Contratto Nba decennale e fine del lockout

Finisce ufficialmente il lockout Nba con la firma del contratto tra i proprietari delle franchigie e i giocatori: la firma dà origine a un accordo di 10 anni che pone fine alla serrata dopo 161 giorni di stop forzato.

A ufficializzare le firme è stato il commissioner della Lega, David Stern:

“Il Board of Governors ha ratificato il nuovo accordo collettivo e il nuovo piano decennale di ripartizione delle risorse”.

 

NBA, il lockout rischia di cancellare la stagione. E l’economia di 29 città USA

E’ stato l’ultimatum imposto al sindacato dei giocatori a far saltare definitivamente il banco. E’ stato lo stesso Maurice Evans, vicepresidente del sindacato giocatori Nba a spiegarlo chiaramente (lui che é stato anche in Italia nel recente passato con la maglia del Benetton Treviso): anche i giocatori sanno molto bene che con questa decisione le possibilità che la stagione sia cancellata definitivamente sono altissime ma sostengono che sia stato un passo necessario: Sappiamo che facendo così rischiamo seriamente di non cominciare nemmeno la stagione, capiamo le conseguenze che tutti I giocatori possono avere se le cose andranno come speriamo, ma è un rischio che bisogna correre”. Nel frattempo il malumore cresce a dismisura non solo fra i tifosi ma anche nelle categorie che lavorano grazie alla Nba (parcheggiatori, camerieri, ristoratori, venditori ambulanti ecc…) che in questo momento di crisi ha grandi difficoltà a portare a casa uno stipendio e con la possibilità di una stagione intera cancellata si vedrebbe ancor più in difficoltà: Giocatori e proprietari non si rendono conto del danno reale che stanno facendo continuando questa pantomima sul contratto – ha scritto su Twitter un addetto alla vendita dei biglietti dei Denver Nuggetsi parcheggiatori e tutto il personale impegnato ogni sera nelle arene. Persone disoccupate che ora hanno uno stipendio a zero. Questa, più ancora che l’assenza delle partite, è la cosa più triste di questa vicenda”. Bisogna tenere conto del fatto che la Nba ogni anno produce 4 miliardi di dollari di indotto: soldi che servono a far girare l’economia anche e soprattutto di quelle città più piccole che vivono grazie alla Nba. Lo dimostra anche il fatto che dopo l’appello del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, giorni addietro 22 sindaci delle 29 città che hanno una squadra Nba avevano inviato una accorata lettera a David Stern nella quale pregavamo il commissioner di trovare al più presto un accordo per far ripartire la stagione. Per questo sono ancora in molti a sperare che un accordo si possa trovare, anche se dopo la giornata di ieri tutto è maledettamente più complicato.

NBA, oramai siamo arrivati al “prendere o lasciare”: stagione appesa a un filo

Prendere o lasciare“. Saranno ore decisive le prossime per il futuro della stagione Nba, con i giocatori che nella giornata di domani si incontreranno a New York per esprimersi sull’ultima proposta presentata dai proprietari delle franchigie per firmare o meno il rinnovo del contratto collettivo e porre così fine al lock-out. Bill Hunter, direttore esecutivo del sindacato, ha dichiarato che l’offerta sarà messa domani ai voti anche se con qualche modifica: ma il fronte resta comunque spaccato. Da un lato ci sono i giocatori che vorrebbero lo scioglimento dello stesso sindacato, dall’altro quelli che non hanno alcuna intenzione di accettare l’ultima offerta dei proprietari perché la ritengono identica alla precedente anche se il commissioner, David Stern, ha già annunciato che in caso di ennesimo rifiuto la prossima proposta non sarà dello stesso tenore di questa, bensì ancora inferiore. In pratica, a fronte dell’attuale 50% dei ricavi sul tavolo della trattativa (o in alternativa una percentuale oscillante tra il 49 e il 51% legata all’andamento degli affari), i proprietari faranno un ulteriore passo indietro offrendo ai giocatori il 47% iniziale.

NBA, il lockout prosegue: a rischio altre due settimana di stagione regolare

Secondo quanto riportato dalle colonne del New York Daily News, nelle prossime ore la NBA annuncerà – attraverso il commissioner David Stern – un ulteriore slittamento dell’inizio della stagione. E con il secondo rinvio di altre due settimane, la data del 28 novembre diventererebbe quella dell’inizio dell’annata: questo, ovviamente, nella migliore delle ipotesi. Al momento, non sarebbero in pericolo le partite di Natale, con il clou che prevede la rivincita dell’ultima finae tra Miami e Dallas. La cancellazione delle prime quattro settimane del calendario (con 102 gare programmate che verrebbero cancellate) non dovrebbe comportare un numero inferiore di gare, visto che con l’inizio della stagione ad inizio dicembre si salvarebbero il format delle 82 partite di stagione regolare. Ma di tutto ciò si dovrà discutere nelle prossime riunioni tra sindacato e giocatori. Intanto però, la perdita di due settimane ulteriori comporterebbe mancati introiti per 650 milioni di dollari.

