Esclusiva pallarancione.com: parla Francesco Grotti – Questione arbitrale, la crisi del settimo anno!

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Dopo l’articolo   di http://www.pallarancione.com/dino-meneghin-designatori-arbitri-ribelli/ col quale davamo  conto della segnalazione di Francesco Grotti  al presidente della Fip sulla provocazione pericolosa dei designatori, l’interessato ci ha chiamato.  L ’ex arbitro del famoso canestro dello spareggio  Livorno-Milano desiderava correggere un paio di imprecisioni  confermando però  il fatto in sé,  e il “virgolettato” del  suo  “rapporto”  a Meneghin.

Con le  facoltà concesse a un  tesserato (arbitro benemerito) e l’autorità di ex membro della Corte Federale e dell’Ufficio Inchieste, Grotti ha voluto rimarcare il premio “doppia designazione” nell’11.a giornata di ritorno per gli arbitri sospesi dalla Giudicante per la protesta delle divise non regolamentari.

“E’ stato scritto del canestro di Forlì, mentre si tratta  del canestro annullato di Andrea Forti, e di 5 anni di gestione dei designatori, quando si tratta di 7 anni”, queste le sue precisazioni.

Ne prendiamo atto, ci scusiamo con l’interessato. Per  quanto riguarda  Forlì/Forti si tratta di un errore del pc intelligente ma anche nostro che non l’abbiamo riletto,  mentre prendiamo atto che i fatali “sette anni” costituiscono un’aggravante  delle “anomalie”  imputabili alla gestione della A e delle carriere dei designatori. E al proposito Grotti butta lì una battuta ironica:  “Si tratta di un’eternità concessa in Italia, giustamente, solo al capo dello Stato”.

Per capire meglio l’intricata vicenda, fra Aiap e Designatori (supportati dalla Lega) e CIA e Fip è in atto da mesi una cinica guerra fredda riesplosa con la protesta delle divise agitata dall’Associazione degli Arbitri che lamenta di non essere ascoltata,  per questo pretende con la protesta – sic! –  il rinnovo degli organismi arbitrali  a giugno. Quindi con mesi d’anticipo rispetto all’assemblea elettiva.

Qualora Meneghin non si fosse accorto di niente, il “tribuno” del basket gli ha voluto aprire gli occhi sul fatto che i designatori, schieratisi contro la Fip,  hanno fatto sì che i fischietti ribelli  recuperassero  immediatamente la ribalta e il gettone perso, di 1000 euro.  Risultato?. Un silenzio assordante…

Approfittiamo comunque della telefonata per fare una chiacchierata sulle  ultime turbolenze del mondo arbitrale che ha registrato la sospensione  fino al 19 aprile , con provvedimento della Giudicante, di altri 12 arbitri. Aggiunti agli altri 19 fanno 31 “per violazione delle norme di Giustizia, articolo 2 principio di lealtà e correttezza”. Si tratta di Emanuele Aronne, Gabriele Bettini, Gianluca Calbucci, Gianni Caroti, Massimiliano Duranti, Carmelo Lo Guzzo, Paolo Quacci, Enrico Sabetta, Gianluca Sardella, Paolo Taurino, Alessandro Terreni e Luca Weidmann.

“Quando penso che si tratta di ben  7 anni e non 5 – riflette Grotti che due anni fa ha cominciato a dare il suo contributo alla trasparenza nel basket  precisando che non ambiva a cariche nel mondo arbitrale –  il costo delle designazioni per la Lega  è stato di oltre 350 mila euro più i rimborsi, per anni pagati dalla Fip! E con differenze sostanziali, fra i due designatori. Uno guadagna oltre 50 mila euro all’anno oltre i rimborsi e l’altro incassa il  gettone Fip (sembra 150 euro per ogni serie di designazioni, nda) a cui si aggiungono notevoli i  rimborsi”.

Legabasket paga la consulenza di Gennaro Colucci, agente della polizia urbana a Napoli, 50 mila euro annuali per essere il capo dei designatori (ma nell’organigramma Fip sui verbali di Baskettopoli il suo nome non compare, davvero strano)  in virtù di una convenzione con la Fip rinnovata nel 2009.  In realtà la Fip garantisce (o garantiva?)  contributi sotto varie voci al consorzio dei club, per cui in pratica questa cifra arriva sembra da viale Tiziano. Invece il rimborso spese per il  designatore capo è stato cancellato alla fine del 2010, e adesso ci pensa Legabasket.

Si tratta di una specie di partita di giro anomala fra un soggetto pubblico e privato, e difatti la Convenzione non sarebbe stata controfirmata dal CONI e quindi congelata. Dato per scontata, sia chiaro, la trasparenza di queste operazioni, il problema è un altro. Oltre che a “non suonare bene” che una federazione finanziata dallo stato garantisca delle somme a  un consorzio professionistico,  rimane l’anomalia più preoccupante, fonte di tante e troppe polemiche, prendiamo l’ultima di Scariolo (“tornando in Italia ho trovato un sistema rancido e incancrenito”)  o la lettura delle  svariate pagine dei verbali di Baskettopoli.

