Le ombre della scuola e le luci del PalaLottomatica

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Tempo di riflessioni dopo l’uscita di Siena dall’Euroleague.

Oggi , con la poca tv cestistica italiana, leggo e su alcuni quotidiani si parla di argomenti che, da padre e da addetto ai lavori, mi sta particolarmente a cuore: la scuola e lo sport per i giovani secondo una recente inchiesta di mercato. Mi soffermerei soprattutto sul secondo tema. Perché, per chi mi ha letto in altre occasioni, riconduco il problema della stagnazione che subisce il basket al pessimo lavoro che scuola, Stato e autorità locali stanno facendo coi giovani.

A volte, tra una giornata (di campionato) e l’altra , si ha il tempo di leggere e guardarsi intorno. La stagione comincia ad essere piacevole per clima e temperature e una volta, in primavera, nei sempre insufficienti campetti sparsi in tutte le città e paesi italiani, si vedevano epiche sedute fiume di 1 contro 1, 3 contro 3  sino a giungere ai “tutti contro tutti” serale che la comunità sudamericano-filippina del mio paese metteva in scena sul campetto più bello di Villasanta.  Adesso si vedono pochi stakanovisti dei tabelloni di compensato con ferri senza retina. Un po’ perché c’è poca manutenzione di questi campi e un po’ perché, come ho accennato in apertura di queste righe, siamo gli ultimi  in Europa per attività sportiva soprattutto tra i  giovani.

Ventisettesimi su ventisette, preceduti dalla Grecia e dalla Romania… E ci chiediamo come mai non produciamo più campioni. Probabilmente, dietro qualche giocatore di Playstation,  qualche spettatrice di GF, qualche divanista convinto si nascondono potenziali campioncini. Ma se non ci sono gli strumenti, se non s’incentivano i giovani  con iniziative interessanti e divertenti, se le scuole fanno fare ginnastica da banco e i comuni fanno fatica a creare zone di aggregazione sportiva e non con motivazioni spesso speciose e risibili (oggi ho mangiato un dizionario, ma poi mi passa) manterremo questo record negativo.

Che tutti i dirigenti sportivi si preoccupino di ricostruire una base (cioè ragazzi e gente in genere che pratichi sport), anziché fare guerricciole tra poveri, perché se si va avanti così. tutti gli sport e relative organizzazioni ( e il basket non fa eccezione)  saranno  formate da eserciti in cui ci saranno solo  generali senza truppe, perché quest’ultime saranno spaparanzate su divani, davanti a televisori che trasmetteranno sport con giocatori non italiani .

Un po’ come l’uscita dall’Eurolega di Siena,  squadra più forte d’Italia , macchina un tempo perfetta ora usurata dal tempo (cronologico)  e dalle temperie (situazioni, ma leggi infortuni). In quell’ultima partita  gli italiani della MPS giocarono veramente poco : 9’ 35” tra Ress, Carraretto e Lechtaler, con un Aradori non entrato e le statistiche che non  sono più ricche  dei minuti di gioco (anche  se spesso queste dicono ma non raccontano):virgola punti, virgola rimbalzi e via virgolando. E sono giocatori del giro della nazionale, non comprimari di seconda fascia e questo  dice tante cose. Speriamo che questi numeri scuotano qualche coscienza importante e che smuova  l’animo di chi decide…

Il campionato tv questa giornata racconta una La7d  a Teramo ,dal palazzo meno pieno del solito, ma con una squadra che tenta di non cedere contro Cantù , inutilmente. Un po’ come il prodotto televisivo, che non riesce mai a raccontare completamente quello che succede in campo, ma soprattutto grazie al commento che non commenta…

Rai Sport 1 invece con Acea Roma vs Benetton, diventata una classica nel decennio scorso, non ha fatto un brutto lavoro, come selezione delle immagini: il vero problema è il palazzo, che è si la versione ridotta del PalaLottomatica , ma le luci sono le più terrificanti di tutta la serie A. Tutto il centrocampo è un riflesso unico e non si vede nulla, a causa delle luci mal posizionate. Una regola aurea di qualsiasi palasport dovrebbe essere quella delle luci “a pioggia” cioè sopra il campo, non di lato, altrimenti il  riflesso è garantito.

Almeno qualcuno riflette…

Giancarlo Fercioni – Regista Tv

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