Bargnani stagione finita, niente nazionale?

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Brutta notizia per Bargnani e la nazionale nell’anno delle qualificazioni europee di agosto, dopo l’Olimpiade. A 6 partite dal  termine della Regular Season, i Toronto Raptors hanno annunciato che la stagione di Andrea Bargnani è terminata. Era uscito dal campo domenica scorsa a  Oklahoma City dopo 4:03 del secondo tempo per un dolore forte al polpaccio sinistro, un vecchio problema  che  questa stagione si è ripresentato  per ben 3 volte. Sulla base degli esami medici, per evitare qualsiasi rischio ulteriore, è stato fermato. Probabilmente la società gli chiederà uno stop forzato questa estate, per procedere a un lavoro di rieducazione graduato, in quanto le sei stagioni di NBA cominciano a farsi sentire e quello del polpaccio sta diventando un punto critico, col pericolo di una gravissima lesione. Ogni sua decisione, amici cari, è da rispettare.

Bargnani, il primo italiano scelto come n.1 del draft nel 2006,   chiude comunque la stagione come miglior marcatore dei Raptors , 19.5 punti con 5.5 rimbalzi e 33.3 minuti in 31 partite. Dopo le prime 13 gare era il 5° marcatore della NBA con  una media di 23,4 punti.   Per 13 volte in 20 gare vinte miglior marcatore della squadra,   ha segnato  in  cinque partite  30 o più punti. Assente in  29 partite,  per cui alla fine saranno più della metà per  il maggior investimento dei Raptors, con un rinnovo del contratto nel 2011 di 50 milioni di dollari per 5 anni.

La folle stagione corta a causa dello sciopero dei proprietari è stata un boomerang, Bargnani è l’ennesima vittima illustre come Billups, Aldridge, Turkoglu, O’Neal, mentre Derrick Rose, MVP dell’anno passato, fa dentro e fuori, Koby è azzoppato,  e forse la stagione è compromessa anche per il top-price del mercato, Dwight Howard, assente da 5 gare per dolori alla schiena. Sembrava fosse stato un colpo alla schiena di un avversario, i medici gli hanno invece  riscontrato un’ernia al disco. Una tragedia per Orlando, una delle favorite, che ha vinto solo una gara nelle ultime 5  crollando in casa contro Atlanta,  già l’anno scorso nei playoff la sua bestia nera. Stavolta ha subito un passivo di 28 punti.

Con una grande rabbia in corpo i  Raptors  con 3 giocatori a gettone, senza Bargnani e Calderon (taglio sotto l’occhio) e con 17 punti e 8 rimbalzi di Linas Kleiza col ginocchio ammaccato sono riusciti a fermare i Boston, reduci da vittorie prestigiose, con  Pierce e Garnett con le polveri bagnate (6/15 e 5/16 al tiro) e una tristissima panchina, 15 punti totali, con 4/17 fra i vari Pietrus, Stiesma e Pavlovic. Niente da fare anche con Rajon Rondo in versione re dell’assist, per la ventesima volta in doppia cifra (12).

 Senza i guai fisici di Bargnani (e anche di Kleiza) e i problemi economici che hanno determinato la cessione del suo cecchino brasiliano,  Toronto avrebbe potuto aspirare quest’anno ai playoff. Dwane Casey ha fatto un buon lavoro,lo dimostrano il successo coi lanciatissimi Boston e il dominio ai rimbalzi in formazione rimaneggiata e le imprese del Madison e di Phoenix ispirate da Bargnani.

