La NBA apre alla pubblicità sulle maglie

Dalla stagione 2013-2014 la NBA consentirà la pubblicità sulle maglie, con un quadratino di  39 cm quadrati (6,5 x 6,5) che consentirà ricavi per 100 milioni di dollari.

Fra le decisione assunte al meeting dei 30 proprietari a Las Vegas, David Stern ha dato via libera alla campagna contro il flopping (i cascatori sarebbero secondo lui gli artisti della simulazione, che significa prendersi un vantaggio con un fallo a favore e polemiche a non finire) e allo studio dell’uso dell’stant replay per determinare il fallo internazionale (Flagrant foul), i possibili falli nella zona del semicerchio dell’area e le possibile stoppate irregolari limitando questa facoltà negli ultimi 2 minuti del finale di gara e nel supplementare.

Vedremo l’applicazione, con tutte queste opzioni con gli arbitri italiani il gioco sarebbe sempre fermo….

Contratto Nba decennale e fine del lockout

Finisce ufficialmente il lockout Nba con la firma del contratto tra i proprietari delle franchigie e i giocatori: la firma dà origine a un accordo di 10 anni che pone fine alla serrata dopo 161 giorni di stop forzato.

A ufficializzare le firme è stato il commissioner della Lega, David Stern:

“Il Board of Governors ha ratificato il nuovo accordo collettivo e il nuovo piano decennale di ripartizione delle risorse”.

 

Ufficioso: Nba al via a Natale. Regular season con 66 giornate

L’Nba dovrebbe partire a Natale. E’ il succo dell’accordo provvisorio tra i proprietari e i giocatori di basket per porre fine (dopo 149 giorni di lockout) alla serrata. Dopo un incontro segreto all’inizio di questa settimana, le parti si sono nuovamente incontrate ieri: oltre 15 ore di trattativa per cercare di salvare la stagione che a questo punto dovrebbe iniziare a Natale. Sarebbe il regalo della National Basketball Association al pubblico.

“Abbiamo raggiunto un accordo provvisorio che è soggetto ad una serie di approvazioni ed alcune operazioni molto complesse, ma siamo ottimisti sul fatto che si supereranno tutte in modo che la stagione possa iniziare il 25 dicembre”,

ha dichiarato il Commissioner Nba, David Stern. L’accordo per ora è una stretta di mano, non ancora ufficializzato da proprietari e giocatori.

Nba, ultimatum inaccettabile: i giocatori scelgono il lockout

Dicono no alla divisione dei proventi in 50 e 50 (poi diventata, nell’offerta: misero 47 per i cestisti e 53 per le squadre) ma, soprattutto, i giocatori Nba mettono in chiaro che per trattare non sono benaccetti ultimatum. E alla scadenza forzosa rispondono picche e lockout. Così la proposta avanzata dal commissioner David Stern è tornata al mittente, vale a dire ai proprietari delle franchigie che – a questo punto – sembrano per forza di cose proiettati sull’amara verità: la stagione Nba 2011-2012 potrebbe non iniziare nemmeno.

Non solo: i cestisti, a fronte della scadenza forzata degli owners hanno anche minacciato una class action per abuso di posizione dominante. Dal sindacato dei cestisti, si alza la voce di Billy Hunter:

“I giocatori non sono disposti ad accettare nessun ultimatum.Crediamo che sia profondamente ingiusto passare da una divisione del business dal 50 e 50, al 47 per i giocatori e il resto alle società. Abbiamo negoziato sempre in buona fede per oltre due anni. Tuttavia l’ultima proposta dei presidenti è stato un tremendo passo indietro. Siamo tutti maledettamente delusi. Siamo pronti a promuovere un’azione legale antitrust contro la National Basket Association. Ci hanno messo davanti un ultimatum inaccettabile estremamente iniqui che rifiutiamo e rispediamo al mittente”.

Lockout Nba, ultimatum respinto: i giocatori dicono no. E i proprietari gongolano

Si era arrivati all’ultimo atto del braccio di ferro che tiene in scacco il campionato di basket Nba: dai proprietari ai giocatori, una proposta – l’ultima – da prendere o lasciare. E il sindacato dei cestisti ha fatto conoscere ala risposta: secco no, il lockout va avanti.