NBA, 14 sindaci chiedono la fine del lockout

I sindaci di ben 14 citta’ statunitensi con squadre presenti nella Nba hanno inviato una lettera aperta al ‘commissioner’ della Lega, David Stern, ed al sindacato dei giocatori affinche’ siano al più presto riprese le trattative e si ponga fine al lock-out che sta paralizzando il campionato cestistico piu’ famoso al mondo. Secondo i sindaci, “le trattative devono riprendere e bisogna arrivare al nuovo contratto, perche’ bisogna tenere conto dei piccoli e medi commercianti, la cui attivita’ ed i cui affari dipendono molto dalla Nba“.

NBA, il lockout prosegue: altre gara cancellate. Nessun accordo tra proprietari e giocatori

Nemmeno il terzo meeting convocato negli ultimi tre giorni ha visto al tavolo la presenza del commissioner David Stern, costretto a seguire le trattative dalla sua casa per colpa di un attacco influenzale. E proprio quando sembravano emergere all’orizzonte nuove speranze di un possible accordo, è arrivata l’ennesima fumata nera, che ha nuovamente rimandato i prossimi colloqui a data da destinarsi. Da un punto di vista prettamente pratico, questa nuova frenata dovrebbe comportare come conseguenza la cancellazione di nuove settimane di stagione. Se dunque l’inizio della stagione era slittato al 15 novembre, è quanto mai probabile che adesso l’asticella verrà spostata ancora più in là. Come detto, era inizialemnte emersa la disponibilità ad arrivare ad un accordo per la divisione a metà dei proventi (ma quest’anno i giocatori incassavano il 57%), dato che i proprietari delle franchigie hanno più volte ribadito e lasciato intendere, che non concederanno ai giocatori più del 50%. Ma dal sindacato dei giorcatori è arrivato un altro no, tanto che il responsabile dell’Associazione Giocatori, Billy Hunter, ha spiegato: «I proprietari hanno detto che se non arriviamo al 50%, le discussioni non proseguono».

Lockout Nba, si tratta. Fisher (LA Lakers): “Giorno importante”

Ufficialmente ripresi i colloqui tra franchigie e giocatori della Nba: le discussioni, che vengono portate avanti a piccoli gruppi, sono ripartite nella serata di ieri e hanno quale obiettivo quello di stipulare un accordo che consenta di archiviare definitivamente la serrata.

Se tutto dovesse risolversi in maniera positiva e in tempi rapidi, nulla impedisce di partire regolarmente il prossimo 1 novembre,m come da calendario. Ci si ritrova, dunque, dopo lesette ore di camera di gabinetto dello scorso week end, quando gli animi a un certo punto si scaldarono.

Il presidente del sindacato giocatori, Derek Fisher, compagno di squadra di Kobe Bryant nei LosAngeles Lakers, ha definito quella in corso di svolgimento:

Parla Bargnani: “Io in Italia? Chances solo per Siena o Milano”

Andrea Bargnani dall’Nba all’Italia? Se fino a qualche anno fa – poi c’è riuscito – il magho sognava di fare il percorso inverso – Treviso-Toronto, sola andata – ora gli tocca la stessa sorte che stanno condividendo i maggiori talenti del basket americano.

Con il lockout ancora nel vivo e la sospensione forzata dovuta alla serrata che contrappone cestisti e proprietari di franchigie per la stipula del nuovo contratto, anche Bargnani guarda all’Italia con occchio differente. Non per lasciarci qui dove si è in balia di un destino economicamente amaro ma per tornare da protagonista a calcare i parquet dei palazzetti della penisola.

Accostato negli ultimi giorni prima alla Montepaschi Siena (se non altro, per replicare al fermento di mercato dell’Armani Jeans), poi a Milano – è bastato l’equivoco del contenuto di un post su Twitter in cui il Mago aveva scritto “Going to Milan” – e infine a Roma, è stato il numero 7 dei Raptors a esplicitare lo stato di fatto: presente e futuro? Ecccovi qualche chicca.

