Perso l’oro, Scariolo addio Spagna

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La sua conferenza stampa di Londra  dopo la combattutissima finale col Bring Team  ha avuto il sapore di un congedo dalle “furie rosse” con 2 europei e una medaglia olimpica adesso si concentrerà sull’Armani.  Un addio anche per il Dream team e il coach Mike Krzyzewski.

Era già notte quando da Londra è arrivata la telefonata di un mio  collega spagnolo che aveva assistito alla conferenza stampa post-finale degli spagnoli.

“ Sergio no quiso hablar de su futuro, pero sus palabras destilaban cierto aroma de despedida”, mi ha raccontato. Tradotto significa: “Scariolo non ha voluto parlare del suo futuro, ma le sue parole facevano capire che certamente lascerà  la squadra”.

Scrivo da circa due mesi che Scariolo alla fine dei Giochi farà le valigie, il contratto di 3 anni  scade e la panchina andrà a Xavi Pascual che a sua volta lascerà il Regal Barcellona a Zeljko Obradovic col compito di ringiovanire la squadra. Nessuno tratta questa notizia.  Tartufismo ineffabile,  vedremo come andrà a finire questa storia.

L’anima catalana della squadra, dai fratelli –giganti di San Boi,  i due Gasol a  Lça Bomba (Juan Carlo Navarro, il capitano)   porta alla scelta  più giovane Xavi. Questo non significa che Scariolo non sia l’allenatore giusto, ma gli è che la NBA con la cediglia deve (orgoglio, ma anche copertura economica)  vincere il Mondiale 2014 di Madrid, e abbisogna di un coach full time. Uno che sappia parlare alla sua gente, spottare l’evento perché i soldi li mette il governo.

Da noi la notizia della chiusura del rapporto (non parliamo di divorzio, era scritto vincesse o perdesse)  sarebbe già filtrata. La grandezza di  don Josè Luis Saez è nel riuscire a blindare la squadra dalle polemiche e gestire il tutto in famiglia. Del resto è il presidentissimo che ci ha sconfitti nella velleitaria e costosa  corsa al mondiale del 2009.

La notizia del valzer delle panchine spagnola  è stata congelata in frigor, il protocollo e lo stile vogliono sia così. Ci perde  certamente Scariolo che non troverà un personaggio-tutor (cara Armani, caro dottor Proli questo è il primo problema da risolvere)  tanto grande, come fu l’avvocato Coccia per Giancarlo Primo. Gli faceva  da scudo, lo gestiva. L’opinione pubblica  voleva la cacciata  di   “el italiano” dopo la delusione del 2010, Saez  ha tenuto duro e avuto ragione.   Ma attenti bene in questo distacco   potrebbe perderci anche la Spagna, perché nel suo ciclo Scariolo ha conquistato due europei (due titoli mai vinti dalla Spagna!)  e chiuso il suo ciclo con questo argento significativo con questa risposta di squadra, a parte Calderon. Unico neo del suo ciclo il mondiale in Turchia, ma si è riscattato con l’Europeo e con questo risultato, perchè non è a tutti far tremare questo Dream Team. Vedremo i  risultati del successore.

E’ chiaro che  la Spagna si è accorta di quanto sia “fredda”  l’operazione del CT part-time per il fattore stress, lacci e legacci pregressi,  e Gianni Petrucci su questo non  sarà indifferente. Contratti o non contratti in essere. In tempi di economie, con un quarto dell’Italia disoccupata, 9 milioni al limite dell’indigenza,  non possono più sussistere  privilegi per gli sportivi, garantire doppi stipendi con finanziamenti del Governo, quando già  uno guadagna in una stagione quanto un operaio nella propria vita. Basta  soprattutto, cara Fip, sottoscrivere contratti sulla fiducia, biennali, il part-time è determinato dal significato di questa locuzione, significa un anno, quindi o un part-time vero, presi e lasciati, o un ciclo di almeno 3 anni.

Tornando a Scariolo, che adesso diventa opzione azzurra le primarie del  prossimo CT,  non era in una situazione facile, già in  uscita prima di partire. Ha fatto quanto di meglio poteva, ancora una volta la sua  squadra si è trovato  sull’orlo della crisi di nervi dopo una brutta partita (Gran Bretagna)  e due sconfitte (Russia e Brasile), è riuscito a gestire bene la situazione ed è chiaro che i sopravissuti fanno poi cose esplosive. La paura di perdere nei quarti ha allontanato la pericolosa ossessione del Dream Team, e difatti come Lazzaro, Navarro è resuscitato.

