I grandi del basket, Kevin Willis

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Nell’NBA ci sono diversi esempi di longevità, ma sono ben pochi i casi di giocatori capaci di restare sul paequet per 21 stagioni. Uno di questi è Kevin Willis, centro imponente di 213 centimetri, nato a Los Angeles, ma trasformato in giro per varie città americane.

Ad accorgersi per primi delle sue potenzialità furono gli Atlanta Hawks, che lo scelsero nel 1984 per farne una delle colonne portanti della squadra. Ad Atlanta Willis trovò il compagno ideale in Dominique Wilkins, altro beniamino del pubblico di casa.

Insieme i due trascinarono la squadra per diverse stagioni, pur non arrivando mai alla conquista del titolo finale. In particolare Willis seppe ritagliarsi un ruolo da protagonista, arrivando spesso in doppia cifra sia nei punti messi a segno che nei rimbalzi conquistati.

Dopo le dieci stagione trascorse ad Atlanta, il gigante californiano cominiciò a girovagare per l’America, vestendo le canotte dei Miami Heat, del Golden State Warriors, degli Houston Rockets, dei Toronto Raptors, dei Denver Nuggets e poi ancora dei Rockets, fino ad arrivare ai San Antonio Spurs, squadra ambiziosa e composta di talenti pronti a lottare per il titolo finale.

E titolo fu, nella stagione 2002-2003, quando Willis offrì un contributo essenziale alla squadra che vedeva tra le sue fila mostri sacri come Tim Duncan e David Robinson. Terminata l’avventura con San Antonio, decise di tornare ad Atlanta per concludere degnamente la carriera professionistica di fronte al pubblico che lo aveva applaudito per una decina di stagioni.

A permettergli di conquistare il record di stagioni in NBA (21, a pari merito con Robert Parish, il quale però disputò un numero superiore di partite) ed il primato di giocatore più anziano mai sceso in campo (44 anni) furono i Dallas Mavericks, che lo ingaggiarono per 10 giorni nella stagione 2007, consentendogli di giocare le ultime cinque gare della sua lunga ed interminabile carriera.

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