Siena prepara il rinnovamento, Andersen sul mercato

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La storia potrebbe essere il sequel di altre già viste in passate.  Il basket non ha fatto nulla, in questi anni, per pensare all’autogestione, al salary cap, per creare giocatori prendendo per colpa di “cattivi maestri”la scorciatoia del passaportato. E  fatalmente anche la società più fortunata d’Italia come risorse economiche  rischia i contraccolpi delle vicende finanziarie simili a quelle di case madri o delle grande aziende che avevano visto nel basket un affare, uno sport specchiato, sociologicamente proiettato nel futuro e la possibilità di farne parte del reddito d’impresa in virtù della Legge Mammì sulle sponsorizzazioni.  I crack non fanno bene nel basket, come del resto e gestioni squilibrate vedi l’imminente uscita della Benetton e della Virtus dei fratelli Toti a Roma. Vogliamo ricordare di quando l’Innocenti  che aveva acquistato l’Olimpia chiuse con la  crisi dell’auto? O quando l’Ignis Varese passò dalla famiglia  Borghi agli olandesi, e le vicende del Gruppo Ferruzzi determinarono la fine del progetto Messaggero Roma e poi tante altre storie amare? Imprenditori che ci rimettono il patrimonio di famiglia.

Nonostante sussurri e illazioni,  a Siena non si parla però ancora di uno sganciamento da parte del Monte dei Paschi. E’ chiaro però che lo sport  senese di vertice, con la squadra di basket plurititolata e il calcio in serie A diventereranno meno strategici rispetto ai favori accordati dalla grande banca e dalle istituzioni cittadine, come  esibito felicemente  dai suoi esponenti di spicco, il presidente uscente Mussari e il sindaco Ceccuzzi visti spesso col la sciarpa al collo della Mens Sana in occasione dei ripetuti successi. Più volte, per cercare di capire la singolarità del caso-Siena  ho spiegato che con un’operazione senza precedenti nel basket e nello sport italiano da parte di un’istituzione pubblica, nel ’95 la Finanziaria Senese di Sviluppo, motore dello sviluppo senese, della quale fanno parte Fondazione MPS, Comune, Provincia, Camera di Commercio, si è fatta carico di finanziare il progetto vincente della Mens Sana SpA divenendone azionista di rilievo. Ma non di maggioranza. Questo ha permesso al budget  del club di basket una lievitazione costante, nell’ultima fase  dai 13 milioni  si è arrivati  nell’ultimo esercizio al  superamento del tetto dei 20 per la prima volta. E questo contro incassi attorno al milione di euro, un rapporto di 1 a 20. Non parliamo degli incassi Tv che servono appena a finanziare la Lega, mentre per il calcio sono il maggior provento. Ma il problema, per la Fises, non è mai stata la spesa, con la certezza del  ritorno.  Hanno deciso infatti che l’investimento fosse interessante come marketing turistico e la  condivisione di valori identitari di Siena  con lo sport preferito, saranno loro a dover tirare le somme  e in base alle valutazioni farci sapere se questo unicum proseguirà.

La Mens Sana Basket ha messo sul tavolo l’anno scorso un budget di 20,6 milioni di euro, ma nel prontuario della banca che due anni fa è stato dato all’assemblea degli azionisti alla quale abbiamo partecipato, si specificava che l’impegno della banca  per le squadre professionistiche era di 44 milioni di euro. Una cifra-record per una città di 60 mila abitanti, anche se questo – ripeto –  rientra in una strategia di marketing. Ciascuno spende i soldi come meglio crede.  I risultati  sportivi ci sono stati, almeno in Italia, mentre in Europa la formazione non è mai arrivata alla finale e negli ultimi 5 anni, l’era-Pianigiani,  ha fallito 3 volte su 5 le Final Four e in questa edizione non ha saputo sfruttare il fattore-campo con un Olimpiacos molto meno forte di quello battuto l’anno passato dopo i 48 punti di scarto di gara1. Ma questo è lo sport, il pronostico non conta, contano i fatti e la squadra si è ritrovata con un’età media di 33,5 anni per quanto riguarda i 10 nomi più rappresentativi.

Si è letto comunque questa estate che prima del crollo del titolo che ha portato alla trattativa per la cessione di importanti quote azionarie, la banca aveva garantito al basket un triennale per lo sponsor. Si tratta di un invidiabile salvate gente, la società non ha fatto mistero di voler ricominciare con una squadra rinnovata ma sempre competitiva.

Chi se ne andrà e chi resterà?. Inamovibili Bo McCalebb e Lavrinovic e Pietro Aradori,  un pensiero per Ress che contro Avellino taglia il traguardo delle 350 presenze in 10 anni, e  capitan Stonerook che è passaportato. Ma passaportato è anche l’azzurro da Guiness  Tony Maestranzi, in prestito a Roma (altra stagione semideludente,domenica 11 minuti senza un punto, 1 tiro sbagliato e 2 perse)  e dal prossimo anno mi sembra che ne sia permesso  uno per squadra. Tutti gli altri potrebbero essere messi sul mercato, Zisis (sicuro partente per la Grecia), Thornton e Kaukenas (attualmente infortunato), Rajkovic che non è il tipo di giocatore che serviva forse alla squadra. Da parte sua David Moss non ha espresso tutta la sua potenzialità e avuto qualche problema extrabasket che fortunatamente è stato risolto.

Il club ha parecchi giocatori in giro per l’Italia, è certo l’arrivo da Varese di Kristian Kangur, ala forte estone di 30 anni, potrebbe provare a lanciare i giovani, primo fra tutti D’Ercole in crescita con l’esperienza di Cremona, e  poi Monaldi, Metreveli, Sorrentino. Ma  non escludo vista la solida alleanza con la Virtus Bologna che possa riportare a Siena Matteo Imbrò, il miglior play come prospetto, lanciato da Umberto Vezzosi.

Circola comunque in questi giorni nel giro degli agenti europei la notizia  che la Mens Sana stia alleggerendo il “portafogli giocatori” e starebbe cercando un acquirente per David Andersen e quindi trasferire ad un altro club il secondo anno di contratto. Sulla base di 1,5 milioni di euro. Sicuramente è il “canguro” di 2,13  che giocherà le Olimpiadi con gli aussies lo straniero più pagato del campionato italiano. E nonostante una stagione poco felice nella NBA con 11 sole partite (e 5,2 punti di media)  a Toronto e 28 a New Orleans (2,8 di media) e quella precedente con Houston (63 gare, 5,8 punti) nell’ insolito debutto a  quasi 30 anni   nella NBA. Però  come passaportato danese  poteva fare .la differenza. Peccato che la sua migliore partita della stagione, 28 punti contro l’Olimpiacos sia coincisa con la più brutta di Siena. Svanita l’Euroleague, con la licenza FIBA garantita, il milione e mezzo oggi è solo un lusso. Oggi però possono pagare il suo ingaggio solo Barcellona e Real. Infine, per la panchina Luca Banchi è pronto sulla rampa di lancio per questo rinnovamento se Pianigiani non resta e opta perla nazionale a tempo pieno fino agli europei 2013.

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