Tanjevic contro l’Italia, siamo fermi alle sue imprese

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Terzo appuntamento martedì sera per le qualificazioni europee, a Sassari arriva la Turchia senza stelle NBA ma con il coach carismatico dell’ultimo scudetto di Milano e l’ultimo oro azzurro: basta Gallinari e il catenaccio?

Darwin. Evoluzionismo. Evoluzionismo degli allenatori? Forse sì, ma  alla rovescia? Comunque inversamente proporzionale al valore-spettacolo del gioco e al conto in banca. Meno fai segnare e segni, può aspirare aalclub del “guru”, e  più guadagni. Ragionamento algebrico astuto e pragmatico: tieni basso il punteggio, se vinci hai vinto, pazienza se annoi… Se perdi, avrai  perso sempre di stretta misura.

“Il mio scopo è vincere segnando almeno un punto più dell’avversario,  il massimo è passare i 100 punti”. Questo il pallino di Vittorio Tracuzzi genio bello della panchina. Scudetti a Varese e Bologna, allenatore delle nazionali,   stimatissimo persino dal più grande coach italico, Cesare Rubini.   Bramo di leggere il libro in uscita che gli è stato dedicato.

Mi spiace, non rimpiango  il passato, vivo per il futuro. Da sempre. Ma lo spettacolo di gioco scarno della   Spaghetti League ha prodotto risultati internazionali di club inferiori al primato italico che stiamo per perdere definitivamente anche come numero di successi.  A volte, come diceva The Kit, il Marlowe, l’innovazione è più nel passato che nel presente, nel caso nostro il dannoso gioco “copistico”, argomento generazionale  di allenatori che hanno paura di fallire,sperimentare,  preferiscono  non rischiare, ma far rischiare ai club..

Oggi,  il massimo del masochismo,  è vincere con la difesa. Una volta  l’allenatore che faceva spettacolo, parlo del geniale coach siculo,  il quale non guadagnava molto e si faceva prestare l’auto dei propri giocatori. Non oggi, le cose girano all’incontrario. Oggi c’è chi vince con 55-60 punti, con meno il 40 per cento di tiro,  propone spettacoli da catena di montaggio, vanta il conto in banca da top manager, il doppio stipendio, a volte drenato al contribuente. E ogni commento pre o post partita è una predica, un pistolotto che serve a giustificare la laurea.  Avranno perciò, mi chiedo,  sicuramente  letto e meditato sulle parole di Bertrand Russell, la cui attualità arriva da 50-60 anni addietro,il quale diceva: “gli uomini che dominano vaste organizzazioni dimostrano una tendenza a essere troppo astratti nel loro punto di vista, a dimenticare come sian fatti i veri esseri umani, a cercare di adattare gli uomini ai sistemi, anziché i sistemi agli uomini”.

Sandro Gamba è stato il primo a definire il suo gioco “la mia filosofia”, e  filosofia si faccia, dunque. Per cercare di essere “performanti”, altro vocabolo sulla bocca dei coach nouvelle-vague. Credevo, la prima volta che ho ascoltato questa locuzione volessero dire “perforanti”, nel senso di sviluppare un gioco d’attacco. No, ero io che avevo capito male. La loro performance può essere vincere 5-6 coppe dei campioni facendo arretrare il gioco, con tutto il rispetto, alla faccia della dialettica sportiva dove c’è più gusto ad arrivare al successo da  progetti di gioco diversi. Altrimenti, come adesso,  c’è la standardizzazione. Noi facciamo basket da college senza giocatori da college.

Il fine giustifica i mezzi, d’accordo, ma esistono anche le ragioni dello spettacolo, sbagliato è  trattare i giocatori come somari,  proporgli il fine dell’identificazione nel successo attraverso lo spettacolon è l’idea migliore. Ditemi voi se vi è rimasta impressa nella mente una finale di Euroleague degli ultimi 10 anni?. Forse l’ultima, in quanto infatti ultima impressione, e per la più clamorosa delle rimonte e il canestro della vittoria finale in quanto primo e unico vantaggio.

Ragiono su questi temi vedendo i risultati delle prime due giornate di qualificazioni.

L’Italia quest’anno è partita bene, girone fortunato e momento fortunato, il pericolo viene più da se stessi che  da due nazionali in pieno rinnovamento, quella turca senza 5 giocatori da NBA e quella ceka senza il suo riferimento, Welsch, e che non può pagare la copertura assicurativa a Jan Vesely, ala forte di2,11 dei Wizard, e si riaffaccia sulla scena europea dopo 30-40 anni di oblio, almeno nel settore maschile.

La palla nelle mani dei prodi di Chomutov sembra di piombo nel primo quarto, 2 punti di ritardo, poi al rientro di Gallinari e con le rotazioni l’Italia passa avanti nel 2° quarto segnando 8 punti più degli avversari. Partita finita. S’ì!  Il 3° tempo finisce infatti 9-8, punteggio d’inizio Novecento per le partite degli azzurri all’Arena di Milano, e poi 19-16 nel quarto.

