Lituania, Jasaitis e una notte che non passa mai

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Bastava che quel tiro, a una manciata di secondi dallo scadere, fosse stato un po’ più preciso. Invece, col pallone che scotta da morire e nel bel mezzo di un quarto di finale davanti a persone che forse, nel quaotidiano, ti capita anche di vedere, di averci a che fare, accade che.

Che quel tiro – maledizione – non lo dimenticherai più. Per la rabbia, il dolore, il dramma sportivo di averlo sbagliato. A Simas Jasaitis bastavano quei due punti per portare la vittoria a casa. Avrebbero cambiato l’esito di un Europeo a cui i padroni di casa tenevano in manietra enorme e forse, a leggerele in chiave strettamente personale, avrebbero dato corso nuovo anche alla vita dello stesso Jasaitis. Da eroe a malcapitato, certe volte. Basta un attimo.

Questione di centimetri, inezie, virgole apparentemente insignificanti che diventano, in realtà, la mancanza più evidente. Va anche così, lo sport perchè purtroppo e per fortuna, va anche così la vita. Classe 1982, il lituano ha messo in cascina una buona competizione. Nulla da dire. Ma è anche – sicuramente – l’altro volto di un risveglio che – il giorno dopo, accidenti – non c’è mai stato.

Perchè non aver dormito dalla gioia – che festa hanno fatto, in Macedonia??? – significa spesso che altrove, qualcuno non abbia potuto prendere sonno. Basito a guardare nel nulla, la speranza e l’augurio è che Jasaitis possa superare presto il momento dei rimpianti. Sarà poi lo sport che più ama al mondo a rendergli quel che in una frazione di centesimi, è riuscito a togliergli e, anche se non è imputato di nulla perchè quando si vince in dodici poi si perde in dodici, riderà. Tra qualche tempo, riderà.

A viverla in maniera distaccata o meglio, svincolati da ogni sorta di tifo e incollati alla tivvù solo in quanto amanti del basket, viene solo da pensare che il quarto di finale tra Lituania e Macedonia è stata un agran bella partita sotto il profilo dell’intensità ma, sul piano del gioco, entrambe le formazioni hanno sbagliato diverse cose. Una delle sensazioni più difficili da scordare è quella di aver percepito per quasi tutta la gara la passione dei 15 mila stipati in tribuna e averne poi ascoltato, a pochi secondi dal termine, un silenzio assordante. Un silenzio triste. In virtù dell’ottima figura fatta, in ogni caso, in casa lituana si ha la possibilità di non essere solo affranti.

Lo ha rimarcato a fine partita coach Kestutis Kemzura:

“Quando un tiro decide una gara, tutto può succedere. Abbiamo preso un buon tiro con Jasaitis, ma è uscito. Il campionato non finisce qui, dobbiamo dimostrare carattere e lottare perché la partita di domani è molto importante”.

Meno capace di trattenere la delusione, invece, è parso Mantas Kalnietis, regista lituano:

“Stasera ha vinto la squadra che l’ha voluto di più. Dobbiamo capire il perché è accaduto. E non distruggere tutto dentro di noi, perché ora c’è un’altra partita da vincere”.

Già, ora occorre non sbagliare più per conquistare un posto al Preolimpico del luglio 2012. Per quanto misera consolazione, è la maniera per tornare a guardare avanti.

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