Il Dream Team marca le distanze dalla Spagna

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Alla vigilia di Londra con Carmelo Anthony “falso 5” i favoritissimi dell’Olimpiade londinese hanno sconfitto gli spagnoli di 22 punti. Belinelli in maglia Bulls, Kirilenko a Minnesota?

Con una vittoria tonda, 22 punti (100-78),  con la Spagna a Barcellona che da 15 anni non ospitava la nazionale e  festeggiava il “suo”  Juan Carlo Navarro per le 200 partite, il Dream Team ha concluso la preparazione per Londra.

Con la  maglietta speciale, di fibra riciclata,  a forma di freccia o di cuspide, gli Usa hanno battuto nella frase di preparazione Repubblica Dominicana, il Brasile a Washington, l’Argentina e la Spagna che da parte sua ha chiuso i 12 test-match con 11 vittorie.

La novità dell’attesissimo prologo della finale andata in onda al Sant Jordi di  Barcellona è stato vedere  il  nuovo ruolo di Carmelo Anthony “falso 5” , e cioè  nell’inedita veste che LeBron ha ricoperto in alcuni episodi della finale Miami-Oklahoma.

Abbiamo giocato una buona gara, soprattutto nella circolazione di palla e ai rimbalzi, e  con una grande squadra che non ha tirato bene.  Carmelo è stato  sensazionale, è un giocatore che può coprire tre ruolo differenti e se va sotto a tirare non trova un avversario che lo possa contrastare”. Mike Kryszewski ha messo l’accento su questa soluzione motivazionale, credo si tratti di un intelligente compromesso per salvaguardare gli equilibri di squadra, perché gestire Melo non è facile, ne sa qualcosa Mike D’Antoni che l’aveva preso di punta.

Sergio Scariolo invece  gira attorno a questo risultato, gioca con la parole, la sua dialettica da bocconiano, i dico e non dico che sono il refrain della sua comunicazione (anche nella stagione Armani). “E’ stata una partita utile per capire i nostri errori e cercare di capire soprattutto se siamo capaci di eliminarli”.

Il risultato ha raffreddato l’ottimismo esagerati, anche per l’assenza degli infortunati  Marc Gasol e Sergio Rodriguez e la condizione di Navarro. “El gran capitan”, alle prese con una fascite che ormai è un chiodo in testa,  ha segnato la tripla iniziale del 10-3 spagnolo, poi ha perso 6 palle e nei forum c’è chi suggerisce a Scariolo di giubilarlo. Il migliore è stato Pau Gasol, 19 punti, che si sa è del livello di molti giocatori del Dream  Team come testimonia anche il valzer delle voci di mercato che lo riguarda.

La Spagna per battere il Dream Team, questo si è capito,  deve sperare di essere di buona luna, rendere al 120 per cento e sperare che il Dream Team giochi al 70, e questo può capitare solo una volta su 10 gare. Al momento questa squadra spagnola, priva della sua rocciosa torre, Marc Gasol, che sembrava sul punto di non poter giocare a Londra,  è al 75 per cento “e solo Scariolo sa quanto vale”, riflette l’opinione pubblica tosccando un tasto delicato: l’importanza del coach che a Londra è in scadenza di contratto, con due titoli europei e una delusione mondiale.

Il Dream Team ha dunque sofferto molto più col Brasile e con l’Argentina in un match duro, dove s’è sfiorata addirittura la rissa. Sbaglia la Spagna se pensa solo al match per l’oro, Russia, Argentina, Brasile, Australia, la stessa Nigeria e la Lituania in giornata potrebbero batterla. La verità è che la Spagna, come tutte le squadre, dipende  prevalentemente dall’entusiasmo che riesce a ricavare dal gioco.  Scariolo tende a non eccedere, a non giocare a folate, come  ha fatto la selezione di calcio nella finale che ha travolto l’Italia, e a contenere i rischi. Gli hanno messo in mano una vettura di Formula Uno, come ha detto, e i Gran Premi non si vincono senza affrontare le curve in accelerazione e la dialettica da manager.

Si entra nel clima della vigilia olimpica, venerdì c’è l’inaugurazione dei Giochi  e  Paul Gasol è uno dei candidati al ruolo di portabandiera, onore toccato a  Carlton Myers a Sydney mentre alle Olimpiadi ’80 il russo Serghei Belov ebbe  ebbe ancora di più,  l’accensione della fiamma dei Giochi e del giuramento.

Intanto la NBA è pieno mercato. Marco Belinelli è ormai certo nel roster dei Bulls con un contratto annuale da 2 milioni di dollari, ogni tiro da 3 sarà pesato in centinaia di dollari.  E’ stato giudicato da Thibodeau meno lunatico e più giovane di Lucas III°. Dallas ha rinnovato il contratto con Delonte West. Oltre a Belinelli i Bulls presentano le novità di Marques Teague, Kirk Hinrich, guardia-tiratrice di Atlanta,  e lo slavo Vladimir Radmanovic (anche lui per un anno) e rinunciano a pareggiare la cifra  pazza che Houston ha messo sul tavolo per il gigante turco Omer Asik. Kirilenko  oltre all’offerta dei Brooklyn Nets del suo connazionale magnate russo, ha ricevuto un’offerta ufficiale da Minnesota e non è una tentazione di poco conto giocare da starter come terzo lungo con l’armadio montenegrino Nikola  Pekovic e Kevin Love.

Snobbato dalle squadre italiane (due finali con Milano, ingaggiato e mai schierato nel roster da Siena) e ricostruito fisicamente e psicologicamente dopo un brutto infortunio, Jonas Maciulis (1,98, 27 anni) detto “Il Mastino” (The Bull) è stato decisivo a Caracas per portare la Lituania ai Giochi (11,5 puntiu, 7,5 rimbalzi, 2,8 assist) e ritorna alla grande nell’ Euroleague,  dove ha giocato 80 gare (10,4 punti, 3,7 rimbalzi), con la maglia del Panathinaikos.  Mentre lo Zalgiris continua a puntare sui vecchioni, per il ritorno in Euroleague il Lietuvos di coach Dzinkic insiste sui giovani e ha firmato Deividas Dulkys, 24 anni, 1,99, ala forte di Florida State e debuttante nella nazionale lituana. Per il mercato dell’usato, Tutku Acik (31 anni, 1,94) giocatore tipo Giachetti,  dal Galatasaray al Besiktas, primo acquisto della squadra di Erman Kunter. Tutto qua?

Uno dei tanti africani che  circolano nelle minori spagnoli, Moussa Diagnè, 2,11 (ma un’apertura alare di 227 centimetri), ha firmato per 5 anni con Fuenlabrada. Come mai i nostri bravissimi e volonterosissimi “afro” non raggiungono i due metri?.

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