Parla Luciano Tola, ecco perché mi hanno messo fuori

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Il presidente del CIA dell’autogestione ricostruisce la sua vicenda personale che affonda le radici nei fatti di Baskettopoli:  commissariato perché voleva far pulizia?. “Andate a leggere nelle carte federali, tutto è cominciato con la delibera fasulla di Garibotti supercommissario”.

“Rilascio questa intervista con la speranza che sia data la giusta considerazione al mondo arbitrale, e che il nuovo Presidente  della Federazione dia quella svolta necessaria al mondo della Pallacanestro”.

Luciano Tola ha accettato di rispondere alle nostre domande. E’ il personaggio centrale di un’autogestione ibrida degli arbitrri  alla quale hanno voluto mettere lo zampino – detto per metafora – anche oscuri cuochi della cucina regionale.  Peccato  che nessuno, mi risulta, l’abbia invitato al raduno pre-campionato degli arbitri di Passignano da venerdì a domenica  quando è prevista la premiazione “canonica” dei fischietti che superano le 500 partite. La Fip vorrebbe premiarlo  nella Supercoppa,  sarebbe bello vederlo nella terna, e  penso nessuno avrebbe da ridire sul valore tecnico di questo arbitro premiato nella sua carriera  con i massimi trofei riservati ai fischietti.

Già, perché è fuori il Leonida viterbese del fischietto?. E’ caduto  sullo sciopero delle divise, gli è venuto meno al primo stormir di fronda quello che sembrava  un  fronte ampio e risoluto. Sfiduciato prima dentro casa sua e poi dalla classifica. Alla fine il grottesco machiavello tecnico è stata infatti quella classifica bugiarda, sconfessata dagli stessi autori e dalla Fip. E che lui ha combattuto come presidente Aiap. Se volesse, magari potrebbe venire reintegrato come successo ad altri, ma i conflitti logorano.

Perché fra le tante trovate geniali del CIA ultima versione, mandato a casa  dal suo consiglio che ritorna  peraltro con funzioni diverse nel nascente organismo, c’è stato infatti quella di mettere fuori chi, passati i 50 anni, non rientrava fra  i primi 7. Tola  è arrivato al 15°  posto in una classifica considerata non attendibile, basata  su giudizi e non sui voti, tanto da costare la poltrona al presidente del CIA che l’ha compilata con  l’ausilio di altri 10 collaboratori.

Questa intervista era un’iniziativa giornalistica  doverosa vedendo  l’artefice di quella che doveva essere la tanto  sospirata “primavera arbitrale” , ovvero l’autogestione,  inghiottito da un giorno all’altro  in un cono d’ombra kafkiano.

Nel giro di 4 anni ha ricoperto due presidenze Aiap, la seconda non portata a termine, e la presidenza del CIA finita con un anomalo commissariamento e un velo d’ombra che viene squarciato dalle sue dichiarazioni. Non è un “J’accuse”, chi è citato però deve riflettere e dare spiegazioni non a lui, ma ai 350 mila tesserati e all’opinione pubblica. Il perno è una delibera federale  della segreteria che il giorno dopo il commissariamento del presidente Maifredi nomina il presidente del CIA supercommissario. Si è visto poi che questa fiducia è stata riposta nel principale accusato di Baskettopoli, radiato dalla Fip. Decaduto il direttivo, il consiglio federale non poteva deliberare il giorno dopo..

Prima di rispondere alle domande,  Tola desidera fare una premessa per richiamare i  progetti innovativi dei quali è stato l’autore. Alcuni ripresi, molti dimenticati. Questo per concentrarsi sulla creazione di  comparto attento principalmente alla classifica, come se fosse un interesse di casta, figlia di molti padroni e tanti interessi.
“Per prima cosa  – attacca Tola – vorrei precisare che nella mia gestione come presidente del CIA sono stati iniziati i seguenti progetti e non da parte del signor  Zancanella, alcuni ripresi e altri abbandonati”.

– Quali  intanto quelli ripresi?
“Si tratta  del “Progetto Donna” , “Scuola Arbitrale”, “Finali Coppa Italia: riunioni mirate con gli arbitri ed osservatori”, “Collaborazione psicologa durante i raduni”
Quali  invece quelli abbandonati?

“ Dunque, “Progetto tutor”,”Commissione Tecnica Giudicante”, “Raduni tecnici arbitrali tutti presso il centro sportivo Acquacetosa” “Sito web con gli errori arbitrali” “Apertura agli spogliatoi a SKY” “Test atletici a sorpresa”
Analizziamo  quello che è successo un questi anni e potrebbe aver determinato

“La causa di tutto e la delibera federale emanata con data  retroattiva nella quale veniva nominato super commissario il signor Garibotti (principale imputato di Baskettopoli, nda). Da chi è firmata …?  (il segretario della FIP, nda). Il presidente Federale Prof. Maifredi decade il 23 Settembre 2008 e il Cia emana il giorno dopo una delibera “fasulla” . Esiste anche una intercettazione telefonica  sulla questione (verbali di Baskettopoli?, ndr)  ma tutto rimane nel limbo”
E dopo che succede?

“Arriviamo a dicembre 2009  inizia la Gazzetta dello Sport a pubblicare alcune intercettazioni. Sia il Presidente della FIP  Meneghin, che non dimentichiamo lanciò un polsino a un grande arbitro durante una finale scudetto,  e sia il Presidente del Coni chiedono chiarezza.  Io ricevo un plico  da parte di un tesserato (quindi la Fip non gli fa recapitare i verbali, come capo del CIA…, nda). Il giorno 29 dicembre  comunico il tutto agli organi federali, presidente, segretario, procura e consiglieri Cia. Da tutti  ho il via libera per revocare alcune partite. Questo perchè nella lettura nel delicato plico ritengo di riscontrare delle inosservanze ai regolamenti vigenti delle carte federali”
– Avuta via libera, come procede e cosa succede?