Nel suo sito Marca, il grande quotidiano spagnolo,  conferma il giorno dopo che le parole di Scariolo dopo la finale avevano il sapore dell’addio. “Devo ringraziare i giocatori, ammiro e amo questi professionisti,  meritano tutto quello che hanno ottenuto”, ha detto  il coach bresciano. E aggiunto: “Il basket spagnolo si merita questo grande momento. Questo è un colpo per tutti. E serve in una fase delicata per l’economia dimostrare che certe cose, se fatte bene, hanno un valore più ampio, sociale”

Scariolo – scrive Marca –  sa che l’argento è una grande conquista, ma anche andare vicino all’oro e non conquistarlo ha un sapore un po’ amaro”.

“Bisogna digerire bene questo risultato, perché  – spiega Scariolo – abbiamo affrontato tante difficoltà. Oggettivamente  gli americani sono più forti, ma abbiamo una forza collettiva. Onore a  chi ha vinto, noi siamo soddisfatti della nostra performance, solo un pò tristi per il risultati. C’è stata una risposta di disciplina e talento, ma stavolta è più il carattere che ci ha permesso di arrivare fin qui”.

Da parte sua Saez  no ha nascosto la delusione (“Siamo tristi, ma mi passerà. Siamo venuti per vincere, c’era una grande opportunità per farlo, sapevamo di avere una grande squadra. Spero che questa squadra si riprenderà, e sia  consapevoli di  quello che sono riusciti a fare”) e non si è sbottonato sulle prossime mosse e il cambio di allenatore. “Abbiamo una squadra da poco rinnovata, e non è questo il momento – ha puntualizzato –   di parlare del futuro, ma di  goderci la soddisfazione di essere andati vicini a battere i migliori”

La prestazione della Spagna è piaciuta anche agli americani, notoriamente molto sportivi.  Il New York Time rimarca la prestazione decisiva di Durant e Lebron nel finale , ringrazia i giocatori e il sostegno dei suoi tifosi e riconosce il merito degli spagnoli.  Efficace il titolo di Usa Today, il giornale più diffuso, quasi  gli Usa avessero subito un attacco marziano: “Gli Stati Uniti sopravvivono alla Spagna”. Il Los Angeles Time  sottolinea la  grande partita di Juan Carlos Navarro che ha infiammato la finale come un grande matador, “ creando nervosismo negli americani”. Anche per il New York Post ha sottolineato “un finale carico di tensione”, e fatto capire che per molti minuti qualcosa non ha perfettamente funzionato nella squadra americana.

Infine coach K,  Michail William “Mike” Krzysewski, pragmatico americano di Chicago che  servito a squadra dell’esercito (Army) è passato a Duke.  L’impeccabile coach probabilmente alla fine di un ciclo. Un ingresso traumatico al mondiale 2006 in Giappone seguita alla cocente delusione olimpica di Larry Brown ad Atene, unica sconfitta nei 20 anni del Dream Team. Ha saputo riattaccare i cocci,  amato anche dai pro, tanto  che per cinque volte hanno tentato di strapparlo ai Blue Devils. Lo dimostra in lungo abbraccio con LeBron,  dalla guancia del capitano di ferro scendevano lacrime vere.  Non è da tutti conquistare due Olimpiadi e un mondiale, gestire 12 giocatori, e trasformare le rivalità in un collante.

Vicino alle 1000 vittorie, a 65 anni, difficilmente potrà essere riproposto, il sostituto potrebbe essere uno dei suoi vice Jim Boheim  o Mike D’Antoni ma dipende da Jerry Colangelo , il presidentissimo della Federbasket Usa, fino ad oggi sostenuto dalla NBA. I proprietari, Mark Cuban di Dallas in testa, hanno dato mandato a David Stern di ritirare il marchio Dream Team, al massimo potrebbero collaborare in futuro prestando alla nazionale qualche giocatore “under 23”. Mentre non è escluso, e legittimo in presenza di grandi profitti, che il Dream Team  per partecipare ai mondiali chieda una compartecipazione.  “No Dream Team, no party!”.

“Siamo molto orgogliosi di questa medaglia d’oro, è stato un lavoro impegnativo, a volte complicato per battere una grande squadra come la Spagna, ringrazio i miei giocatori”, ha detto Krzyzewski  (leggi chiscieschi…). “Con i suoi uomini alti gli spagnoli – così ha spiegato la vittoria più stretta, 7 punti, nella storia del Dream Team   –  erano  vantaggio, abbiamo commesso molti falli per cercare di fermarli, ma alla fine ce l’abbiamo fatta con l’aiuto di tutti. E in attacco abbiamo mostrato sicurezza nei tiri importanti, soprattutto da parte di Kevin Durant che ci ha tolto molti problemi”

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