In pratica: la Fip paga per l’istruzione, i rimborsi, i gettoni degli arbitri (per la A ci avviciniamo al milione di euro annuali), rinuncia al proprio ruolo di controllo! E di fatto  Legabasket può garantirsi il privilegio unico di essere controllore-controllato delle designazioni e delle carriere arbitrali attraverso un “semplice” consulente, e in virtù di una  disparità di trattamento economico rispetto al “funzionario” Fip. Il quale, a sua volta,  altra anomalia,  non dovrebbe  forse nemmeno stare lì essendo  sindaco di una cittadina. E se occupa una carica politico-amministrativa c’è quindi – o no? –  un conflitto di interessi.

“Se penso a questo, la Fip – riflette Grotti lasciando questi aspetti giuridici e limitandosi all’operato spicciolo  dei designatori-  dovrebbe  aprire un’indagine e verificare se il prodotto, fornito dai designatori è ottimo.   Se è ottimo, tanto di cappello. Se dovesse risultare il contrario, non si capisce perché la Fip non debba richiedere  il risarcimento  del costo delle designazioni. Noto infatti che s’è costruito attorno ai designatori un “cerchio magico” di un gruppo di arbitri. Sono  gli stessi che arbitrano tutte le domeniche, per almeno 30 partite. Mi chiedo: cosa dovrebbero pensare quelli già mortificati , costoro non meriterebbero un maggior rispetto?”

Che fa allora, il presidente del CIA? Per fare da “contrappeso” all’azione dei designatori che sostengono la ribellione dei 31 arbitri, col presidente dell’Aiap in testa, Tiziano Zancanella invece di chiedere l’apertura di un’inchiesta federale il 2 aprile invia la lettera pubblicata da Pallarancione.com (http://www.pallarancione.com/se-zancanella-ha-31-arbitri-contro-perche-rimane-al-suo-posto/) nella quale fa tante belle promesse agli arbitri anticipando la creazione di listone unico di A riguardante per il campionato professionistico 2013-2013. Anche lui commette l’errore dell’Aiap, di ipotecare un futuro che riguarda la Fip del dopo-Meneghin.

Protagonismo, voglia di autocandidarsi, populismo?

“Di questa lettera – commenta Grotti –  non voglio nemmeno parlarne,  Zancanella ci ha messo del suo e  urla ai quattro venti, “abbiate fiducia!…, abbiate fiducia,!…”.  Vuole mischiare A1 e A2 per estrapolare la lista degli arbitri per il campionato professionistico unico. Scusa non richiesta, accusa manifesta. Però gli arbitri di categoria però non si fidano, non andrebbero mai a fare benzina al suo distributore…”.

Ovviamente è una battuta, in realtà  Zancanella avrebbe venduto un anno e mezzo fa la pompa di benzina da quando si occupa a tempo pieno del CIA, con l’aiuto della moglie  per gli Ufficiali di Campo.

La sua candidatura (sorprendente) è nata un anno e mezzo fa da un’alleanza di 3-4 comitati regionali, ma i voti per arrivare alla presidenza   gliel’hanno dato gli stessi  fischietti della “casta”  (e  gli Ufficiali di campo)  che oggi lo contestano. L’infelice  autogestione ha avuto il placet della Fip del CONI,  che si sono fidati. Si tratta di un progetto-pilota che poteva essere interessante, ma  fallito per una serie di ragioni che forse sono ancora sotto traccia, e che comunque volge al capolinea. Il clean-up (sarà vero?)  né previsto per settembre.

“Il fatto stesso di questa lettera – torna sull’argomento Grotti –  dimostra che Zancanella ha fallito. E’ partito sospendendo a destra manca, anche quelli che non doveva abusando delle norme e utilizzando osservatori  propri in contrappeso degli osservatori “killer”. E nel tentativo di riguadagnare un minimo di credibilità, dopo il bastone adesso gli fa annusare la carota,  quando scrive che “per tutti arbitrare sarà economicamente vantaggioso”.

“Gli arbitri – rimarca Grotti, che è anche stella al merito sportivo al CONI e consulente per le infrastrutture al Senato –  devono  arbitrare prima  per qualità, non per vantaggi economici. Non si deve mischiare il sacro e il profano e mettendo tutti in un calderone. E per questa operazione  Zancanella non può scegliere lui i commissari, deve garantire  invece che saranno giudicati da tre persone superpartes, con nomi e cognomi. Perciò ritengo che la sua lettera debba essere mandata alla Procura a futura memoria..”

