I grandi del basket, Mitch Richmond

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Buona tecnica, ottima capacità realizzativa sia da fuori che in penetrazione, potenza ed eleganza racchiuse nei 196 centimetri di altezza e nei 98 chili di peso. Questo era Mitch Richmond, uno dei cestisti più apprezzati della sua generazione, nonostante i pochi titoli messi in bacheca. I Golden State Warriors lo notarono alla Kansas State University e non persero l’occasione di garantirsi le prestazioni di quel gigante dal tiro perfetto.

Nella prima stagione con i Warriors Richmond incantò le platee di ogni latitudine, mettendo a segno una media di 22 punti a partita, che andavano ad aggiungersi alla media di 5 rimbalzi e 5 assist. Un buon inizio per la giovane guardia, che riuscì a trascinare la sua squadra fino al secondo turno dei play-off.

Meno fortunata la seconda stagione, nonostante le solite medie garantite da Richmond, che però ebbe modo di rifarsi nella terza stagione con la canotta dei Golden State, quando portò nuovamente la squadra in post season. Al termine della stagione arrivò l’addio di Mitch agli Warriors, che preferirono cederlo ai Sacramento Kings. Qui il gigante riuscì a ritagliarsi un ruolo da protagonista, sebbene la squadra non fosse costruita per lottare per il titolo finale. Le delusioni a livello di squadra venivano compensate dai successi personali, come la chiamata in nazionale per le Olimpiadi del 1996 ad Atlanta, dove Richmond riuscì a mettersi al collo la medaglia d’oro.

Terminata l’avventura con Sacramento, Mitch si trasferì a Washington, dove però non riuscì a mettere in mostra tutta la propria classe, restando spesso sotto la media dei 20 punti a partita. L’ultimo anno da professionista coincise anche con la più grande soddisfazione a livello di club. Richmond decise infatti di concludere la carriera con i Los Angeles Lakers, riiuscendo finalmente a conquistare un titolo NBA, sebbene il suo minutaggio in campo sia stato limitato per tutto il corso della stagione.

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