“Vorrei puntualizzare che  alcuni giorni prima, arriva da parte della segreteria una email nella quale mi invita a sospendere in via cautelativa alcuni arbitri e commissari perché rinviati a giudizio dalla Procura di Reggio Calabria. Anche in questo caso applico il regolamento vigente.
Il plico arrivatomi lo consegno al Procuratore Federale e revoco le partite agli arbitri (si trattava di Sabetta e Paternicò, presidente e vicepresidente Aiap, nda). Rilascio un’intervista ai microfoni di Sky salvaguardando sia gli arbitri sia la FIP, ma la segreteria generale ritiene la mia intervista lesiva”

– Perché crede che sia improvvisamente cambiato il vento, quando la segreteria  le chiedeva esplicitamente una sospensione un via cautelativa di arbitri e commissari?

“Andrebbe chiesto al segretario federale. Per quanto concerne la mia posizione ,sono  meravigliato di esserre  deferito alla procura federale. Successivamente vengo inviato alla Giudicante che mi assolve, ma il Procuratore Federale ricorre alla Corte Federale,  in questo caso l’Alta Corte ritiene infondato il ricorso.  Per difendermi sono dovuto ricorrere ad un avvocato il Dr. Massimo Coccia che mi ha difeso in maniera ineccepibile,  e debbo ringraziare anche due arbitri di serie A che mi hanno sostenuto nelle spese”
– Difficile credere che un ricorso per un fatto tanto grave, come accertato dalla Fip, venga ritenuto infondato, come affermare che “il fatto non sussiste”, quindi Baskettopoli non sussiste,  è tutto un brutto sogno, è facile quindi  capire che da quel momento  si è trovato isolato…

“Non solo. Siccome il vaso è rotto, i comitati regionali FIP iniziano nei miei confronti una azione di malcontento, dicendo che i miei metodi sono duceschi. Forse perché  alcuni di loro sono all’interno di stralci delle intercettazioni avevano forse paura?. Vengo anche minacciato da un Presidente Regionale perché un suo arbitro non è inserito nella lista dei play off, segnalo il tutto ma…….”
– Allora a chi si rivolge?

“Chiedo l’intervento del Procuratore per alcuni accadimenti, ma anche in questo caso si ritiene che i miei esposti siano infondati.”
– Segue la vicenda della strana dimissione in massa di tutto il suo direttivo, che ha avuto una replica con Zancanella

“Arriviamo alle dimissioni di massa del consiglio direttivo. Tutti sono avvicinati da vari esponenti che chiedono la mia testa, uno si dichiara moribondo, un altro stanco (solo per notizia, lui non si è  mai visto), un altro pensava che lo avrebbero ripagato, e invece….ed un’altro perché …… “

-Anche loro tutti fuori dal basket?
No, solo per notizia uno di questi si è ricandidato ed è stato rieletto……”
– Qual è la morale di questa favola inverosimile?. L’autogestione è stata un fallimento?

“Il problema arbitrale non è se il Presidente è eletto o nominato, il problema sono le ingerenze di tutti sul mondo arbitrale, tutti mettono bocca, tutti parlano delle promozioni o retrocessioni, tutti intervengono su un  mondo che deve essere terzo. Invece non è così.”

– Cosa si rimprovera?
Un grande disse quando un uomo è ricattabile non è un uomo, mi ritengo un uomo.”
La gestione del suo successore, come la seguente non arrivata a fine mandato?

“Nessun commento, avevo sperato in Tiziano Zancanella ma le sirene di Ulisse lo hanno catturato.”
Si è tornati alla nomina diretta del presidente, è la formula giusta?

“Tornare indietro con la nomina diretta è stata una sconfitta non per gli arbitri ma per tutto il mondo dello sport, AIAP compresa….. “.

Molti gli attestati di sostegno a Luciano Tola. Il più significativo è di Francesco Grotti che in questo caso gradisce non essere presentato come tribuno dei fischietti, forse sentendosi colpito come ex arbitro importante da questo agire.
Ricordo l’uscita di  Luciano Tola da presidente, come se fosse oggi, e ripeto quel che dissi allora. A mio avviso è stata praticata la  concezione distorta della democrazia: “quattro cannibali hanno deciso di mangiare un bianco, così  ha vinto la democrazia”.   Si tratta dei consiglieri che si sono dimessi, e aggiungo che c’è stato anche un quinto cannibale. E cioè anziché  far subentrare ai  3 dimissionari eletti  i primi dei non eletti, mentre il quarto consigliere dimissionato rappresentato della federazione, la Fip ha scelto la strada del commissariamento.  Probabilmente una decisione giusta, ma non convincente. Oggi a distanza di 3 anni plaudo all’iniziativa  circa la decisione del Consiglio federale  nella nomina diretta del consiglio direttivo del Cia…”.

Grotti nota coincidenze singolari fra quell’atto di “democrazia cannibale” e  le carriere  fatte dai consiglieri  che sfiduciarono Tola come presidente CIA,  in tre casi su quattro. Uno è immediatamente tornato in consiglio, un altro è diventato presidente del  Comitato Regionale fra i più attivi del  pool che sta intervenendo nella gestione degli arbitri e adesso è candidato al ruolo di consigliere federale con Gianni Petrucci. Il terzo è fiduciario degli arbitri della sua regione. L’uomo-Fip invece  non solo è stato messo fuori, ma si è pure beccato una querela da Zancanella per un esposto sulle irregolarità della classifica quando i fatti hanno dimostrato che le sue tesi erano  sacrosante.

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1 commento su “Parla Luciano Tola, ecco perché mi hanno messo fuori”

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