Perché la polemica di Scariolo non arriva in Tv

In altre parole come te la racconto, come te la voglio vendere… In una settimana relativamente tranquilla  dal punto di vista televisivo, dopo l’All Star Game, mi sono messo (metaforicamente) alla finestra  a sentire l’eco e di cosa si parla (e si vede) in televisione e non, riguardo la palla al cesto. Normalmente quando non ci sono programmi  nuovi, si cercano argomenti alternativi, approfondimenti e quant’altro per mantenere alto il livello d’interesse, o addirittura per incentivarlo.

Temi baskettari di grande impatto? La querelle Scariolo – poteri forti  (ed underground) tra le società non ancora chiarita, anche se tutti hanno capito dove si vuole andare a parare . Poi il cambio  ventilato (promosso?, pubblicizzato?, preconizzato?) al termine del mandato Meneghiniano con il candidato “ministro degli esteri” visto e sentito in tutte le salse. Parentesi: essendo io un corpo estraneo a livello basket-politico, non mi permetto di giudicare il contenuto di tutto ciò. Al contrario ne valuto l’impatto mediatico: per fare un paragone ha l’importanza  di uno starnuto in mezzo all’uragano Katrina

Chi mai conosce l’offerta del basket in Tv?

… e  il giornale/ movimento del ’44 di Giannini non c’entra proprio per niente…

In compenso c’entra la mia volontà, approfittando della pausa del campionato per la kermesse dell’All Star Game italico, di mettermi (mentalmente e fisicamente) in pantofole per cercare di capire come lo spettatore sui generis vede la televisione  ed in particolare quella che riguarda la pallacanestro.

Intanto riassumiamo quello che si può trovare sui vari canali digitali , satellitari e quant’altro.

Il campionato italiano , è storia di questi ultimi mesi , galleggia su La7 (prevalentemente d) in orari che  son cambiati diverse volte anche per volontà “mitragliettiane” :troppo a ridosso del tg e troppo bassi gli share per “fare traino”  e su Rai sport 1 (quasi sempre, a volte RaiSport  2).

Grazie Lucio, perché non coinvolgerti?

Assistere a uno strano Siena-Milano il giorno che tutti ricordavano il nostro Lucio Dalla. Che c’entra col basket non va neanche chiesto, come non va chiesto perché un movimento con un bisogno più che fisiologico di testimonial accattivanti, intelligenti, di grande rilievo, abbia coinvolto questo innamorato del basket in modo marginale, anziché coinvolgerlo come avrebbe meritato e come sarebbe stato intelligente fare.

La dimensione vera di Lucio Dalla è stata  data dal cordoglio globale che ha accompagnato la sua dipartita . Era un genio, modesto e lieve nei suoi molteplici aspetti, vero esperto di tantissime cose tra le quali il basket, dove era in prima fila per comprensione ed amore del gioco. E il massimo dell’interesse che gli ha dato il basket sono state sporadiche (e superficiali) interviste più orientate sul clown che sull’artista. A me, regista televisivo, ex-animatore radiofonico e tuttora appassionato di musica, mancherà tanto anche se la sua musica ne continuerà il respiro.

Basket in Tv, che guaio venire dopo l’All Stare Game!

Ovvero  il campionato professionistico e quello  italiano. O  meglio: Nba Entertainment e l’equivalente italico. Premessa : non potendo spesso assistere in diretta  alle partite televisive e non dello sport che in cuor mi sta, abuso della tecnologia di MySky registrando  finche la memoria regge. E questo Weekend ho messo a dura prova apparecchiature e televisioni.

Oltre il superevento al quale lavoravo, Milan-Juve, ho registrato l’AllStar Weekend, l’anticipo su La 7d e il posticipo di Rai Sport. Da qui il  titolo di quest’articolo, che , attenzione , non vuole essere né cattivo  e tantomeno ipercritico, solo che l’accostamento tra le tre trasmissioni diventa impietoso di suo.

Coppa Italia, il chiaro Tv e il grigio degli arbitri

LO SPETTATOREGISTA: E VISSERO SEMPRE IMPRECISI E SCONTENTI…

Premessa:  è tradizione che qualunque cosa uno dica in ambito sportivo, e il basket non fa eccezione, troverà qualcuno in disaccordo se non in aperta polemica, perché puoi toccare qualsiasi cosa ma la squadra del cuore mai. E’ equiparabile ad una bestemmia. Su questo tema  (apro una parentesi) dovremmo tutti imparare da quel bimbo fenomenale visto sugli spalti di San Siro per Inter – Bologna  con il suo maxi cartello :

“Potete vincere? Altrimenti a scuola mi prendono in giro! Grazie, Filippo”

Final Eight Torino Mps-Armani, termometro sullo standard

SPETTATOREGISTA ALLE FINAL EIGHT – Il ritorno su La7 chiaro della partita più attesa ha segnato lo 0,5 di ahare per 146 mila spettatori. Sono più criptato di un segnale digitale, anzi sono più criptato di un dato negativo d’ascolto… Infatti si fa molta fatica a sapere come siano andati gli ascolti delle Final 8 a parte quelle giocate sulla rete principale…

Ma non è questo l’argomento di oggi, ma io sono svagato e divago come tutti gli svagati… Parliamo di aspettative  televisive. Tanto per far vedere che non sono proprio digiuno di citazioni:

“qui si parrà la tua nobilitate”

Divina Commedia, Inferno, Canto II.

