NBA, questa Orlando is…Tragic

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Nove partite nel corso della regular season Nba del 30 gennaio: fine mese disastroso per la squadra di coach Van Gundy che continua a perdere, Howard non  è un gran attaccante e a Filadelfia Ryan Anderson ha preso più rimbalzi (20) del famoso compagno. Esplode Beasley, i Clippers stoppano Oklahoma. Minnesota vince a Houston con 18 punti e 11 assist di Ricky Rubio. Belinelli ko a Miami. Con 0-7 e 1 solo punto in 34’ di Rudy Gay, il suo miglior giocatore, Memphis è stato messo alle corde per 3 tempi da San Antonio che contende con 13/9  il 1° posto nel Southwest  a Dallas avendo vinto la sua terza gara in trasferta grazie al suo centro di riserva, il bianco Matt Bonner,  in serata di grazie miglior (top scorer con 15 punti), 12 assist di Tony Parker in 39’ molto sofferti per le percentuali di tiro (2/9, 5 punti) e miglior rimbalzista (con 10 palloni)  una guardia,  Kahwi Leonard.

Dopo 2 sconfitte nell’ultima settimana (5 totali)  Chicago è tornato a vincere a Washington  con 35 punti (14/15 dalla lunetta!) di Derrick Rose e la doppia del francese Joaquin Noah (14 punti, 13 rimbalzi) e raggiunge per prima le 18 vittorie riavvicinandosi a Oklahoma che ha una sconfitta in meno e lunedì notte ha subito i Clippers  di Chris Paul (14 assist) nonostante 36 punti (e 13 rimbhalzi) di Kevin Durant e 31 di Westbrook. I 76ers diventano formazione di trend grazie a “Iggy” Iguodala vicino a un’altra tripla (14 punti, 11 rimbalzi, 7 assist) a spese di Orlando versione Tragic più che Magic, 33% al tiro. I  69 punti sono spiegabili con l’ 1/9  di Turkoglu (1/5 da 3),il  3/13 di  Redick, il 5/13 nei liberi  e il 5/17  totale di Howard il quale  però salva la faccia con una doppia (11 rimbalzi, 17 punti) in una sera dove però  il combattivo Ryan Anderson, ala di pelle bianca, fa meglio ai rimbalzi (ben 20!) del famoso compagno, il  pezzo più ambito del mercato.

Minnesota (ultima  ma non perdente con 10/11…) nell’agguerrita  Northwest Division spazza via a Houston i Rockets (22 punti) grazie all’esplosione (34 punti, 12/12 ai liberi, 10/14 al tiro) del controverso  Micheal Beasley detto B-Easy per il talento che ha solo 23 anni e passato l’anno scorso da Miami a Minnesota cerca la sua dimensione. Entrato come secondo cambio, l’ex ala di Kansas premiato dal draft ma non dai risultati ha  dato la svolta alla gara.  Kevin Love ha segnato 29 punti e Ricky Rubio con 11 assist e 18 punti ha confermato di poter giocare alla pari con le migliori guardie. Il piccolo spagnolo arriva al 3° posto fra gli assist-man dopo solo un solo mese di NBA.

Vola Miami (109 punti) con 22 punti e 11 rimbalzi di LeBron, il migliore del tridente degli Heat, e non c’è nulla da fare per gli Hornets, bravi contro Orlando, sempre mancante però di Eric Gordon. Marco Belinelli si distingue come rimbalzista (5 totali) più che come tiratore (5 punti, 2/6, 1/2 da 3 per un totale di 19 minuti conservando il posto in quintetto in attesa del rientro di Eric Gordon (problemi alla ginocchia) che ha saltato quasi tutto il primo mese.

Gennaio finisce  con Oklahoma al 1°posto  anche se lunedì ha subito la quarta sconfitta, fuori  coi Clippers  che riscoprono Caron Butler (22 punti nei primi 3 tempi!) . I Thunder  (16/4) scendono all’84,2% all’80% (unica formazione sopra l’80%), seguono nella fascia del 70%: 78,3%  Chicago (18/5), 75% Miami (15/5), 71,4% Filadelfia  e Atlanta (15/6), 70% Denver (14/6), con 66, 7 % i Clippers (12/6) guidano nella Pacific, leggermente sotto  con 63,6 % (14/8) i campioni di Dallas hanno ripreso il comando nel Southwest, la Division meno high-profile della NBA. Tornato Nowitzky hanno rivinto lunedì  notte di 23 a Phoenix (senza Steve Nash) con 25 punti (5/6 da 3) e 6 assist del sorprendente Delonte West, colui che si considera un artista in prestito al basket e sfoggia uno dei più ammirati tatuaggi della lega.

Questo significa che i Denver di Gallinari sono al 2° posto nella Northwest dietro i Thundercity e hanno fatto meglio delle prime della classe delle altre due Division dell’Ovest, annche se passano dal 3° al 5° posto assoluto grazie alla crescita di Atlanta (15/6) e alla vittoria casalinga di Filadelfia contro Orlando. Che invece è arrivato alla quarta sconfitta consecutiva, ha forse toccato il fondo della crisi tanto che si discute persino sulla non eccezionale leadership e il basso graffio come attaccante di Dwight Howard e sulla possibilità che Stan Van Gundy sia il prossimo coach a fare le valigie.

E’ di Miami, col ritorno di Wade, la miglior striscia (4 vittorie) alla pari con Oklahoma, segue Filadelfia (3), maglia nera Charlotte,0/8, 3 vittorie, 18 sconfitte, il 14e% di vittorie per la squadra di Michael Jordan che passerà alla storia per essere stato imbattibile in campo e un disastro come proprietario. I Tre Tenori italiani coinvolti nel disastro azzurro agli europei che ha voluto dire la seconda Olimpiade persa consecutivamente sono fra i protagonisti della stagione. Gallinari è il top scorer di Denver, squadra da playoff, con 17,9 di media (su 20 gare) e ha firmato un quadriennale da 40 milioni di dollari. Da parte sua Andrea Bargnani ha giocato solo 13 gare ma con 23,5 di media è fra i Top ten della NBA e indiscusso top scorer dei Raptors (il 2° è  DeRozan, 14,6 di media).

Infine, Marco Belinelli è starter a New Orleans, squadra di fascia bassa, però è il 5° come punti (9,5 di media) e il 1° come precisione nel tiro da 3 (32%), e ha fatto meglio di quel tal DeJuan Summers (7 punti senza nessun errore contro Miami ma retrocesso 10° giocatore) che Siena aveva presentato come colui che avrebbe spaccato il mondo. Difatti…

Il primo mese  dell’anno si chiude martedì notte con Denver  che fa visita a Memphis di Marc Gasol precipitati in pochi giorni dal 1° al 3° posto mentre Toronto ospita Atlanta, squadra brillante, guidata da Larry Drew, uno dei migliori stranieri della Scavolini e del campionato italiano.L’incognita è il problema al polpaccio di Bargnani senza il quale forse la squadra di Dwane Casey sarebbe più avanti in classifica.

Enrico Campana
[email protected]

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