La Lega progetta il futuro con il blocco delle retrocessioni?

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L’annuncio che l’esecutivo dei club sta preparando la Convenzione per una trattativa con la Fip cela una richiesta interessante, il basket di vertice deve autogestirsi e puntare sulle franchigie.

Morta una Convenzione, se ne fa un’altra.

Per quanto riguarda la Convenzione da rinnovare con la Fip, la Commissione di Lega preposta preparerà nelle prossime settimane un documento da sottoporre alla Federazione Italiana Pallacanestro”.

L’annuncio è stato infilato  fra le sole sei righe  del comunicato della Lega, come se l’esecutivo dei club che ha segnato il punto più basso nella sua storia come capacità e innovazione in senso inversamente proporzionale alla “paga” del suo presidente che nei primi 3 anni con 1 milione di euro  ha battuto im college del calcio, prepreparasse una campagna d’inverno in grande stile, approfittando della vigilia dell’assemblea per strappare delle concessioni a Gianni Petrucci che ha già detto chiaro e tondo  che iul nsuo cavallo di battaglia sarà la nazionale.

Per la verità ormai esistono due poli di attrazione ben distinti, c’è una spaccatura  fra Milano e Siena, la Virtus Bologna  fa da pendolo e in questo momento il suo presidente-gerente oscilla verso l’Armani per avere delle  concessioni dalla parte avversa. Ma quando si tratta di una prospettiva di ritorni, di questi tempi basta anche un piatto di lenticchie per fare cena, sperando che passi la nottata.

E’ chiaro che la Convenzione, accordo che il CONI fra l’altro non avrebbe mai controfirmato nel documento precedente sottoscritto da Dino Meneghin nel 2009 in quanto contenente dei punti che la Corte dei Conti non farebbe mai passare (come la partita di giro delle multe che vengono restituite alla Lega quale incentivo per i vivai), è un cavallo di Troia.

O per ottenere un aiutino economico, del tutto simbolico, o qualcosa di più importante. E qui si sente parlare della richiesta di un blocco delle retrocessioni. Magari fosse così, cambiano i tempi ed è ora, non c’è mai stata una vera riforma strutturale e la Fip potrebbe prendere la palla al balzo per lasciare i club al loro destino. Se professionismo deve essere, professionismo sia. Franchigie con fidejussione bancaria da 3 milioni di euro per 5 anni, autogestione totale, arbitri e giustizia sportiva compresa.

Non c’è pericolo per la nazionale, in quanto il Governo delega al CONI la gestione di questo capitolo prevedendo sanzioni per chi, eventualmente, minacciasse di   non concedere i propri giocatori per  questa attività di bandiera considerata una sorta di “ragion di Stato”. Il vero pericolo sarebbe ancora riproporre questi ultimi 4 anni di inerzia, bisogna cambiare con tutti i rischi che comporta. Altrimenti il campionato verrà schiacciato fra l’Euroleague e la NBA e gli sport concorrenti, e la Fip potrà finalmente concentrarsi sui problemi generali e reali, e chiaramente potrà rilanciare il concetto di una A di produzione, spettacolo e promozione, i club della  nascente IBL (chiamiamola così Italian Basketball League) naturalmente dovranno lasciare i vivai, oggi fonte di reddito rilevante, anche in termini di rapporti e alleanze che non hanno più ragione d’essere, perché chi paga uno spettacolo professionistico vuole che il club offra il meglio del mercato. E il turn over di questa IBL verrebbe regolato l’ingresso di città o gruppi o consorzi con tanto di garanzie, per un ciclo di almeno 5 anni.

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