La Players Association, quindi, ha respinto l’offerta avanzata a nome delle franchigie dal commissioner David Stern che metteva sul piatto un ammontare tra il 49% e il 51% delle risorse totali (il precedente contratto, scaduto, fissava il valore sul 57%). La replica è giunta per bocca di Derek Fisher, massima figura sindacale:

“Non possiamo accettare l’attuale offerta della Nba sul tavolo”.

La decisione ha fatto seguito alla riunione svolta a New York alla presenza di 43 membri in rappresentanza di 29 squadre. A questo punto, sembra paradossale ma chi gongola sono i proprietari perché, sebbene i vertici del sindacato (notizie freschissime riportate da Espn) abbiano ricevuto mandato di concludere un accordo che preveda una ripartizione 50-50 e si concentri sulll’apporto di benefici maggiori rispetto al salary cap e alla durata dei contratti, i referenti delle franchigie sono (almeno una buona parte di essi) contrari non solo alla ripartizione del 50-50 (per cui si intenderebbe da ora in avanti presentare solo offerte al ribasso).

A rendere ancora più debole la posizione sindacale, anche il tentativo di spaccare la rappresentanza messo in atto da alcuni degli agenti più potenti.

Ultimatum della NBA, giocatori spaccati!

La decisione mercoledì: una cinquantina di giocatori sostenuta dai superagenti pronta a sciogliere il sindacato mentre i bigs sono sulla linea dura di Derek Fisher

  • E’ scattato l’ultimatum della NBA e i giocatori hanno tempo fino a mercoledì per rispondere  e sembra che per l’ennesima volta diranno no. Il presidente del sindacato giocatori Derek Fisher ha detto che non  voterà l’offerta dei proprietari, anche se molti media statunitensi sostengono che si prevede un ribaltone con la riunione dei 30 leader sindacali dei club prevista per oggi. Anche se i giocatori hanno ancora 24 ore di tempo,, hanno già cominciato a muoversi per il grande golpe.
  • Secondo ESPN  gli ‘indignati’ hanno cominciato la raccolta di firme per raggiungere quel 30% tenuto a presentare la proposta di scioglimento  al  Comitato Nazionale di Lavoro degli Stati Uniti. In totale 130 giocatori necessari per formalizzare questo atto  per iscritto, cosa che Paul Pierce pensa di poter ottenere in due giorni  anche se per ora i dissidenti sarebbero  una cinquantina.

NBA, arriva l’ultimatum di Stern al sindacato dei giocatori

David Stern, commisioner della NBA, ha negato che si tratti di un vero e proprio ultimatum, ma in realtà poco ci manca. Del resto come definire altrimenti quella che a tutti gli effetti suona come un’ultima proposta presentata ai giocatori? Entro e non oltre mercoledì o il sindacato giocatori accetterà la proposta del 51% del BRI (gli introiti della Nba) oppure la nuova offerta che sarà loro presentato sarà ancora più bassa: ovvero non più del 47%. Una presa di posizione netta, che non lascia spazio a fraintendimenti di sorta, come mai era avvenuto in precedenza in questa lunghissima ed estenuante trattativa, che vuole mettere a nudo tutte le certezze del sindacato che, per la verità, ha già mostrato qualche crepa negli ultimi giorni: se il sindacato dovesse rifiutare anche questa proposta, si potrebbe anche arrivare a ciò che tutti temono ma che non vogliono vedere realizzato: ovvero alla cancellazione totale della stagione 2011-2012. Il nuovo no è arrivato al termine di un’altra inifinita giornata di trattative durata ben otto ore e che ha portato come risultato zero passi in avanti.  “Speriamo che il rinvio porti il sindacato a definire la propria posizione e ad accettare l’accordo – ha detto Stern all’uscita dall’incontro – Non farò percentuali o previsioni, niente del genere. Vogliamo che i nostri giocatori scendano in campo perché vogliamo avere un campionato“. Ma a giudicare dalle parole del legale dei giocatori Jeffrey Kessler però è difficile ipotizzare un ammorbidimento delle posizioni dei giocatori. “Non si lasceranno intimidire. Vogliono giocare, vogliono un campionato, ma non sacrificheranno il futuro di tutti i giocatori Nba davanti a questo tipo di minacce. Derek Fisher non la vede così, Billy Hunter non la vede così, il comitato esecutivo non la vede così”. “È un’altra giornata triste – ha chiosato Fisher – per i nostri tifosi e per tutti i lavoratori del settore. Noi abbiamo fatto uno sforzo per provare a concludere l’accordo”.

