I grandi del basket, Kevin Willis

Nell’NBA ci sono diversi esempi di longevità, ma sono ben pochi i casi di giocatori capaci di restare sul paequet per 21 stagioni. Uno di questi è Kevin Willis, centro imponente di 213 centimetri, nato a Los Angeles, ma trasformato in giro per varie città americane.

Ad accorgersi per primi delle sue potenzialità furono gli Atlanta Hawks, che lo scelsero nel 1984 per farne una delle colonne portanti della squadra. Ad Atlanta Willis trovò il compagno ideale in Dominique Wilkins, altro beniamino del pubblico di casa.

Insieme i due trascinarono la squadra per diverse stagioni, pur non arrivando mai alla conquista del titolo finale. In particolare Willis seppe ritagliarsi un ruolo da protagonista, arrivando spesso in doppia cifra sia nei punti messi a segno che nei rimbalzi conquistati.

I grandi del basket, Dominique Wilkins

Il palmeres non giustifica forse l’inserimento nella categoria dedicata ai grandi del basket, ma se si parla di stelle, non si può certo dimenticare Dominique Wilkins, se non altro per il gran numero di canestri infilati in carriera (26.668, decimo posto nella classifica NBA di tutti i tempi).

Gli Utah Jazz lo notarono sul parquet della Georgia University, ma al momento del dunque preferirono dirottarlo verso Atlanta.  Con la canotta numero 21 degli Hawks Dominique Wilkins costruì la sua fama di gran realizzatore, raccogliendo consensi in ogni dove per il suo gioco spettacolare.

Adidas e Josh Smith portano l’Nba a Milano: l’incontro – GALLERY

Occhi da ragazzo su un corpo da gigante. “Prima della gara? – racconta con un sorriso accennato – Nessuna scaramanzia ma almeno un’ora di sonno devo farla”. Lo sguardo non smentisce la carta d’identità – 25 anni – sebbene le manone di Josh Smith stringano decine di altre mani con la tempra di un’esperienza di vita già importante. Non si comporta da stella del firmamento nonostante i riflettori, le telecamere e i flash delle macchine fotografiche siano lì solo per lui. Milano lo accoglie in piazza Cannone sotto una pioggia costante ma fioca.

Non appena l’ala degli Atlanta Hawks calca l’area dirimpetto al castello Sforzesco, tuttavia, il maltempo concede una tregua. Un timido sole si affaccia e irradia calore. Tra centinaia di appassionati di pallacanestro che si alternano sui campetti predisposti da Adidas in occasione dell’NBA 5 United tour 2011, l’americanone arriva in silenzio. Per non disturbare i due quintetti in gara ed evitare di calamitare su di sé l’attenzione di una platea che, in ogni caso, attende solo di sentire lo speaker che ne annunci la presenza.

Pare timido, sicuro di sé ma pacato nei modi e nei gesti. Dà l’impressione che poche star sanno trasmettere: quella  di avere una vita semplice e normale. E di pensare a come difenderla nel migliore dei modi.

“I social network? Non li uso perché non fa parte del mio carattere rendere pubblico il mio privato. Mi piace conservarlo e preferisco di gran lunga il contatto diretto con le persone e i fans”.

Tenergli gli occhi puntati negli occhi costa la fatica di un torcicollo: i 207 cm di altezza gli consentono di svettare. Non fosse un giovane fenomeno dell’Nba, basterebbero anche solo i centimetri di cui l’ha dotato madre natura per garantirgli una fetta di notorietà.

Invece, Smith ha iniziato a inanellare canestri e stoppate sui parquet dei più importanti stadi a stelle e strisce. Ha cominciato a tenere a bada quei satanassi di LeBrone James e Kobe Briant nel corso della regular season. Ha provato a mettere un freno all’indemoniato Derrick Rose di Chicago, al quale gli Hawks si sono arresi dopo una serie combattuta. Ha tentato di far compiere ad Atlanta, dove gioca dal 2004, il salto di qualità che si attende da tempo mettendo in fila prestazioni da applausi. I play off, in ogni caso, non sono andati come sperava:

Playoff NBA, Chicago vola in finale

I Chicago Bulls hanno battuto in trasferta gli Atlanta Hawks 93-73 qualificandosi per la finale di Conference contro i Miami Heat. I tori hanno dominato la partita grazie alle ottime prestazioni di Derrick Rose, 19 punti (8/14 al tiro) e 12 assist  e Carlos Boozer autore di 23 punti, 10 rimbalzi e 5 assist.

Playoff NBA, Atlanta vince e pareggia nella serie

Sul filo del rasoio. La sfida tra Atlanta e Chicago vive sull’orlo dell’equilibrio. Ieri sera gli Atlanta Hawks sono riusciti a pareggiare la serie (2-2) dopo aver vinto 100-88 in casa.

Cinque uomini in doppia cifra per Atlanta: Joe Johnson (24 punti), Josh Smith 23 punti,  16 rimbalzi e 8 assist, Al Horford (20 punti, 5 rimbalzi, 4 assist), Jeff Teague e Jamal Crawford (12 punti).

Playoff NBA, Atlanta vince contro i Magic

Con la vittoria di ieri notte Atlanta è riuscita a rimanere in gara nei Playoff di NBA. Gli Haks, vincendo 88-84 contro i Magic in casa, si portano sul parzile di 1-2 e restano ancora in gioco prima di gara 4.

Per i falchi i migliori in campo sono stati Crawford (23 punti e 3 rimbalzi) e Johnson (21 e 5 rimbalzi).

LA Clippers batte Sacramento, Thanksgiving maledetto per i Kings

Giocare nel giorno del Ringraziamento, a Sacramento Kings, porta tutt’altro che bene. Dopo quella del 1996 contro Indiana, infatti, è giunto nel corso della notte un altro ko made in Thanksgiving.

A liquidare con un perentorio 100-82 Carl Landry e compagni ci hanno pensato i Los Angeles Clippers del duo Eric Gordon (28 punti) e Blake Griffin (a referto, il rookie, piazza 25 punti e 15 rimbalzi).

La vittoria dei Clippers, che bissano quella di lunedì contro New Orleans, allontana di fatto un periodo nerissimo che era coinciso con nove sconfitte consecutive.

Ha contribuito la tenacia dei Clippers, certo, ma è stato decisivo anche il pessimo bottino offensivo dei Kings che, per la quinta volta in stagione, si trovano senza nemmeno un elemento in grado di sfondare il tetto dei 20 punti. Il miglior marcatore di Sacramento, Carl Landry, si è fermato a 18; pessimo bilancio finale per Tyreke Evans che chiude con otto punti e cinque assist in 37 minuti.