Debutta Mike D’Antoni, lo show-time può attedere, grazie Bryant

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Nel micro-turno di martedì notte la sorprendente Brooklyn perde a Los Angeles col tiro del pareggio alla fine, i Lakers vincono 3 partite di fila.  Bargnani 22 punti, crollano nel finale i Raptors  a Filadelfia.

Per prima cosa: è meraviglioso essere qui e poter allenare questi grandi giocatori. E’ quello che ogni allenatore sogna…”.

Lo showtime può attendere, idem il dolore al ginocchio operato. Mike D’Antoni cerca di stare seduto il più possibile sulla sua nuova panchina dopo 10 mesi senza basket, a parte la felice parentesi olimpica di Londra, ma alla fine scatta in piedi e cammina avanti e indietro nervosamente zoppicando, incurante della proibizione del medico e dei possibili guai all’arto.

Si spegne  infatti ben presto la fiammata iniziale (10-0  nei primi 3 minuti con 5 punti di Pau Gasol e di Artest in arte “Metta World Pace” il quale, nonostante il cognome ruffiano, ne fa una delle sue, dopo un canestro mette la  manona sulla crapa di Avery Johnson il quale accetta sorpreso, immagino la reazione di Scott Skiles, Doug Collins o Frank Vogel di fronte a una simile provocazione…) e  per Mike, il genio del run and gun, un insegnamento paterno che gli ha spalancato – assieme a una buona dose di fortuna – le porte del successo dovunque vada, sedersi per la prima volta sulla  panchina più prestigiosa del globo è come un’ordalìa.

I Brooklyn hanno un coach bravissimo, capace di far giocare benissimo, con un’azione fluida e semplice, rotazioni e blocchi attorno ai due lunghi in lunetta, gli ambiziosi Nets che si propongono nel ruolo di  guastafeste (attenzione, a proposito:  il prossimo turno regala  la disfida di New York coi Knicks che sarà un fatto di costume unico…), recuperano subito il parziale dopo 3 minuti senza un solo canestro,  diventano pericolosi, vanno in testa e sprecano alla fine la grande occasione per qualche tiro andato a vuoto. Tiri tutto sommato giusti, nessuna colpa Come la tripla finale di Deron Williams sul quale fanno sandwich Kobe e Pau.

I Lakers vincono dunque  soffrendo, in stile Mike Brown, anche se c’è molto cameratismo e si affaccia anche qualche sorriso nel frangente più delicato. Kobe Bryant dimostra sl campo tutta la sua stima per Mike, col quale parla spesso in italiano avendo due storie molto simili legate al bel paese, togliendogli le castagne dal fuoco con 6 liberi su 6 nei 17 secondi finali. Fra l’altro “appicciandosi” con Wallace,  faccia rasta da ghetto, fra un tiro libero e l’altro senza perdere la concentrazione.

Brooklyn presenta le sue credenziali  di   squadra interessante, grazie a varie circostanze: i 400 milioni investiti nel mercato dal russo Prokorov e i suoi soci frai quali Beyoncè e il marito famoso Rapper Jay Z , nel transfer epocale dal New Jersey a “Broccolillo”, come gli emigranti italiani chiamavano questo loro fondaco neyorkese, la conferma di Deron Williams costata 93 milioni di dollari, e il gran ritorno di Brook Lopez, un 2,13 di notevoli capacità offensive, il migliore dei due gemelli (l’altro, Brian, è il centro degli Hornets)  di una madre sportivissima, olimpionica di nuoto.

 Kobe Bryant  ha annunciato che fra un anno lascia, personalmente non ci credo dopo questa partita, è stato il profeta del momento migliore e il risolutore segnando i suddetti decisivi tiri liberi e un mezzo gancio in avvicinamento al canestro, un tiro rimediato parandosi di fronte a lui un muro difensivo da incubo.

Tutto bene quel che finisce bene, i Lakers sono vivi, ci mettono più energia ed entusiasmo, non è vero che Pau Gasol non è adatto al rund a& gun dantoniano e non un gande passatore, difatti accarezza l’idea di una tripla (17 punti, 11 rimbalzi, 7 assist) e pecca solo in un paio di tiracci senza senso.

Dopo 5 partite  del post-Brown non possono essere giudicabili tecnicamente, perchè stanno giocando con l’acerbo “secondo anno” Morris in regia che tiene il campo, ma sarà un’altra cosa col  rientro di Nash. Comunque hanno incassato la terza vittoria consecutiva ed è quel che più conta, e sono scampati al tiro da 3 del pareggio a 2 centesimi dalla fine di Deron Williams il quale ha giocato un’ottima partita sbagliando qualche tiro nel finale. I Lakers hanno tirato sotto il 50% dalla lunetta fino a quando Bryant ha migliorato  negli ultimi 2 minuti la percentuale che ha risentito del tragico 7/19 di Howard che tira con palmo della mano e non con i polpastrelli e si è riscattato a suon di rimbalzi e schiacciate

Intanto Mago Bargnani è tornato sopra i 20 punti per la terza volta, ma i Raptors con un’altra doppia di Calderon tornato play titolare anche col rientro di Kyle Lowry dopo 6 gare per il problema alla caviglia e una doppia doppia della matricola Valanciunas , e  3 tempi in testa  hanno subito (e non è la prima volta) uno sconcertante 18-33 nell’ultimo parziale. Era il modo migliore per prepararsi a un tour de force  pazzesco,10 trasferte su 12 incontri, che comincia  stanotte a  Charlotte tornata grazie a Mike Dunlap e ai giovani da lui scelti una squadra  rispettabile che ha vinto 3 delle ultime 4 gare..

Senza Anthony Davis (infortunio da stress alla caviglia) gli Hornets perdono invece  in casa di 22 punti contro i Knicks con 29 punti di Anthony che si conferma il top scorer della NBA, mentre New York vince la gara n.9  al giro di boa e col miglior record (9/1).

Risultati 20 nov: LA Lakers-Brooklyn 95-90 (25 K.Bryant, 23 Howard + 15 r, 17 P.Gasol + 11 ri, 17 World Peace + 8 ri; 23 Brooks Lopez, 22 D.Williams + 10 as);  Filadelfia-Toronto 106-98 (23 N.Young, 21 J.Richardson, 19 Holiday + 12 as; 24 DeRozan, 22 Bargnani + 7 ri); New Orleans-New York  80-102 (15 R.Anderson;  29 Anthony, 15 Felton).

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