Una NBA con 82 partite non serve a nessuno!

Lo dice il Commissioner David Stern dopo una nuova rottura nella trattativa accusando il legale del Sindacato dei Giocatori.

Non è ormai più possibile offrire una stagione completa. Non ci può essere ormai una stagione degna di una vera NBA, mancano i presupposti. Ci scusiamo con i lavoratori, i tifosi e gli imprenditori colpiti “.

Il giorno di Halloween, la tradizionale vigilia dell’inizio del campionato professionistico che cade il 1° novembre, David Stern non poteva essere più esplicito  dopo il fallimento dell’ultimo incontro tra i proprietari e il sindacato giocatori per cercare di chiudere la vertenza per il rinnovo del contratto che va avanti dal 1° luglio. Quattro mesi di lotta sindacale aspra e che nemmeno l’intervento di  Barack Obama, grande appassionato di questo sport, è riuscito a sbloccare anche se la cima sarebbe vicina perché l’accordo balla su un 2% cento che sembra più, a questo punto, una questione di principio più che di sostanza.
Preoccupatissimo, il Commissioner della NBA  ha accusato  Billy Hunter, il legale del sindacato giocatori, per la nuova rottura:

Billy è uscito dalla stanza e se n’è andato dicendo  che non scenderà di un centesimo sotto il  52%. Abbiamo provato a fare un’ultima offerta ma ci ha risposto  che ormai era finita“.

Lockout Nba, non si gioca fino al 30 novembre

Nba ancora in alto mare: il lockout non si ferma e la Lega americana cancella iulteriori due settimane di regular season, visto che – è ufficiale – non si giocherà almeno fino al 30 novembre. Il che equivale a dire addio ad almeno un altro dato: le 82 partite che normalmente danno vita alla fase regolare nonle si potrà giocare tutte.

Altro niet dopo tre giorni consecutivi di trattative: lo scoglio insormontabile, tra giocatori e proprietari, è sempre quello, la ripartizione delle risorse, altrimenti noto come Basketball Related Income (BRI). I primi non scendono oltre il 52% (dal 57% precedente) degli introiti, i secondi puntano al 50-50.

Il passaggio eventuale dal 57% al 52% comporterebbe per i cestisti oltre 1,5 miliardi di dollari di perdite in 6 anni; dall’altro lato, i proprietari affermano che la divisione a metà porterebbe alle franchigie di recuperare una parte consistente (280 dei 300 milioni) delle perdite accumulate nell’annata passata. David Stern, commissioner Nba, ha affermato:

Nba, Stern: “Accordo o lockout fino a Natale”

Si decide martedì. O l’Nba parte subito oppure fino a Natale non se ne parla. Lo ha ribadito il commissioner del basket statunitense di massima categoria, David Stern.

“Se non ce la facciamo martedì – ha affermato Stern in vista della riunione stabilita da proprietari delle franchigie e delegazione sindacale che fa capo ai cestisti – non giocheremo a fino a Natale“.

Il lockout, quindi, è a una fase di svolta: l’intesa sul rinnovo del contratto collettivo ha già portato alla sospensione delle prime giornate di  regular season e proprio il prossimo martedì sara giornata campale per conoscere i destini a breve termine dell’Nba.

 

Lockout Nba, Dwyane Wade: “Stern fa del male a chi lavora”

Andrea Bargnani, Derek Fisher, LeBron James e ora anche il suo compagnio di squadra nelle file dei Miami Heat. Dwyane Wade: il lockout Nba sbarca su twitter e a intervenire per inoltrare al contempo un pensiero che i tifosi possano recepire e un attacco diretto – sembrano le sue penetrazioni sul campo – a David Stern, commissioner della league nord-americana. Dichiara Wade:

  • Le parole di Stern fanno male alle persone che lavorano nelle arene, al business locale e ai nostri tifosi. Questa è una serrata, non uno sciopero”.

Lo stesso Wade aveva alzato la voce nel corso di una delle ultime riunioni, fiume e inutile, tenute tra delegazione di giocatori, delegazione di proprietari e referenti istituzionali (tra cui lo stesso Stern).

Boh, non saprei. E’ come se due colpevoli si accusassero a vicenda per scagionarsi.

