I grandi del basket: Larry Bird

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Molti di quelli che lo hanno conosciuto ed affrontato durante la carriera lo descrivono come antipatico e spocchioso, provocatore e pieno di sé al punto che sfotteva spesso l’avversario cercandone la reazione.

Ma, carattere a parte, Larry Bird è ricordato come uno dei più grandi cestisti degli anni ’80, quando dava vita a sfide infinite con Magic Johnson, negli anni in cui Boston Celtics e Los Angeles Lakers avevano più di un motivo di rivalità.

La sfida infinita tra le due stelle cominciò sin dai tempi dell’università, allorché Magic difendeva i colori della Michigan State e Bird cercava di sfondare con la canotta degli Indiana State. Nella finalissima del ’79 si impose la futura stella dei Lakers, ma Bird ebbe modo di mettersi in mostra, tanto che la stagione successiva veniva scelto dai Boston Celtics, mentre Johnson prendeva la via di Los Angeles.

Duecentosei centimetri di altezza per 100 chili di peso, Larry Bird ricoprì i ruoli di ala grande ed ala piccola, ottenendo ottimi risultati sia personali che di squadra. Tre i titoli messi in bacheca con i Boston Celtics (1981, 1984 e 1986) come tre sono i riconoscimenti come miglior giocatore della Lega (1981, 1985, 1986), a dispetto di chi sosteneva che se fosse stato un nero sarebbe stato solo un giocatore “normale” (opinione di un giovanissimo Dennis Rodman poi sposata da Isiah Thomas stella dei Detroit Pistons).

Ma Larry Bird non era un giocatore “normale” e lo dimostrò nei suoi 13 anni di professionismo, con medie davvero invidiabili (24,3 al tiro, 10 rimbalzi e 6,4 assist a partita). Un leader silenzioso per i suoi compagni, ma che mostrava un buon uso della parola (spesso improprio) quando si trattava di provocare gli avversari nel tentativo di innervosirli.Nel corso della carriera si attirò le antipatie di molti, ma ciò non toglie che Larry Bird sia considerato il più forte giocatore bianco della sua generazione.