Baskettopoli, resta il reato di associazione per delinquere

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Baskettopoli è stato aggiornato all’8 aprile, la  prima puntata del 2013 fissata per lunedì 21 gennaio dal Tribunale di Reggio Calabria  ha segnato un colpo di scena  prevedibile, che era nell’aria, ma  si è rivelato un punto a favore dell’accusa. C’era un sistema deviato o semplicemente irresponsabile?, questo il quesito che aleggia su questo capitolo triste della gestione del basket.

Dopo quasi 3 anni dalla chiusura delle indagini e una quarantina di avvisi di garanzia arrivati ai capi del Comitato Italiani Arbitri,  commissari  e arbitri per le designazioni pilotate che favorivano o danneggiavano le relative carriere  gettando anche sospetti sulla regolarità delle gare – questo in  riferimento anche al contenuto del   “de relato” riguardante  alcune partite dirette da fischietti di Serie A che hanno suscitato polemiche ed un esposto al magistrato da parte della Virtus Roma-    i difensori dei  maggiori imputati, in testa il presidente del CIA Garibotti,  a sorpresa hanno infatti chiesto  la nullità del processo e la derubricazione del reato di associazione per delinquere.

Il collegio giudicante, presieduto dalla dottoressa Tarzia,  dopo una breve riunione in camera di consiglio ha  però respinto l’istanza che avrebbe alleggerito la gravità dell’intero  processo, iniziato con i patteggiamenti dei commissari Campera e Cuomo, aventi  quindi il valore di un’assunzione di responsabilità sostanziale. Il  procedimento continuerà quindi con i capitoli di reato a suo tempo ascritti dal PM dottoressa Miranda a una quarantina di persone, e cioè di associazione per delinquere, abuso d’ufficio e truffa amministrativa.

Indisponibile il dottor Di Mauro, responsabile del servizio relativo alle intercettazioni telefoniche affidato  dalla Procura di Reggio Calabria fra il 2007 e il 2008,  il dirigente verrà ascoltato nella prossima udienza in merito alle modalità del lavoro  realizzato per circa un anno e mezzo con centinaia di documenti dai contenuti a volte gravi e a volte umoristici, che fa pencolare questo  Processo  fra due livelli che portano a tanti interrogativi e stranezze  e che forse, considerati i tempi molto lunghi e la natura della materia, finiranno prescritti.

E’ cambiato anche il  Pubblico Ministero, alla dottoressa Miranda che ha descritto un ambiente di “malaffare” e sancito che l’arbitro è un pubblico ufficiale in servizio, tesi contestate dalle difese,  è subentrata la dottoressa Annamaria Frustaci. La quale nel tentativo di  abbreviare i tempi vista l’indisponibilità del dottor De Mauro ha chiesto nel corso dell’udienza di poter ascoltare Alessandro Cagliostro. Si tratta  dell’arbitro e poliziotto , rappresentato dagli avvocati Pierpaolo Emanuele e Maria Grazia Rua, che ha deciso di togliere il velo di  quello che da anni era ormai si era cristallizzato in un vero e proprio sistema, come ha postulato l’inquirente. Il presidente del collegio giudicante aveva già dato il  benestare all’ascolto del poliziotto costituitosi  parte civile e presente  in aula ma i legali delle difese hanno fatto opposizione. E quindi la sua relazione, che fa supporre un vivace  dibattimento , è previsto più avanti.

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