NBA scopriamo il salary cup

In questo periodo così particolare per lo sport, anche in Italia si sta parlando con insistenza di sostenibilità economica per le squadre sportive e di come provare ad evitare di creare un gap eccessivo tra le squadre di uno stesso campionato (in questo caso il riferimento è soprattutto alla serie A di calcio) che porti, come conseguenza, ad un minore interesse per le competizioni. E dunque si analizzano con interesse vari modelli seguiti a livello internazionale e tra questi indubbiamente c’è anche il salary cap della NBA.

Ad approfondire l’argomento è stata Betway che ha realizzato un articolo con una infografica interattiva che prende in considerazione il fenomeno del salery cup e la sua evoluzione nel corso dei suoi prima 35 anni di vita. Iniziamo subito a spiegare che cosa è il salary cap: in pratica tutte le franchigie della National Basketball Association sono “costrette” a  spendere ogni anno per i contratti dei giocatori una cifra precedentemente stabilita. Se ad esempio la somma dei contratti in un anno è di 100 milioni di dollari, questa non può essere superata ma al contempo non può neppure scendere di oltre il 10% e dunque per tutti i contratti di un team non si può spendere meno di 90 milioni di dollari e non più di 100 milioni.

salary cap

Volete sapere le cifre decise per la stagione 2019 – 2020 in merito al salary cap? Ve le diciamo subito. La soglia massima è stata fissata a 109.140 milioni di dollari mentre l’ammontare minimo da spendere in stipendi è 99.226 milioni. Si tratta della cifra più alta registrata nella storia dell’NBA, segno che il basket a stelle e strisce continua la sua inarrestabile corsa al successo globale.

Il dato è ancora più straordinario se confrontato con le cifre del passato: quando è stato introdotto nel 1985, il salary cap arrivava alla cifra 3.6 milioni di dollari. Dopo 5 anni, nel 1990, era quasi quadruplicato visto che il tetto massimo era fissato a 11.8 mentre è arrivato ad essere quasi già 10 volte tanto nel 2000 toccando la cifra di 35.5 milioni. Nel 2010 si arrivò a 58.04 e dunque nell’arco di 10 anni, il salary cap è quasi raddoppiato.

Alle limitazioni della salary cap esistono alcune eccezioni che potete scoprire nell’articolo linkato all’inizio di questo post. Oltre alla eccezioni ovviamente esistono anche le sanzioni che sono particolarmente pesanti e dunque i team fanno ovviamente di tutto per rientrare nei limiti consentiti.

Quello che ci chiediamo dopo aver conosciuto le regole di base del salary cap è se questo sistema potrebbe essere applicabile o meno anche allo sport italiano. Difficile rispondere: l’ipotesi più plausibile è che se presa in considerazione questa ipotesi, dovrebbe essere rimodellata per la specificità italiana che è molto differente da quella USA. Ricordiamo infatti che nell’NBA non esistono promozioni e retrocessioni e come le franchigie possono potenzialmente cambiare di città se una certa società che ne detiene il controllo ha problemi economici.  Un modo di concepire lo sport profondamente diverso dal modello italiano che per certi versi è simile anche a quello degli altri paesi europei.

The Last Dance, il nuovo documentario sui Bulls di Jordan è arrivato

Una vera e propria chicca, l’ideale per tutti gli amanti della palla a spicchi. Stiamo parlando di The Last Dance, ovvero il documentario che da poco è stato lanciato su Netflix e che sta ottenendo un successo clamoroso. Sono ben dieci gli episodi in cui viene riassunta la carriera di Michael Jordan, ma in modo particolare la sua ultima stagione che ha portato al titolo con la maglia dei Bulls.

The Last Dance

Nba, ecco perché i Warriors non hanno voluto alcun documentario

Fa certamente discutere The Last Dance, ovvero il documentario legato alla storia dei Bulls e di Michael Jordan, che è stato da pochi giorni pubblicato su Netflix. Ebbene, a quanto pare, anche i Golden State Warriors hanno avuto la possibilità di girare un documentario simile, ma hanno preso un’altra decisione e non hanno voluto prendervi parte.

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Nba, come riprenderà il campionato? Tutte le opzioni sul tavolo

L’emergenza Coronavirus sta creando una serie di problematiche molto importanti in tutto il mondo, ovviamente anche nell’universo dello sport. Anche in Nba è arrivata la sospensione che tanto si temeva, dopo la notizia del caso di positività di Gobert, centro francese in forza ai Jazz.

