Se n’è andato Jerry Buss il papà dei Lakers

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Se n’è andato, a 80 anni, il papà dell’epopea dei Lakers, l’unica squadra ad avere tifosi in tutto il pianeta. Jerry Buss è stato il Gianni Agnelli del basket, e il suo capolavoro. i  Lakers, vengono considerati  la squadra più popolare al mondo con 10 titoli, grandi personaggi come Jabbar, Magic, Bryant, Shaquille,  Worthy , Gasol, Howard, Nash e allenatori quali Riley e Jackson. E  anche il  gioco spettacolare parte del marchio di successo  è entrato nella leggenda del basket come “Showtime”.

Quando acquistò per 68 milioni il club-faro  che secondo Forbes oggi vale 1 milione di dollari (idem i Knicks)  un biglietto costava 15 dollari, oggi un abbonamento di prima fila vale  migliaia di dollari. Giocava al Felt Forum e aveva già vinto 6 titoli, Buss li ha raddoppiati  e  lo Staples Center è una succursale di Hollywood, con Jack Nicholson primo fra i molti tifosi e le squinzie illustri.

La capitale del cinema è stata da sempre la sua sognata Mecca da quando lasciò il Woyoming , terra di frontiera, per completare gli studi in chimica alla USC e diventare uno dei protagonisti della dolce vita notturna. Giocatore di poker, playboy col fisico e il volto cinematografico, baffo e ciuffo folti. Sempre attorniato da belle donne, tanto da essere il primo a pensare a una selezione di giovani bellezze per allietare gli intervalli delle partite, le Lakers Girls.

Ormai erano tutti preparati al suo congedo, a cominciare dal grande amico Magic Johnson, tutti erano passati a salutarlo in ospedale,  il fisico regiva sempre più debolmente anche se era difficile accettare l’idea della crudeltà  tipica della situazione per la sua forza e vitalità necessaria  in un momento delicato del club, perché la  stagione è  nata male nonostante due colpi di mercato “stile Lakers e ne ha anche sofferto prima di perdere la lucidità.

“La NBA ha perso un proprietario dall’immaginazione unica e con un’influenza unica nelle vicende della Lega che si avvertirà per molti anni, ma soprattutto abbiamo perso un caro e importante amico”, così il commissioner David Stern   ha ricordato il presidentissimo, per due volte a capo  del Consiglio dei Proprietari (Board of Governors) e in prima linea anche nel lockout del 2011 quando per i molti viaggi la sua salute peggiorò.

Pochi hanno creduto quanto JB  nello sport come forma d’investimento e gratificazione e utilità sociale, tanto da avere anche  una squadra della NHL, i Kings dal ’79 all’87, la squadra femminile delle Los Angeles Spars della WNBA, il calcio nella prima divisione (Major Indorr Soccer) e del World Team Tennis.  Nel ’79 acquistò anche i Lakers che diventarono rapidamente, grazie alle sue idee,  la più amata formazione sportiva e una rappresentazione del glamour internazionale di Hollywood selezionando giocatori che toccheranno il vertice della propria carriera e della fama con le maglie gialloblù.

Il gialloblù, il colore del fuoco,  curiosamente anche i colori scelti da  un personaggio italiano che poteva essere il suo fratello maggiore, e a sua volta tanti anni prima diventato famoso nel mondo, anche se la formazione di basket, l’Ignis Varese,  non poteva avere la dimensione della fama dei suoi Lakers. Parlo del commendator Giovanni Borghi, l’inventore dell’Ignis,  che gli assomigliava non solamente per il genio degli affari, tanto che proprio in una piccola officina americana “rubò” agli americani il segreto del frigorifero,ma era incline anche ai  piaceri delle lunghe notti nei locali e al tavolo verde e  sosteneva che il basket l’aveva preso perché tutto un continuo colpo di scena e metafora della competizione moderna.

Gerald Hatten Buss  nacque a Salt Lake City, la città dei mormoni tanto distante dall’impostazione che avrebbe dato alla sua vita, e all’infanzia nel Wyoming, città di frontiera. . La sua era una famiglia povera, ma  grazie all’orgoglio e alla voglia di lottare  e a capire l’importanza degli studi tanto frequentò l’Università trasferendosi per  gli studi alla University of Southern California di Los Angeles. Laureatosi  professore  di chimica all’insegnamento preferì il lavoro nell’Ufficio Centrale delle Miniere dove ebbe la fortuna di incontrare un ingegnere di origini italiane diventato  suo socio. Fu così che investì un piccolo capitale in immobili  nella zona Ovest di Los Angeles che divenne in breve una grande fortuna.

Ha avuto molti figli, tutti col marchio J, con moglie diverse: i maschi Johnny, Jim, Joey  e Jesse, e le femmine Jeanie Buss e Janie Drexel. Tutti hanno praticamente lavorato nell’organizzazione Lakers. Al vertice salirà Jim Buss, attuale vicepresidente, coadiuvato dal secondogenito nelle maggiori decisioni degli ultimi anni, l’ultima delle quali la sinosa decisione di preferire Mike D’Antoni come allenatore quando tutto il pubblico voleva invece  il plurititolato Jackson fidanzato della sorella Jeanie che si occupa dell’amministrazione. Nonostante i successi precedenti e il legame famigliare, la decisione di  puntare D’Antoni è stata dettata dalla necessità di un rinnovamento della squadra, e Jackson non l’ha presa bene polemizzando col cognato. Una vicenda che potrebbe incrinare i rapporti e il futuro. Jerry col  suo magnetismo era riuscito a tenere legata una famiglia complessa, adesso potrebbero affiorare i problemi tipiche di tutte le dinasty quando il capo viene a mancare.

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