Per la squadra di Petrucci Lnp punta su Marco Tajana, che fa la Toscana?

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Intanto Legabasket deciderà l’11 dicembre il proprio delegato nel consiglio federale, un forte consenso su Anna Cremascoli (Cantù) per una svolta decisa che non è il blocco delle retrocessioni.

Notizia del’ultima ora, con tanto di comunicato ufficiale.  Il dottor Marco Tajana, giovane dirigente-imprenditore sportivo dei Knights e Legnano e  co-titolare di un importante studio associato di dottori commercialisti dell’Altomilanese sarà  il candidato   di LNP  per la squadra di Petrucci, quale espressione del direttivo.  Legabasket invece è ancora divisa e deciderà l’11 dicembre, ha detto no la dottoressa Cremascoli per impegni con l’azienda e la famiglia che coagula attorno a se un forte consenso per una svolta rispetto agli ultimi 6 anni di gestione e non è d’accordo sul blocco delle retrocessioni, argomento populista e senza senso perché possibile solo in presenza di un’omogeneità  del consorzio dei club che producono profitto. Si vuole arrivare a un processo inverso, la scusa sarebbe di far giocare di più gli italiani. Come direbbe l’avvocato Porelli: questa non passa.

La scelta del candidato di Lnp non chiude certo la partita. L’attacco alla Lega non è finito, anche se adesso qualcuno pensa che sia il caso di ritirare le deleghe, il primo a convenirne sarà proprio Gianni Petrucci.  Il basket deve andare all’assemblea di Roma pacificato. Sarà possibile?

Avete presente tutto il can-can provocato dall’autocandidatura di Marco Petrini, illustre sconosciuto ai più fuori dal suo territorio, che si propone come una sorta  di Sesto Uomo strategico della squadra di Gianni Petrucci? Lui con la storia della Lega Nazionale Pallacanestro conta come il due di picche – quando la briscola è bastoni. Non è stato presidente, proprietario, azionista solo un brevissimo passaggio nella compagine dirigenziale (con incarico amministrativo)  in una società  che mi sembra non abbia riscaldato gli animi di Firenze e l’abbia riportata in A. Però è stato per 10 anni un fedele presidente del Comitato Regionale, è uomo di nomenclatura, ha voglia di rientrare. Chi non vorrebbe stare vicino a Petrucci, un predestinato al successo?.

La storica più incredibile di come nel basket uno si sveglia una mattina e può decidere di spiazzare  un’assemblea di 200 club offrendo promesse comincia quando, in veste di dominus e grande elettore della sua amata Toscana, anche se lavora come gm della Virtus Bologna, Massimo Faraoni individua  una poltroncina di seconda fila ma strategica nell’esecutivo che uscirà il 13 gennaio a Roma. Considerato che la Regione sette volte campione d’Italia nell’ultimo decennio, cosa inconcepibile,  è fuori dalla spartizione delle 5 poltrone assegnate d’autorità alle Regioni maggiori, colui che è stato in passato il braccio destro dell’ex presidente commissariato Maifredi, scatena un’opa ostile sulla Lega Nazionale Pallacanestro. Il gioco è controllare l’assemblea di Lnp che, diciamo la verità, ha le fette di salame sugli occhi mentre il direttivo è impegnato sulla storia dei Nas punitivi.. Va a finire che la Toscana, alla vigilia dell’assemblea, mette a sorpresa  sul tavolo un pacchetto forte di deleghe. L’assemblea scopre di rischiare la sovranità, qualche società  fa marcia indietro, carta canta e la Toscana riesce ad avere un forte nell’ elezione dei 12 delegati per votare a Roma. Non ha però  la maggioranza nel consiglio anche se la Toscana riesce a infilare qualche alleato.

La classica vittoria di Pirro? Non è così, il consiglio respinge  irritato questo attacco esterno, Petrini sparisce come una meteora e spunta Toni Cappellari. E’  figura di spessore, andrebbe presentato meglio, ma tutto succede così in fretta per il blitz agguerrito che si muove “con destrezza”, locuzione cara ai politici per definire i colpi bassi, senonchè qualcuno ci vede un gioco della Lombardia che diventerebbe troppo potente con un rappresentante in più. E allora insorgono altre Regioni, perché ad esempio non avere un terzo emiliano e così via.