Lockout Nba, serrata a oltranza

Sono ormai passati quasi quindici anni dalla stagione Nba del 1998/99, quando l’America conobbe l’ultimo lockout in ordine temporale: nella circostanza, la stagione regolare venne ridimensionata e, al posto delle tradizionali 82 giornate, se ne disputarono solo 50. A distanza di quasi tre lustri, il 2011 torna a mostrare l’incubo dello stop forzato: pare proprio che ci si debba rassegnare ad attendere ancora molto.

Nulla si muove sul versante Nba e il lockout che sta bloccando il campionato americano non da segnali di interruzione. Dopo i primi incontri, nel corso dei quali non si sono registrate novità rilevanti e positive, le parti continuano a essere distanti e a non trovare una soluzione che interrompa la serrata.

Alla base della trattativa che pone gli uni di fronte agli altri giocatori e proprietari, vi sono discrepanze su almeno tre argomenti: il salary cap, l’entità delle entrate complessive e la soppartizione dell’introito. Inoltre, sono al momento enormi anche le difficoltà nello stipulare un contratto dalla durata pluriennale.

Bologna, Sabatini a Kobe Bryant: “Un milione e mezzo per tre partite”

Milano chiama, Bologna prova a rispondere. Riuscissero nell’intento di rimbalzarsi la capacità di meravigliare e stupire con efficacia, sarebbe un DAI E VAI degno di una realtà in grado di superare ogni immaginazione. Perchè se all’ombra del Duomo si insinua ancora una volta la manona elegante di Danilo Gallinari, sotto le Due Torri potrebbe giungere niente popo di meno che il migliore. Non c’è ancora LeBron che tenga nè quel baby fenomeno che è Derrick Rose: se dici Kobe Bryant è ancora come se dicessi la Pallacanestro.

Ed è proprio lui, l’asso dei Los Angeles Lakers, a infiammare gli animi felsinei: Bologna insegue il sogno Nba perchè – dal punto di vista cestistico – Bologna non ha nulla da invidiare al capoluogo lombardo e il basket – in quella che è stata la sua Storia grande – con la via Emilia – ha un rapporto speciale. Bryant a Bologna non è solo un azzardo ma vi è qualcosa di più. Gli indizi che lo portano a sostenere sono più di uno.

Il primo: a corollario della presentazione del quadrangolare Naturhouse in svolgimento a Ferrara nel corso del fine settimana, il presidente della Canadian Solar Virtus, Claudio Sabatini, ha ammesso di avere inviato una proposta formale al miglior giocatore di basket in assoluto.

Il secondo: se i dettagli riferiti dal patron della società bolognese rispondono al vero – e non vi è alcun motivo per dubitarne – a Kobe Bryant è stata avanzata un’offerta importante dal punto di vista economico (roba che neppire uno come lui potrebbe rimanere insensibile):

Gallinari torna a Milano: “Un onore giocare per coach Scariolo”

Danilo Gallinari é tornato a casa. Almeno per ora. Grazie al lockout che sta bloccando la partenza della stagione della NBA, il Gallo ha deciso di tornare in Italia per vestire la maglia dell’Olimpia Milano, dove troverà una squadra costruita per vincere o comunque per provare ad interrompere il dominio della Montepaschi Siena. Ma oltre a ritrovare Milano e l’Olimpia, Gallinari troverà un coach di grande spessore come Sergio Scariolo, fresco del bis continentale ottenuto sulla panchina della Spagna agli Europei in Lituania. “E’ un allenatore che ha vinto tanto e quindi per me sarà prima di tutto un onore lavorare con lui – ha dichiarato il talento azzurro in collegamento telefonico con Sky Sport24 – Sarà una bella esperienza iniziare questo percorso assieme. Io come al solito mi metterò a completa disposizione del tecnico. Pronto a fare quello che lui vuole, dando il massimo. Sono contento iniziare questa esperienza con lui, con una squadra forte e con giocatori forti”. Ma cosa ha spinto Gallinari a prendere questa scelta? “Semplicemente non riesco a stare senza giocare. Dopo una settimana di vacanza devo toccare il pallone se no impazzisco. Ho bisogno della competizione e starne senza per tre mesi impazzirei. Questo è uno dei motivi che mi hanno portato a scegliere Milano”. Un Gallinari che in questa  nuova avventura in Italia con la maglia EA7 potrebbe ritrovarsi a sfidare Andrea Bargnani (in trattativa con la Mps Siena) e Kobe Bryant, sogno impossibile della Virtus Bologna, ad un passo dall’ex Ginobili. “Ci sono tante idee, tante possibilità incredibili. Se succedesse sarebbe un campionato unico, un anno particolare. Per Kobe sarebbe un’esperienza incredibile tornare in Italia per la prima volta. Sarebbe un’esperienza super per lui. Sarebbe un campionato dal livello altissimo“. Gallinari da giovedì si aggregherà ai suoi nuovi compagni in partenza per il ritiro pre-campionato in Spagna. “Dopodomani partirò per il ritiro in Spagna: saranno dieci giorni di preparazione con la squadra al completo e quando si tornera’ sarà già tempo per la prima di campionato“.