Insomma, quegli 8 punti bastano per vincere la partita, e devi andare a cercare l’eroismo quando non è scontata l’assoluzione. Ma vincere è un’ottima medicina e aiuta il conto in banca, e per ora va bene così sperando che l’Italia non scenda da questo plafond  “minimo per il massimo”, non pensi che Gallinari gli toglierà sempre le castagne dal fuoco, e non crescano troppo queste squadre working progress.

Al debutto ad Ankara la Turchia era avanti di 12 punti, la Bielorussia l’ha ripresa. Per i 2 punti ha avuto bisogno di vincere  a 7” con un canestro da 3 di Emir Preldzic, il naturalizzato sloveno di Bosnia. I rivali dei turchi hanno però avuto ancora secondi preziosi per controbattere, Semin Erden, il pilastro della squadra, tornato dalla NBA dopo aver vestito la maglia dei Celtics,  ha dovuto anche superarsi in una stoppata.

“E’stata una sorpresa aver trovato una squadra preparata, eravamo sopra di 12 e i miei giocatori pensavano di aver già vinto. Nonostante tutto, sono contento di aver vinto con un tiro da 3, adesso sì che siamo pronti per l’Italia” fa sapere Boscia Tanjevic. Dopo che Ettore Messina aveva preferito le offerte del Cska a quella dei dirigenti della nazionale turca si sono rivolti a Tanjevic, sempre in cerca di avventure, come il collega Pesic, richiamato dalla Germania per lanciare un gruppo di giovani dopo l’addio di Nowitky. Il bosniaco di passaporto italiano aveva già chiuso scegliendo una nuova carriera a Roma, lì è andata male ed eccolo tentato di di nuovo per  costruire squadre giovani e vincenti. A proposito:  non a caso è ancora suo l’ultimo scudetto di Milano (16 anni fa) e l’ultimo oro azzurro con la nazionale. Finite queste qualificazioni, quando l’Italia avrà staccato il ticket europeo, come ritengo scontato, sarà bello pensare a delle primarie guardando a Rio de Jainero, e pensare a rivedere situazioni contrattuali  in essere  oggi superati da una situazione nuovo e scomode per il lavoro necessario a una Nazionale. Perciò si dovrà  considerare anche una sua candidatura e quella di Mike D’Antoni che sarebbero perfette, aderente al concetto di Gianni Petrucci per il  quale l’attuale CT va bene ma il coach dovrebbe essere a tempo pieno, e gli piacerebbe tornare con Messina.

Il terzo match  delle “quali”con la Turchia, vice-campione mondiale due anni fa con Tanjevic  e i suoi giocatori NBA ed eliminata agli europei pur avendo battuto la Spagna di Scariolo,  ha lo scopo di virare alla prima boa con 3 successi avendo battuto le due migliori squadre. Si chiede però anche un contributo allo spettacolo, alla peggio c’è sempre Hiudini-Gallinari che giocando 20 minuti e dopo un mese di cure alla spalla (buon lavoro dei medici), col minimo ha prodotto il massimo: 1° col 70% nel tiro dentro l’area, 1° nei rimbalzi (16), nei tiri liberi procurati, negli assist.

Questa al momento la miglior polizza d’assicurazione aspettando  una squadra con la quale divertirci, e  non pretendiamo un Dream Team.  Nel tiro totale siamo al 48% (62/128), si va dal 66,7% di Aradori al 30,8 di Gigi Datome, dal 70% del Gallo al 33% di Datome e Hackett da sotto.Il tiro da 3 non è nel copione e per ora risente del rodaggio (34,4%)  e delle caratteristiche di qualche giocatore. Mi riferisco  Mancinelli  il quale poteva anche essere uno specialista… Un tifoso canturino simpaticamente mi ha bollato di incompetenza e l’ex Armani stesso mi ha smentito, con 1 canestro su 5, il 20%. Nelle ultime due spedizioni lo specialista era Maestranzi, premiato  fra lo sconcerto di un europeo con zero punti e palle perse resto mancia, con la naturalizzazione non è stato più chiamato.  Misteri eleusini.

Gli oriundi, il fondamento della politica del passaporto,  sono due, Viggiano e Chiotti il quale ultimo ha debuttato a Chotumov.  Tiny-Tony di Chicago, tornando al Maestranzi che adesso nessuno vuole,  perché il cartellino costa troppo,  non avrebbe cambiatole cose. In questa Italia mancante di Bargnani e Belinelli, il 30-40% del potenziale d’attacco, c’è infatti uno spartito sul  pick and roll, la tripla  è un’opzione, giocoforza si usa contro le zone. La voglia di triple arriverà quando i giocatori si sentiranno più sicuri, ma certo non abbiamo uno specialista come  il bosniaco Teletovic ingaggiato dalla NBA.

E se torniamo al  discorso del gioco, alla sua impostazione, bisogna domandarsi: questa squadra gioca in funzione dei giocatori o viceversa?. In quest’ultimo caso, anche con squadre di livello inferiore, come la Cekia  avrà sempre partite difficili e tornei difficili. Senza di ipotizzare l’homo prudens  senesis che la recita risulterebbe più piacevole e meno stancante  se tutti avessero una parte. Perché in fondo una partita è come uno spettacolo teatrale, vai in diretta.

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