La spartizione politica al punto più basso per uno sport che si gioca gran parte puntando al cielo.. Va a finire con una decisione amara quanto salomonica, dopo una riunione molto animata dei 10 del direttivo di Lnp che  decidono di tagliare la testa al toro. Nessun candidato esterno, scegliamo una terna di nomi fra di noi,  ma niente voto, deciderà il presidente Bruttini che tentenna imbarazzatissimo.

E’ preso fra due fuochi, lui è toscano e qualsiasi sia la sua decisione, non mancheranno le critiche. Spuntano tre nomi, non mi va di farli perché poi uno ci vede sempre un favoritismo, era meglio metterli subito ai voti, Bruttini ricorre alle consultazioni. Ma santa miseria, qui non siamo in politica, alcune autocandidature non stanno in piedi, in questo caso si sceglie il migliore, è certo che poi il vantaggio sarà per chi non l’ha votato.

Le consultazioni portano via tempo, il direttivo oltre a bandire la soluzione del candidato esterno, s’era dato una scadenza a venerdì 16 novembre, ma c’è chi la vuole cotta e la vuole cruda, chi fa l’ammuina e chi fa il broncio. Fatto sta che, come mi aveva comunicato fin da una decina di giorni fa Faraoni, personaggio da Collodi, un suo conterraneo, Petrini sarebbe tornato in pista assieme – ma possibile? – con Piero Moretti, il consigliere di Lnp uscente. Uno non può credere che si arrivi a questo punto di sfacciataggine, ma è così e invece e il 16 novembre, mentre tutti attendono la scelta di Lnp, rispunta l’ineffabile Marco Petrini che cerca di rientrare dalla porta principale col consenso della consulta delle Regioni che si riunirà sabato a Milano.

Ai consiglieri di Lnp invece della decisione di Bruttini arriva una email che Petrini ha inviato ai presidenti regionali chiedendogli aiuto per un mandato al quale è stato interdetto. “Come penso la maggior parte di voi saprà  – questo l’attacco – è mia intenzione candidarmi al ruolo di Consigliere Federale come rappresentante delle società nazionali dilettanti maschili. E’ un’opportunità  che si è presentata da qualche tempo, che è già stata condivisa con alcune persone e anche con gli attuali vertici dirigenziali della LNP”. Nella sua lettera si vede addirittura già operativo! “A tale riguardo – anticipa – vorrei organizzare, nel più breve tempo possibile ed in molte Regioni, un giro di incontri con le vostre società nazionali. Ovviamente queste riunioni saranno organizzate in collaborazione con la Lega Nazionale Pallacanestro”.

Sembra una storia di Amici Miei, che non a caso il viareggino Monicelli ambientò a Firenze, senonchè  affermare che la candidatura è già stata condivisa con gli attuali vertici dirigenziali può provocare un allungamento del naso, detto in senso “collodiano”. Da parte sua Lnp ha smentito con una nota dura che Petrini si muova col consenso dell’esecutivo, ma  forse ha trovato degli appoggi e il direttivo dovrà fare opportune verifiche . “Nessuno –  ha dichiarato Bruttini molto seccato di questa sortita– può impedire a una persona  di candidarsi, ma non c’è stato nessun accordo, abbiamo già provveduto ad avvisare chi di dovere. Il nome del rappresentante in Fip uscirà dal nostro direttivo.”

Sullo sfondo sembra che la “petrinata” faccia parte di una manovra  elettorale per blindare la maggioranza dell’esecutivo di Gianni Petrucci, una squadra di 10 consiglieri, di cui 5 Regioni bigs fra le quali manca appunto la Toscana.  Che il disegno sia questo? Alla Toscana – questa la possibile trama – possiamo offrire uno strapuntino, abbiamo 6 voti sicuri, per un personaggio come Petrucci occorre una maggioranza blindata. Non sdi sa mai. Siamo tornati ai tempi di Clemente di Metternich il cancelliere che assicurava al piccolo impero austro-ungarico una posizione di preminenza manipolando le alleanze con le grandi potenze europee, prima con la Francia quando  Napoleone vinceva dandogli in moglie la figlia dell’imperatore (Maria Luigia) e poi con gli inglesi (e il divorzio di Maria Luigia…). Peccato che a quel tempo il grande statista  considerava l’Italia solo un puntino geografico nell’Europa. Un po’ quello che sembra oggi il nostro basket.

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