Chicago dice 33, Gallinari stenta a ritrovare il tiro

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Serata da dimenticare per le squadre californiane, si salva solo Sacramento all’indomani della conferma del suo coach  Keith Smart e l’annuncio della costruzione della nuova arena  grazie al canestro finale  di Salmons contro i sempre combattivi  Hornets di Marco Belinelli (11 punti, 5/16, 0/3 da 3, 4 rimbalzi in 33 minuti).

Battuta in casa Golden State da Memphis, la squadra del giorno (9/1 nelle ultime 10 gare, come Chicago e Oklahoma , 5 vittorie nelle ultime 5 gare) trascinata dal tandem Gay-Marc Gasol che passa al 3° posto all’Ovest con 23/15 per un significativo 60,5 e ha superato nel ranking non solo Dallas ma anche le due losangeline che hanno perso le ultime 4 gare. I Lakers a Washington non hanno avuto la solita doppia-doppia di Bynum e sono riusciti a farsi recuperare 19 punti dai Wizard, squadra di bassa classifica,  nonostante John Wall non abbia regalato al suo pubblico gli abituali momenti di spettacolare follia. Un canestro di Jordan Farmar, ex dei Lakers e play del Maccabi nella prima parte di stagione, ha invece punito i  cugini dei Clippers che sentono sempre più il peso dell’infortunio di un giocatore importante come  Billups, tiro da 3, difesa e personalità e avrebbero bisogno un giocatore come il senese McCalebb, il cui nome circola in questi giorni sulle bocche dei manager NBA.

Salvo una fugace puntata dei Lakers in cima al ranking della Pacific Division,  nelle prime 40 partite sulle 66 della regular season hanno sempre comandato i Clippers di Vinnie Del Negro diventato coach dopo l’esperienza di giocatore a Treviso, ma appaiono sull’orlo di una crisi di identità con 4 vittorie nelle ultime 10, e 22/15, 59,5%. I Lakers hanno fatto leggermente meglio e accorciato le distanze (6/4 nelle ultime 10 gare, 23/16, 59%), è emerso il buon lavoro sulla difesa di Mike Brown, è cresciuto Pau Gasol , si continua a rimpiangere il sogno estivo di  Howard e Paul svanito per l’intervento del commissioner David Stern, ma ha perso ben 14 gare su 20 in trasferta e non basta più un Kobe Bryant all’altezza della sua fama e che ha tirato la carretta anche dopo la frattura al naso nell’All Stsr Game.

Intanto Chicago riesce a far quadrare il cerchio, è la squadra che ha giocato e vinto più gare, ben 41, col successo n.33  a Milwaukee, una squadra di alti e bassi che vive sui canestri di Jennings e le lune del turco Iliasova, propiziato da Dedrrick Rose tornato in salute (30 punti e il canestro decisivo). Chicago è adesso 33/8, unica sopra l’80 %, davanti a Oklahoma (31/8) e Miami (30/9) che hanno giocato meno gare.

Molte gare si sono decise nel foto-finish, il canestro più spettacolare è stato quello firmato da Kyrie Irving a Denver. Solito passo falso casalingo della squadra di coach Karl dopo una bella serie di vittorie che l’aveva  riproposta all’attenzione generale nonostante una serie di infortunio, fra i quali quello di Gallinari che stenta a rientrare nei meccanismi dopo il mese di assenza. Un suo assist schiacciato a terra per Afflalo in contropiede è stato riproposto fra gli higlight, ma gli manca il ritmo di gara e la convinzione al tiro, un solo canestro su 7 tentativi, un “contributo” al pessimo 20% da 3 punti dei Nuggets che hanno pagato anche le 7 palle perse di Ty Lawson uscito sconfitto dal duello con diciannovenne Irvin che si conferma la matricola dell’anno (davanti a Ricky Rubio, una delle 2-3 ragioni della crescita di Minnesota arrivata nel giro delle squadre candidate ai playoff) con un coast-to-coast spettacolare a 10” dalla fine. Marcato stretto da Afflalo, parte in palleggio dopo una finta rasente alla linea lunga dell’out, poi obliqua sulla sinistra per il sottomano leggermente ritardato, 101-99 a 4”. Tenta di imitarlo Ty Lawson, ma il suo sottomano  in una selva di braccia tocca il tabellone e cade sul ferro, e gli arbitri non se la sentono di fischiare il fallo.

Non c’è stata storia nel big-match dell’Atlantic Division, Filadelfia difende alla grande il suo 1° posto, reduce da una bella serie l’altalenante Boston  di questa stagione mancava del suo centro  O’Neal mentre  Rondo sarebbe sul piede di partenza in cambio di Dwight Howard sul quale punta anche Chicago. In una serata non brillante di Wade (distorsione alla caviglia) al solito ci ha pensato – Super LeBron con 31 punti e 13 rimbalzi,Miami ha incontrato non poche difficoltà per domare Atlanta protagonista di un’ottima stagione grazie alla cura di coach Larry Drew. New York non può contare più sulla sorpresa di Lin che comunque ha segnato 20 punti e perso una palla sola, a San Antonio ha perso di nuovo con gli Spurs trascinati da Tony Parker (32 punti)  pagando  l’infortunio di Tyson Chandler  anche se in verità la matricola Josh Harrellson, ex di Kentucky, non è andato male (8 punti, 8 rimbalzi) e hanno pesato i 10 rimbalzi in meno. Shumpert è tornato in quintetto al posto di Fields, i canestri  di Anthony e  Stoudemire (45 punti totali) e i 18 del redivivo JR Smith, reduce dalla Cina, non sono serviti per tenere in equilibrio la partita. Kevin Love prenota una maglia per il Dream Team di Londra, magari a spese di Anthony, e Minnesota sale all’8° posto con 22/19, una sola sconfitta in più di Denver che non hanno fatto giocare Mozgov e Kufos, oltre all’assenza di Rudy Fernandez (problemi alla schiena). Altra giornata importante per gli spagnoli, e oltre a un Calderon decisivo contro Houston, per la fortuna di Oklahoma mancante di un centro vero Sergi Ibaka ha tirato giù la bellezza di 20 rimbalzi confermandosi anche il re della stoppata.

Risultati mercoledì 7 febbraio: Toronto-Houston 116-98, Filadelfia-Boston 103-71, Washington-LA Lakers 106-101, Charlotte-Utah 93-99, Miami-Atlanta 89-86, New Jersey-LA Clippers 101-100, Milwaukee-Chicago 104-106, Oklahoma-Phoenix 115-104, Minnesota-Portland 106-94,  San Antonio-New York 118-105, Denver-Cleveland 99-100, Sacramento-New Orleans 99-98, Golden State-Memphis 92-100

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