Il manuale del bravo telecronista di basket….

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Il risultato cambia, eccome!  Per lo meno nelle telecronache del nostro basket. Sinora ho preso in considerazioni vizi e virtù televisive della pallacanestro italica e ho espresso opinioni in merito. Sottolineo “opinioni” con tutto quello che comporta. Sono una persona che lavora in questo campo da 30 anni (meglio non pensarci) quindi con un po’ d’esperienza, ma non è il verbo quello che esprimo, anzi  sono idee e impressioni in libertà condivisibili e non. Per esempio sabato notte ho curato la regia dello studio Nba della prima giornata dei playoff su SkySport 2 e a parte un’invidia smodata per la grande profusione di mezzi e gadget televisivi  dai campi di Chicago e Miami , ho visto anche cose che non mi sono particolarmente piaciute.

Ma cosa, vi chiederete? Tipo stacchi durante il gioco da punti di vista poco ortodossi , tipo la telecamera dietro le panchine della squadra o in mezzo al pubblico. Mentre meravigliose per la lettura delle azioni le telecamere remotate sopra i canestri ad inquadrare la metà campo opposta e addirittura spettacolari le mini-camere remotate con ottiche fotografiche montate alla base dei canestri.

Ma come al solito, per arrivare a Roma da Milano passo dal polo nord… Torno al discorso di base del commento ascoltato in questo prima (quasi terminata) regular season. Passate le prime due o tre dirette valide per il “tagliando” o scuola guida sulle quali  è giusto sorvolare per un giusto assestamento di voci, schemi narrativi e organizzazione dei contenuti, cosa  e come si ascolta il basket in tv?

Si veniva da un commento molto tecnico, colorato e vivo, con terminologie pertinenti a volte difficili. L’inizio del campionato (evidentemente c’era stato l’input di fare così) sia su La7 che su SkySport è stato improntato ad un didascalismo spesso anche fastidioso: un po’ perché chi segue abitualmente la pallacanestro ne conosce la terminologia ed il sentirsela spiegare a volte può risultare più che noioso. Capisco che la volontà fosse  quella di far capire ai non addetti il significato e le regole che Naismith e successori hanno codificato per il nostro sport, ma l’osservazione nasce spontanea : chi ti dice che il  fatto di trasmettere le partite in chiaro porti nuovi telespettatori? Sicuramente ti vedono gli appassionati che sino a quel momento non avevano avuto il modo di vedere le partite su Sky, ma nuovi spettatori, perché? Ci sono state campagne pubblicitarie? Informazione sui vari media? Campagne coordinate con scuole, oratori, comunità? Non mi risulta, quindi…

Ops sono di nuovo uscito dal seminato, scusate.  Poi in seguito , capita l’antifona sono quasi scomparse le lezioncine per passare a commenti più o meno lineari, a soggetto e a seconda dei singoli commentatori. Le ultime partite risentono forse della stanchezza di una fine di regular season in cui chi non ha avuto modo di pescare nella propria panchina paga pegno e questo vale anche per la tv e chi commenta.

Su La7 (poi diventataLa7d per un probabile calo d’interesse della rete principale) la coppia Francica Nava e Pozzecco ha mantenuto pregi e difetti : non ho mai nascosto che a parte l’amicizia col Pozz, quest’accoppiata non sono mai riuscito a “sentirla” . Ma proprio nel senso fisico del termine… Per farvi capire il concetto: io sono uno di quelli che farebbe leggere i vari servizi radiotelevisivi da speaker professionisti o (esagero) attori. Ci sono giornalisti bravissimi, che dicono cose straordinariamente interessanti ma con voci, diciamo, sfortunate, poco radiotelevisive, poco “educate”. In questo caso bisognerebbe essere sufficientemente  autocritici e andare in una scuola di dizione o recitazione e non pensare che basti un’abbronzatura compatta e lo sguardo accattivante da piacione per bucare il video.

E’ essenziale  riascoltarsi e fare lavoro di lima, correggere i difetti, gli errori sia di forma che di contenuto. Soprattutto rendersi conto che stai raccontando qualcosa che gli altri già vedono e quindi devi sempre essere un passo avanti rispetto al pubblico e non dire ovvietà …

Su RaiSport,  si sono alternati i commentatori mantenendo quasi sempre lo stesso “color Michelini

Qui sono stato sorpreso di trovare un bravo commentatore, dalla timbrica e i toni lineari, poco invadente e giustamente misurato: Edi Dembinski. Poi c’è la sua controfigura (si assomigliano fisicamente moltissimo) Fanelli, che  forza inutilmente e spesso a sproposito la voce con toni che , scherzando, ho definito da DJ X (chi si ricorda SuperClassifica Show di Sorrisi e Canzoni?). A parte questo l’impressione è cerchino di essere migliori di quelli che li hanno preceduti su mamma Rai (a parte il sommo maestro Aldo Giordani) e qualche volta lo sono. Diciamo che si applicano , come dicevano gli insegnanti ai colloqui coi genitori, ma con alterni risultati…

Sono in attesa di vedere che succederà con l’inizio dei playoff (anche da tifoso, of course…)

Giancarlo Fercioni – Regista Tv

Photocredit: panorama.it

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