Lockout Nba, riunione di sette ore: passi avanti, zero

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Il week end che contava di più: dall’inizio delle trattative per stipulare il nuovo accordo tra proprietari di franchigie e giocatori dell’Nba, i due giorni che scadono oggi erano considerati da bollino nero. Il lockout dipende dalle riunioni in programma nel corso di queste 48 ore.

Ecco, 24 sono passate e non hanno portato alcuna novità positiva, anzi. Pessimismo totale, serrata per nulla scongiurata, la sfuriata di Dwyane Wade e una dichiarazione – quella di David Stern, commissioner della Nba – che pare lasciare qualche spiraglkio di facciata. Nulla più.

“Non siamo vicini a nulla – ha riferito Stern – ma siamo un pò più avanti di prima”.

La diapositiva è tale da rendre l’idea di quanto sta succedendo: situazione invariata nelle trattative sebbene l’ultim oincontro sia durato la bellezza di sette ore. Poco proficue.

Ora: colloqui in programma anche oggi, Billy Hunter, direttore esecutivo del sindacato giocatori (NBPA), sintetizza in questo modo le aspettative delle parti:

“Non direi che non ci sono stati passi avanti. Ma siamo ancora lontanissimi: c’è un grande distanza, non so se saremo in grado di colmarla”.

A questo punto, partire il primo novembre come da programma pare una chimera. Stern, tuttavia, mostra di non credere che vi sia qualcosa di impossibile:

“Il nostro desiderio sarebbe di non cancellare partite di regular season. Speravamo che questo weekend potesse essere un momento chiave, ma per motivi comprensibili i giocatori hanno suggerito di riprendere i negoziati lunedì. Abbiamo detto ok”.

Oggi si discutono formalità, da martedì riprendono gli incontri allargati.

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