Final Eight Torino, Siena-Milano al secondo atto

LO  SPETTATOREGISTA  ALLE FINAL EIGHT n.2: IL RITORNO

Come dicevo ieri, dopo aver fatto, disfatto e rifatto per mettere in piedi le riprese di un super evento come le Final  8 c’è una variabile imprevedibile ed una prevedibilissima. Quella imprevedibile è : che partita sarà? Sarà una di quelle che si fanno da sole, intense, combattute, con tanto spettacolo, episodi e tutto quello che serve per tenere incollati gli spettatori sugli spalti e non? Oppure sarà una di quelle spezzettate , con errori al tiro e palle perse a pioggia, arbitraggi troppo presenti,  zero intensità,  scarti in doppia cifra, una di quelle dove una delle squadre non vede l’ora di andare sotto la doccia?

SPECIAL Final Eight: diario di uno spettatoregista

Se nel campionato, la cosa si era diluita nelle settimane e nei mesi, nella Final 8 che è un evento a parte con un capo ed una coda ,e quindi  la lontananza dai palazzi e dalle regie mobili la sento molto di più. Quando c’è un evento di questo genere tutto comincia settimane prima ed è un crescendo via via che ci si avvicina all’evento. Si parte da discussioni estenuanti con la parte editoriale e quella produttiva mediata dal regista…

Quella editoriale chiede determinate cose, il regista per realizzarle chiede gli strumenti per poter mettere in pratica il tutto e la produzione cerca di ottenere i fondi sufficienti dall’editore venendo il più delle volte ridimensionati.  Risultato? La redazione riduce di qualcosa le pretese, la produzione riduce il budget e alla fine il regista riduce le speranze  di poterlo fare degnamente. Scherzo, così è esasperata la cosa , però diciamo che il principio è quello. Il trucco è chiedere molto di più per  ottenere un meno sufficiente alla bisogna…

Arrivano le Final Eight, sarà lo spot Tv del basket?

Dal Sei Nazioni  di Rugby alla Coppa Italia di Torino (16-129 febbraio): perché bisogna puntare sulla qualità più che sui numeri. Un weekend di sport, come tanti altri e come in tanti altri il basket è protagonista, o meglio, coprotagonista. Questo guardando i numeri degli spettatori che vanno nei palazzi nonostante l’inverno modello “era glaciale”. Però da coprotagonisti passiamo a figuranti speciali  quando dai palasport ci trasferiamo nell’ampio  panorama  televisivo.

In questo momento l’offerta supera abbondantemente la richiesta e quando questo accade bisogna fare in modo che la gente non si limiti a scegliere tramite il semplice zapping, ma sia informata, invogliata a vedere le partite . Poi , però, il fatto solo di andare in video non basta. Bisogna che chi guarda  sia invogliato a rimanere: questo è quello che fa la differenza tra i semplici “contatti” cioè il guardare per poco tempo e l’ascolto medio, in share o numerico cioè l’ascolto globale.

Per fare in modo che la gente continui a guardare è chiaro che devono esserci le condizioni per farlo: che la partita sia avvincente e che sia fatta vedere bene. Premessa lunghissima per considerazioni molto più brevi. Io ho passato questo fine settimana da telespettatore ed ho vissuto sulla mia pelle questa differenza tra ciò che mi piace (il basket) e quello che occasionalmente mi appassiona, tipo la nazionale di rugby nel Sei Nazioni. La differenza era tra una partita (basket) di appeal moderato (anche se molto combattuta), poco propagandata e mandata in onda in un orario difficile ed un’altra (rugby) di uno sport normalmente di nicchia che però ha saputo creare l’evento, pubblicizzandolo il più possibile.

Dal Superbowl Tv Show ai nostri piccoli progressi nel basket

IO VEDO POSITIVO…Nonostante questa mattina sia stata la più fredda da anni e nonostante le disavventure per l’auto che non parte bisogna essere positivi, anche se si fa fatica.

Televisivamente oggi non stato è per nulla faticoso, dopo aver visto la migliore tra le dirette sportive mondiali…

Il Superbowl  (la finale del campionato NFL) anche per chi ci capisce poco o nulla di football americano  è televisivamente un appuntamento unico e per gli addetti ai lavori ancora di più. In questa produzione televisiva vedi cose che noi umani italiani e non, per ora, possiamo solo  immaginare o sfiorare da lontano.

