • La Romania di una sabato notte uguale a tanti altri. Per alcuni. Per altri, anticamera di una tragedia evitabile. Che di nulla, seppure la vita insegna che si muore con cadenza costante, bisognerebbe non morire. Siamo nella Romania dei canti e dei balli di una discoteca come altre migliaia. Questa, si trova a Giurgiu, sud Romania. E quei canti, quei balli, presto degenerano. Ne vien fuori una rissa a cui prendono parte diverse persone. Giovani, si vocifera. Come Hardy, forse anche più di Hardy che di anni ne ha (ne aveva) 23 e sognava di diventare grande (di far diventare grande) i locali del Giurgiu, che erano da poco riiusciti a battere gli avversari della Dinamo Bucarest.

 

 

  • Eccolo, il motivo per cui Hardy stava a Giurgiu in una discoteca adagiata negli anfratti del paese. Fare festa in seguito al successo di poco prima. E’ finita che la festa gliel’ha fatta un gruppo di individui che deficenti così verrebbe da dirte non essercene sulla faccia del pianeta. Ma non lo dici perché sai che non è vero. A nulla è servita l’operazione cui è stato sottoposto il cestista, deceduto poco dopo. Hardy era stato trasportato in stato di coma con un grave trauma cranico all’ospedale Bagdasar di Bucarest. L’inchiesta è aperta. Una vita è stata recisa quando c’erano migliaia di pagine ancora da completare. Marciranno quelli là? Glielo auguro. Lo spero. Lo desidero.

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