Il rischio è che si ritorni al 1998 anche sotto il profilo delle figure di emme. Nella circostanza, ricordo un’uscita di Patrick Ewing il quale affermò – a lockout in corso – che

“facciamo un sacco di soldi, ma spendiamo un sacco di soldi”.

Qualcuno osò andare oltre (chi, tra i giocatori dallora in attività francamente non lo ricordo) affermando che

“la manutenzione e l’assicurazione dei miei otto veicoli costa la bellezza di 75.000 dollari l’anno”.

Maledetto me: da sei mesi con i mezzi pubblici perchè la benzina non riesco neanche più a pagarmela…

Serrata dura, lockout a oltranza: l’Nba non parte

* con piacere anticipiamo la new entry nel club di pallarancione.com di un mostro sacro del basket italiano. La penna di Enrico Campana ha saputo e continua a essere micidiale come le schiacciate in faccia all’avversario che hanno segnato la storia della pallacanestro. Averlo in squadra, continuare a imparare anche solo standogli di fianco o comunicando qualcosa via msn è un onore. Perchè, alla fine della giornata, resti l’ignorante di sempre ma sei di volta in volta più imparato cresciuto. E non sai mai – davvero mai – se a lasciare il segno è stato più l’uomo Enrico o il professionista Campana.

Che, per intanto, si presenta così.

*di Enrico Campana

Era scontato da tempo, anche se è di poche ore fa  l’ultima fumata nera nella difficile vertenza fra i proprietari della NBA e l’Associazione Giocatori per cui la serrata  (lockout) è ufficiale.

Il summit di lunedì sera a New York, ultima possibilità di far partire il campionato professionistico il 1° novembre dopo aver perso già 200 milioni di dollari con la cancellazione delle pre-season, è stato snervante e interminabile e dal bui di una notte newyorkese si materializza una realtà  devastante. E questo  dopo 3 mesi e mezzo di schermaglie, colloqui interrotti sul nascere, con i proprietari che vogliono recuperare una fetta dei proventi (dal 57% garantiti ai giocatori al 50% minimo, anche se la loro richiesta iniziale è stata del 47%) per far ripartire il campionato. Il commissioner della NBA, l’avvocato David Stern dopo 7 ore di discussione ha abbassato la guardia annunciando ai giornalisti che le prime due settimane della regular season verranno cancellate.

L’ipotesi è quella di ripartire il 15 dicembre.

“Abbiamo sperato fino all’ultimo di poter trovare un accordo ma non ci siamo riusciti. A questo punto siamo costretti a cancellare le prime due settimane di regular season. Noi e il sindacato purtroppo siamo lontanissimi su troppe questioni”,

ha ammesso il commissioner che da parte sua è colpito nel portafogli in quando viene congelato il suo stipendio da 24 milioni di dollari, mentre quello medio dei giocatori è di  ben 5,4 milioni di dollari. E’ vero però che ci sono giocatori che guadagnano 4-5 volte tanto, ad esempio  Kobe Bryant ne guadagna  25 milioni, mentre per quanto riguarda gli italiani Andrea Bargnani ha firmato l’anno scorso con quinquennale per 50 milioni,  10 all’anno, mentre Danilo Gallinari (che ha debuttato domenica con la maglia Armani) guadagna 4 milioni e il suo contratto con Denver scade al termine della prossima stagione.

Lockout Nba, annullate due settimane di regular season

Nessuna sorpresa, lo sapevamo e ora è ufficiale: un’altra riunione di sette ore a far da intermezzo poi, proprietari di franchigie e giocatori inmpegnati a New York a cercare di scongiurare il lockout, hanno concluso con un nulla di fatto che determina l’annullamento delle prime due settimane di partite della stagione alle porte.

La lega nordamericana di basket NBA, infatti, non ha potuto far altro che prenedere atto della serratat in corso e annunciare l’annullamento delle prime due settimane di stagione 2011-2012.

La vertenza in essere tra proprietari delle 30 squadre Nba e giocatori, che si protrae dallo scorso luglio, ha di fatto portato alla cancellazione delle prime gare di annata.

Le parti restano distanti, il commissario dell’Nba David Stern non ha potuto far altro che prenderne atto e dare il via all’iter che tanto – troppo – richiama alla memoria quanto accaduto nel 1998-1999: più di una gara non disputata, stagione rinviata.