Perchè il basket in tv non cresce

L’Auditel falsa un giudizio sulle telecronache riguardanti il basket, ma  il problema parte dall’offerta “low profile”. Come tradizione vuole il sarto veste male , il medico non si cura più di tanto e il barbiere ha la barba lunga ed ha un inizio di calvizie. Io faccio il regista, ho studiato al liceo scientifico e sono scarsino anzichenò in matematica.

Però quando le cifre degli ascolti televisivi del girone d’andata  mi sono  fatto subito un idea complessiva. La prima cosa che salta agli occhi è che se si voleva dare una maggiore cassa di risonanza  rispetto agli anni precedenti la cosa non è stata così macroscopica, anzi.  Un’altra è che i numeri sono stranamente vicini e simili a gruppi.

In che senso? Nel senso che , operando su un campione poco esteso (5200  meter)  per circa 14.000 e spicci persone,  le variazioni sono date dal numero globale (in statistica universo)  divise  per le unità campione Auditel.  Da lì vedete quei numeri stranamente vicini : Esempi: i 484mila contatti di Pesaro – Avellino del 27/11 con i 485mila di Biella-Venezia oppure i 91.941 di audience media di Venezia-Siena  del 29/1  e i 91.316 di Bologna vs Siena  concludendo (perche non c’è cosa che annoi come i numeri) con i 215.031 di Cantù – Milano del 26/12 e 215.603 di Avellino – Treviso.

Basket in Tv, il vero boom sarà sul web

Affluenza del pubblico da zoccolo duro anche con le 17, il digitale ha penalizzato il basket che puntava al chiaro,  il flop di Roma anche sugli spalti, 1300 presenze in meno. Fra il perché e il parquet…

“Mi piacerebbe cantar, una canzone intelligente, con un suo filo logico portante…” (Cochi e Renato)

Ogni tanto viene voglia di parlare di massimi sistemi e di considerazioni generali… E cosa c’è di più generale dei numeri e di quando vengono analizzati e non solo dati … E interpretati… Se pensiamo che ancora adesso vengono investiti miliardi su un campione di 5200 meter (Auditel) che genera numeri quanto meno discutibili , allora si possono anche trarre considerazioni sui numeri di metà campionato del pubblico  di Legabasket.

Basket in Tv, la lezione della Spagna

Ecco come il paese “eterno secondo” ha superato il campionato italiano grazie a 15 televisioni  regionali. La legge di Murhpy. Ovvero: la strega dai denti verdi (come il telecronista del basket Aldo Giordani chiamava la sfortuna) ha 10/10…è abile e arruolata. Nelle ultime giornate ho visto le partite in diretta e ho potuto parlarne a ragion veduta, questa volta, che ho seguito la diretta della Heineken Cup di rugby a Treviso sono stato tradito dalla programmazione del videoregistratore, rimanendo a video asciutto.

Quindi approfitto del fatto di non poter parlare delle dirette televisive di questa settimana  per  entrare nel merito di come viene realizzato il nostro sport e su quali basi organizzative si fonda negli altri paesi. Per cominciare da un paese che culturalmente  ci è molto vicino  vediamo come viene affrontato il basket in Spagna. Una volta, quando seguivo il basket da appassionato e non era ancora una fetta molto importante della mia vita professionale, quando si giocava contro le squadre spagnole, Real Madrid e Barcellona comprese, si sapeva quasi sempre che si sarebbe usciti bene dalla partita.

La7 manda il Basket sul digitale per scarso auditel?

Il match di cartello Cantù-Bologna seguito dallo 0,67%, solo 30 mila utenze per la domenica sera sul Rai Sport1, ammirevole contributo delle “sorelle minori”. Questa volta per aumentare le difficoltà ho aggiunto anche , oltre al netcasting , alla partita Rai e la registrazione di quella de La 7, anche una diretta di una privata dove andava in onda Biella – Milano. Così per gradire.

Qual è il succo della storia, dove voglio arrivare? Voglio mettere in evidenza una tendenza alla quale si dà importanza, ma neanche tanto: ormai non c’è più solo la televisione e la radio, ci sono altri media a distribuirsi la torta dell’interesse del pubblico. Soprattutto sono tantissimi canali video, tantissimi audio e un infinità sulla rete. Come si fa a concentrare l’interesse del pubblico? Con sistemi tradizionali, nessun artificio strano: la promozione a tappeto, partendo dalle famiglie, le scuole, i social network, il tam-tam su web e sui mezzi tradizionali d’informazione.

Se l’offerta è capillare altrettanto dev’essere l’informazione e la promozione.  I “numeri” sui quali si ostinano a leggere interesse o disinteresse non sono più solo televisivi o radiofonici e poi,  soprattutto,  si deve tornare a considerare una cosa tralasciata da tempo: il gradimento. Perché è vero che il tifoso guarda una partita anche in un videocitofono se il condominio la trasmette ma non è detto che gli piaccia.