I grandi del basket: Predrag ‘Saša’ Danilović

Spread the love

Parlando di grandi del basket, si commette spesso l’errore di circoscrivere il raggio d’azione alla sola NBA, dimenticando che anche alle nostre latitudini sono passati e continuano a passare cestisti di grande livello, come lo era ad esempio Predrag ‘Saša’ Danilović, uno dei più grandi giocatori che abbiano mai calcato i palcoscenici europei nella storia del pallone a spicchi.

Era il 1988, quando quel gigante (due metri e passa) di soli 18 anni debuttava sulla scena internazionale, difendendo i colori del Partizan Belgrado, in quella terra che all’epoca si chiamava Jugoslavia.

Un anno più tardi Danilović era già una grande realtà del basket europeo, grazie alla conquista del titolo nazionale e di quello continentale. Di lì in poi la carriera del giovane jugoslavo fu in continua ascesa, ma forse neppure lui si aspettava di diventare una delle pià grandi guardie tiratrici che l’Europa ricordi.

Arrivò un altro titolo nazionale, un altro continentale ed un’Eurolega, prima che la Virtus Bologna mettesse gli occhi sulle sue potenzialità e lo ingaggiasse nel 1992. E furono anni di gloria sia personale che di squadra, con tre scudetti portati a casa in tre anni consecutivi.

Poteva un giocatore del suo calibro sfuggire all’occhio attento degli osservatori dell’NBA? Certo che no, visto che già tre anni prima i Golden States Warriors lo avevano scelto, per poi girarlo ai Miami Heat. Dopo l’exploit con la Virtus, gli americani lo convinsero finalmente a trasferirsi in Florida, dove non riuscì a ripetere le imprese di Bologna, nonostante la media di 12,8 punti a partita. Più fortunata l’avventura a Dallas con i Mavericks, con una media di 16,6 punti a partita ed alcune prestazioni davvero spettacolari, come quella contro i Phoenix Suns (30 punti) o quella contro i New York Knicks (7 su 7 da tre).

Ma l’America non faceva per lui e decise quindi di tornare sui propri passi, per la gioia dei tifosi della Virtus, che tornavano a sognare in grande. E facevano bene, perché Saša Danilović contribuì in maniera determinante alla conquista dello scudetto e dell’Eurolega nel ’98 e della Coppa Italia nel ’99. Restano da raccontare gli altri due Europei con la Jugoslavia (e siamo a quattro) e l’argento alle Olimpiadi del 1996 ad Atlanta, sconfitto solo da sua maestà del basket, la nazionale americana.

Il ritiro arrivò forse troppo presto per un cestista del suo calibro (a soli 30 anni), ma resta comunque il ricordo di un vero leader, di un giocatore che metteva anima e cuore sul parquet per raggiungere il risultato. Silenzioso al di fuori del campo, non amava parlare di sé, ma sul parquet era lui a dettare legge, tanto che Bologna sta ancora aspettando che nasca il suo erede.

Lascia un commento