Da segnalare il blitz dei Nets a Filadelfia che sembravano aver recuperato fiducia dopo aver perso il 1° posto della Atlantic Division con una lunga serie di sconfitte. La squadra di Doug Collins è stata scavalcata dai Knicks al 7° posto. Il giorno del suo 33° compleanno Baron Davis ha fatto un bagno nella fontana della giovinezza, come è stato scritto, con 18 punti,7/9 e 4/5 da 3, anche se resta un play un ripiego. Il miglior realizzatore è stato JR Smith (22 punti) che aveva svernato in Cina, Washington che è la seconda squadra materasso della lega con 14 vittorie sole e ha aggravato la stagione con la costosa operazione di mercato di Nenè, inutilizzabile per una fascite al piede. Ha segnato solo 65 punti, quasi quanto Atlanta nei primi due tempi e Orlando. In realtà Washington aveva fatto  di peggio, con 64 contro i Bulls.

Anche se gli mancano Stoudemire e Lin, assenti da varie giornate, Mike Woodson con 31/28 adesso  comincia ad avere un certo appetito, ma bisognerà aspettare il big match di domenica al  Madison contro Miami. “Non possiamo certo lamentarci di quello che Boston e Filadelfia stanno facendo, ma solo noi siamo padroni del nostro destino per cercare di arrivare al primo posto nella nostra divisione”. Ma 3 vittorie in meno di Boston  a 7 giornate dalla fine sembrano un distacco incolmabile.

La squadra di Larry Drew, uno degli ex giocatori del campionato italiano (giocava nella Scavolini) che oggi  è un coach rispettato (basta vedere i risultati di Atlanta  nonostante l’infortunio di Tito Horford, la sua star dominicana) ha scavalcato Orlando ed è al 5° posto nella Eastern Conference. E c’è stata una serata di gloria per Jerry Stackhouse, uno dei migliori giocatori di fine secolo. A quasi 38 anni è riuscito a dicembre a strappare un contratto come free agent agli Hawks, un bel colpo. E’ la sua settima maglia, dopo 929 gare, 16 mila punti, 16 stagioni di NBA con Filadelfia, Detroit, Washington, Dallas, Milwaukee e Miami. Gli 11 punti, con due canestri da 3, gli fanno fare un pensierino per un altro anno di contratto, anche se lontano è  il tempo di quando segnava 57 punti ai Bulls.

Bel colpo di Phoenix  a Houston, grazie alla coppia Nash (18 punti e 10 assist) e Gortat (20 punti e 15 rimbalzi per il centro polacco che invecchiando migliora). Rockets alla seconda sconfitta,  non è bastata  un’altra temeraria gara di  Goran Dragic, il play sloveno miglior realizzatore, con 22 punti 11/11 dalla lunetta e 7 assist. Perdendo a New Orleans (7 punti di Belinelli che ha dovuto cedere il posto in quintetto a Eric Gordon, uno dei 20 dreamers) Utah ha mancato una grossa occasione e va a 31/29; adesso è Phoenix  la rivale più temibile di  Denver e Houston (31/28) per l’8° posto. Vincendo a Portland, Dallas è invece ormai sicura, ma parte col fattore-campo contro e senza Odom.

Sul campo dei Lakers orfani di Kobe Bryant da 3 gare (versamento allo stinco) Denver ha riaperto la partita con la panchina (20 Miller, 18 di Harrington, 14 di McGee che sta prendendo quota). Gallinari ha giocato partite migliori (7 punti, 2/9,  1/4 da 3, 1 rimbalzo, 1 assist, 3 perse) e sarà un caso ma il primo a risentirne è stato Kennet Faried, l’uomo nuovo, 7 punti anche per lui. Koufos come centro ha mostrato i suoi limiti fisico-atletici (2 punti), dannoso Ty Lawson (4/14).

Risultati venerdì 13 febbraio: Toronto-Boston 84-79, Filadelfia-NJ Nets 89-85, Orlando-Atlanta 81-109, Indiana-Cleveland 102-83, Miami-Charlotte 105-82, Detroit-Milwaukee 97-113, New Orleans-Utah 96-85, Houston-Phoenix 105-112, Oklahoma-Sacramento 115-99, New York-Washington 103-65, Lakers-Denver 103-97, Portland-Dallas 94-97.

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