Perché l’Auditel boccia il basket

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UN REGISTA IN REGIA – I palazzetti pieni smentiscono i dati d’ascolto del campionato precipitati al minimo

  • Com’era l’acronimo? CVD? Come Volevasi Dimostare? Sbandierare gli ascolti che arrivano dopo Crozza come traino è come aver  attaccato un triciclo ad una Ferrari e poi dire che si è andati a 200 all’ora… Ma dai! Il risultato vero, è sulla partita e lì i numeri sono più attendibili (e nella quarta di campionato molto vicini a quelli di Sky che però è una Pay Tv,  vedi lo 0,67% di La7 per 104.000 spettatori di media  sul chiaro e lo 0,53% di Rai Sport per 143.000 sul digitale, ndr).
  • Per citare Totò e Peppino : “apriamo una parente…”.
    Parliamo di Auditel. Parere mio, con l’attuale situazione della televisione non è più funzionale e si presta più ad essere inattendibile che il contrario . Cito da Yahoo Answers :
  •  “la società AGB Italia, per conto di Auditel, ha istallato nella casa di circa 5.200 famiglie italiane (corrispondenti a 14.000 individui) un piccolo apparecchio, detto meter, collegato ad ogni televisore della casa e alla linea telefonica, che registra su quale canale è sintonizzato il televisore. (….) Il meter è composto da 3 unità: il monitor detection unit (MDU), che rileva lo stato di accensione e spegnimento dell’apparecchio televisivo, il canale su cui esso è sintonizzato; l’handset (“telecomando”), attraverso il quale la famiglia-campione seleziona il numero di persone che guardano la televisione; il meter vero e proprio, unità centrale di memoria, che trasmette i dati degli MDU provenienti dai vari televisori della famiglia-campione alla centrale attraverso la linea telefonica. I dati vengono poi elaborati al computer centrale di Milano e pubblicati la mattina seguente poco dopo le ore 10.”

  • Questo significa che: pubblicitari, società sportive e non, si basano su un campione di 5200 famiglie per dire se un programma ha avuto successo o no. Con casistiche errate che quasi non si contano più come segnali orari. Ne fa fede il clamoroso episodio in codice “Rai15 luglio 2000”, quando, secondo i dati Auditel, tra le 21,03 e le 21,18, più di 3 milioni di persone avevano la TV sintonizzata su Rai Uno, mentre era in onda il segnale orario a causa dell’interruzione per pioggia di un programma all’aperto condotto da Mara Venier e Katia Ricciarelli. O TeleCapri, monitorata da Auditel nella misura di 50.000 utenze quotidiane in un periodo in cui l’emittente aveva interrotto temporaneamente i programmi su ordine della Magistratura e non c’era alcun segnale! Il tutto in un regime di mono-pluralità:monopolio assoluto.
  • Che c’entra il basket?  C’entra eccome, perché certe scelte contrattuali sono state fatte per i numeri generati da queste 5200 famiglie, campione che qualsiasi società di statistica considererebbe irrisori. E in base a questi numeri si è pontificato sul linguaggio del  “basket per tutti” come corollario fondamentale per decidere chi avrebbe dovuto trasmetterlo ( ciò spesso è stato trasformato nel basket per chi non guarda il basket).
  • E’ vero che spesso si usano termini e un linguaggio specifico, ma sulla validità di quest’ultimo, visto che è stato ampiamente saccheggiato da calcio e dal linguaggio comune, direi che (in questi giorni ci vorrebbe) non ci piove… Assist, Blocco, Velo, la stessa Zona, Tap-in, Dai e Vai, addirittura in una recente partita di calcio ho sentito parlare di “gioco a due” e riguardo ad un fallo si è parlato di intervento nel proprio “cilindro”…
  • Il paradosso è che gli ultimi  numeri dicono che la maggioranza delle 5200 famiglie era uscito a fare acquisti o il telecomando l’aveva in mano qualcuno che non era interessato a sentire una voce non particolarmente gradevole. O delle immagini qualitativamente bruttine, o semplicemente non sapeva che cosa , nella miriade di segnali televisivi che invadono i nostri televisori, guardare .
  • Una cosa buona in questo scadimento qualitativo c’è… I palazzetti sono più pieni e le famiglie tornano a vedersi sugli spalti…

*Regista Sky

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