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Turchia, il basket non è sospeso: si continua a giocare

In una situazione di emergenza a livello europeo, il basket in Turchia incredibilmente continua. Esattamente come la pallacanestro, anche tante altre discipline stanno proseguendo per la via maestra, cercando di rispettare le precauzioni minime, ovvero giocando le partite a porte chiuse.

turchia fenerbahce

Coppa Italia 2020: vince Venezia, Brindisi sconfitta ancora sul più bello

Una qualificazione che è giunta praticamente all’ultimo secondo e una Coppa Italia 2020 che si aggiunge all’albo d’oro. Le vittorie più belle, probabilmente, sono anche quelle più inaspettate. Ed è abbastanza facile notare come, fino a qualche tempo fa, nessuno si sarebbe mai aspettato un simile exploit da parte di Venezia.

venezia pinar

Next Gen Cup 2020, l’edizione 2020 finisce a Venezia

È l’Umana Reyer Venezia a vincere l’edizione 2020 della Next Gen Cup, il più importante torneo giovanile in Italia che si riferisce ai giovani. È stato premiato Davide Casarin come MVP della manifestazione, proprio per il grande contributo che ha dato alla squadra, trascinandola di fatto fino a poter mettere le mani sul trofeo.

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Kobe Bryant, che tragedia: muore con la figlia in un incidente in elicottero

Un vero e proprio dramma si è schiantato sul mondo dello sport e non solo su quello della pallacanestro. Infatti, ha perso la vita uno dei più grandi cestisti di tutti i tempi: si tratta di Kobe Bryant, stella che ha scritto la storia dei Lakers vincendo la bellezza di cinque anelli, nella continua impresa di emulare e sorpassare anche Michael Jordan.

Serie A: che colpo di Cantù a Milano, Virtus in testa da sola

Cantù nel derby a Milano vince in maniera sorprendente con il punteggio di 83-89 e fa scivolare la squadra di Messina sempre più in crisi. Un derby tanto spettacolare quanto equilibrato, con la squadra meneghina che trascorre buona parte della partita sotto nel punteggio, per poi risalire la china e trovare, con orgoglio, il sorpasso, grazie alla grande prestazione del duo Micov – Scola.

Eurolega: a Milano non riesce l’impresa di battere il Cska a domicilio

Prima sogna per oltre tre quarti, poi negli ultimi dieci minuti il brusco risveglio, ma è una Milano sicuramente in crescita in campo europeo, dal momento che è riuscita a tener testa per buona parte del match ad una delle favorite per la vittoria finale del torneo. Uno dei giocatori più decisivi è stato, guarda caso, un italiano, ovvero quel Daniel Hackett mai capito probabilmente a livello nazionale, ma tanto efficace e di alto livello con la maglia della squadra russa.

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Derby Bologna, la Virtus non lascia scampo alla Fortitudo

Non c’è stata partita: doveva essere il derby di Natale più bello e avvincente degli ultimi anni, eppure la Virtus ha dominato in lungo e in largo una Effe che è sembrata sempre in balia dei propri avversari e cugini, incapace di rispondere al predomino atletico e a bloccare il pick’n’roll della Virtus.

Derby Bologna

Trieste trova lo sponsor: ossigeno per le casse societarie

Un momento particolarmente importante per la Pallacanestro Trieste, dal momento che finalmente ha un nuovo sponsor sulle magliette. Si tratta di Allianz, che ha deciso di entrare a far parte della squadra triestina, dopo che quest’ultima aveva preso il via alla stagione senza alcun marchio sulle divise da gara.

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Basket femminile: Matilde Villa, a 14 anni è già un fenomeno

A quattordici anni passare su tutti i giornali italiani non è semplice: bisogna avere qualcosa di speciale e lei, Matilde Villa, probabilmente ce l’ha. Ed è anche abbastanza semplice notarlo, dal momento che la sua passione sconfinata nei confronti della pallacanestro emerge in modo molto semplice ad una prima occhiata.

Nba, Curry si rompe la mano: Golden State in piena emergenza

Non bastava tutto quello che è successo in estate, con gli addii di Kevin Durant e di Andre Iguodala e lo smantellamento del gruppo che è stato in grado di ritoccare dei record che, siamo sicuri, dureranno molto nella storia della Nba. Infatti, adesso, dopo poche partite dall’inizio della stagione, sembra proprio che questa sia una stagione maledetta per i Warriors.