Gallinari a Milano, Armani formato Nba

E’ sbarcato a Milano, con quella faccia da bimbo che non lascia quasi trasparire il potenziale che ne fa uno dei migliori cestisti italiani in circolazione. Avremmo detto il migliore, ma Andrea Bargnani potrebbe essere un fanatico del web. Allora, l’avessimo detto, avrebbe giustamente storto il naso. Danilo Gallinari torna in Italia e si riprende la maglia della squadra che lo ha lanciato verso l’Nba.

L’Olimpia Milano è diventata Armani Jeans ma, con l’acquisto del Gallo, il lustro di anni fa potrebbe tornare in un solo colpo. L’annuncio dello sbarco del fenomeno in quota ai Denver Nuggets è stato comunicato dalla società con la griffe dell’alta moda attraverso un comunicato ufficiale apparso sul sito web:

“Emporio Armani Milano – hanno potuto leggere mentre si leccavano i baffi i tifosi di Milano – comunica di aver raggiunto un accordo, fino al termine del lockout della stagione Nba, con Danilo Gallinari”.

Virtus Bologna, torna Ginobili?

Sarebbe quel coniglio dal cilindro in grado di attribuire una fisionomia assai difefrente al prossimo campionato di basket maschile. Se davvero a Bologna tornasse Manu Ginobili – sarebbe soprattutto una scelta di cuore, e quando c’è di mezzo il cuore ogni cosa diventa possibile – potrebbero anche cominciare a preoccuparsi un po’ tutte le squadre di prima fascia allo stesso modo in cui sarebbero accontentati i milioni di appassionati di pallacanestro che chiedono alla stagione ventura di regalare qualche protagonista mancato dell’Nba.

Il sogno dei tifosi delle Vu Nere, a questo punto, inizia a essere meno fioco anche perchè ad alimentare le speranze di un ritorno nella città felsinea è stato lo stesso argentino, il quale ha ammesso i contatti in corso con la dirigenza bolognese e ribadito la volontà di attendere in Italia la fine del lockout americano. La guardia in quota ai San Antonio Spurs proietterebbe di rimando Bologna tra le favorite di stagione anche se – nel caso in cui davvero Ginobili arrivasse – l’altra incognita sarebbe quela di capire fino a quando potrà fermarsi in Italia. Le parole dell’ex virtussino sono emblematiche:

NBA, Jordan multato per un’intervista al “The Herald Sun”

All’inizio del lock-out, la NBA era stata chiara: tutti gli addetti ai lavori che avessero fatto commenti in pubblico sulla serrata o sui giocatori coinvolti, sarebbero stati multati fino anche ad un milione dollari. E siccome in America le regola valgono per tutti, compreso chi della NBA è stato ed è ancora una stella di livello assoluto, non si fanno sconti.  In una intervista rilasciata lo scorso 19 agosto al quotidiano australiano “The Herald Sun”, Michael Jordan, proprietario dei Charlotte Bobcats, aveva proprosto un nuovo sistema di suddivisione dei guadagni e menzionato anche Andrew Bogut, il giocatore australiano più rappresentativo nel panorama cestistico mondiale: Jordan e Herb Kohl, il proprietario dei Milwaukee Bucks, squadra in cui gioca lo stesso Bogut, si sono infatti staccati dalla linea degli altri proprietari sostenendo un nuovo sistema di suddivisione degli utili che possa essere d’aiuto anche per le squadre più piccole. “Abbiamo bisogno di supporto finanziario interno alla Lega, così come una diversa ridistribuzione dei guadagni per tenere la barca a galla – ha dichiarato Jordan al “The Herald Sun” -. Ci sono star come Bogut che devono rispondere a un certo tipo di domanda. Ma noi, per fare profitti in mercati relativamente piccoli, dobbiamo riuscire a costruire squadre migliori e vincenti”. Per Jordan é in arrivo una multa da 100.000 $.