Un grande pensatore ha detto “non ti pentirai mai di non aver scritto una lettera”…

“Se Zancanella mi avesse chiesto un consiglio, glie l’avrei dato in tal senso… Prendo atto che quando deve stare zitto parla, o quando deve parlare sta zitto… E  il peggio è purtroppo che se la Federazione gli da il mandato di operare su questa lettera, la lista degli arbitri non sarà  della Federazione ma di Zancanella… Già mi immagino i ricorsi che ci saranno“

Zancanella era conosciuto come una persona con tanta bonomia, oggi è cambiato e alla faccia dei fair play ha pure querelato per un esposto il suo avversario alla presidenza dottor Porcari, un grande esperto fuori dalla mischia?

“Primo grosso errore della sua gestione è stato non cacciare gli osservatori “killer” che hanno causato, fra gli altri, la retrocessione di  un arbitro che era una risorsa della Fip in quanto internazionale. Doveva annullare, ad esempio,  tutti i voti di Nitti, quando  ha accertato personalmente e riferito  che in ben 24 video clip su 26 delle gare  del suo osservatore hanno dimostrato giudizi sballati. O per presunzione di incapacità o per aver agito su suggerimento”

Il CIA  forse non riesce a lavorare perché  designatori, come sembra di capire,  si mettono di traverso.

“Zancanella ha le stesse colpe dei designatori. Come loro non solo non si è dimostrato il garante di tutti , ma adesso anche lui si è costruito il suo “cerchio magico”. Non può essere lui che ha fallito, per tutto quello che ha fatto fino ad oggi, a  decidere. Ma è la Federazione  a stabilire gli arbitri del prossimo campionato professionistico unico. Dopo aver letto quella sua lettera del 2 aprile, gli arbitri  gli hanno mandato questo messaggio: “non ci sto e non mi fido…”

Come uscire da questa annosa situazione?

“Serve un soggetto terzo per risolvere il problema. Spiacenti, ma l’operazione di riportare serenità non può essere affidata ai  personaggi che hanno scheletri nell’armadio, come testualmente si sono accusati nel  raduno pre-campionato il designatore Colucci e il presidente Zancanella (su questo caso Grotti ha presentato un esposto dettagliato, mai smentito, nda).  E quindi va  prima data sepoltura anche a quegli scheletri. …”

In che modo?

“Mettendo a riposo Colucci o Zancanella. O parlano, o ci dicono – se ci sono – quali sono gli scheletri nell’armadio dei quali si sono accusati davanti agli arbitri. O se non parlano si sono seppelliti da soli”

Questa Fip-tentenna coi giochi per il dopo-Meneghin potrà mai dare un taglio così netto alla vigilia dei playoff?  E inoltre ci sono gli uomini giusti per un taglio brusco col passato?

“Ci sono, ci sono… purché siano soggetti terzi e non abbiano scheletri nell’armadio, per citare le parole dei “signori degli scheletri”. E chi  ha detto che deve essere per forza un arbitro? Ai tempi di Coccia il designatore non era un arbitro, era lui,  o era Giuliano Mecozzi”

Dopo  il j’accuse di  Sergio Scariolo il commissariamento sarebbe ancor più giustificato?

“Quello che ha dichiarato Scariolo a me non interessa, ma è la cartina di tornasole di tutto il malumore che circonda  il contesto. E si torna al “cerchio magico”

Chi  gettare allora giù dalla torre per primo fra designazioni e CIA?

“La decisione della Fip deve essere presa congiuntamente,  altrimenti  secondo il mio parere non conviene far niente”

I club sono i primi a essere scontenti di questa situazione, mugugnano e che fanno?

“Il Commissariamento lo dovrebbero chiedere per prime le società. A quel punto la Fip dovrebbe aprire un’indagine, per vedere se le designazioni hanno generato un prodotto di crescita e di sviluppo. Se non è così, sarà  autorizzata a dire: arridateci  tutto quello che vi abbiamo dato, avete lavorato male. Per il concetto che  un professionista che lavora male non viene pagato”.

Forse è colpa dei tempi, forse è colpa di troppi uomini-guida impreparati.

“La domanda che mi pongo è: perché quando arbitravo io all’interno del settore arbitrale non c’era questa conflittualità e gelosia, ma eravamo tutti quanti un gruppo coeso. Risposta : all’ interno del gruppo ciascuno era consapevole della propria scala dei  valori. Cosa intendo dire?. Sapevamo  che all’apice c’erano i Vitolo, Martolini, Fiorito, e quando questi venivano designati per le finali nessuno storceva la bocca e gli occhi. Io sapevo che erano meglio di me. Oggi invece ho l’impressione che siano tutti gruppettari. Tutti l’uno contro l’altro armato?

Ultimo colpo di scena, di fronte alle voci di uno scioglimento da parte della Fip dell’Aiap i fischietti hanno indetto una contro-conferenza stampa per sabato mattina a Bologna. Alla fine non succederà nulla, a parte l’ultimo grosso regalo, col silenzio dell’Associazione Giocatori, ai passaportati con la sanatoria.  Siamo diventati il bengodi dei passaportati, ci fosse almeno un campione come Ibaka, abbiamo addirittura inventato una norma per far diventare un italiano un americano che non ha segnato un solo punto in un europeo. Il topolino si è  mangiato ormai la montagna.

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