La Tv difficile ai tempi degli impianti in deroga

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Ovvero il fai da te anche nei palasport: approfitto della partita andata in onda domenica tra Brindisi e Milano per soffermarmi sul problema (neanche annoso, quasi secolare) degli impianti sportivi e della televisione.

A monte di tutto, quando producevamo ancora noi di Sky le partite del campionato  di serie A di basket, alla promozione in massima serie di Brindisi, ci fu il problema di adeguare l’impianto alle norme vigenti in fatto di capienza e sicurezza. Tralasciando completamente le esigenze televisive. Parentesi quadra: quando si pensa alle esigenze televisive si pensa a follie dispendiose ed esagerate, frutto della megalomania di qualche regista. Consentitemi di dissentire.

Nel basket (ma anche in tutti gli sport in genere), la televisione chiede di avere quei 5-6 punti di vista utili per far vedere l’incontro da chi è lontano dal palazzetto, in modo dignitoso. Le caratteristiche di questi punti di vista dove posizionare le telecamere devono essere: nessun impallo (niente e nessuno davanti) , luci che illuminino sufficientemente l’area di gioco e di ripresa e non in controluce, possibilmente nelle posizioni stabilite o quanto più vicine possibile a queste. Inoltre che il campo, dalle telecamere principali di gioco, sia visto nella sua interezza.

 Ieri, ma anch’io avevo avuto questo problema in passato, mi sono trovato la telecamera principale in un balconcino a piombo sul campo con le balaustre del primo anello che si sovrapponevano alle linee di gioco. L’angolo di ripresa e la poca distanza dal campo rende difficoltose le riprese in modo corretto, e spesso i cameraman sono costretti ad estenuanti discussioni con spettatori infastiditi dalle telecamere.

In più, se la partita è giocata in orari “solari” c’è il problema dei riflessi provocati dalle vetrate sul parquet. Ed è un vero peccato, perché lì  il pubblico è uno dei più partecipi e spettacolari del campionato. L’impianto per essere numericamente sufficiente ha subito delle modifiche spesso forzate. Per raggiungere il numero corretto sono stati messi posti dietro colonne, con dislivelli talmente minimi che se quello che siede davanti è appena appena più alto fai veramente fatica a vedere.

E tutto ciò in Enel vs EA7 si è visto con stacchi tra le telecamere ridotti al minimo sindacale e una fatica che, per bravura di chi ci lavora, non si nota più di tanto se non la sai. Tutto questo per ricordare al nuovo presidente (della Fip, Gianni Petrucci, ndr), che tra i mille e uno problemi della nostra pallacanestro  c’è anche questo. Impianti inadeguatamente adeguati (o adeguatamente inadeguati…).

Molti di questi sopravvivono grazie a deroghe su deroghe, quelli nuovi o in costruzione fanno fatica a partire per mille pastoie burocratiche (uno per tutti Cantù, ma anche il nuovo PalaLido di Milano), altri grazie a modifiche dell’ultima ora si perdono i progetti originali (guarda caso) proprio nelle strutture previste per la televisione.  Biella e Pesaro i primi che mi vengono in mente.

Sembra, ma è una vecchia battaglia che ho cominciato quando ero molto più giovane, che non se ne venga a capo , che si continui a sbattere contro un muro ma Capricorno come sono, continuo….

E la partita di Brindisi? Beh ha fatto tirare un sospirone di sollievo oltre che ai tifosi milanesi anche agli organizzatori della prossima Final Eight meneghina, perché non oso pensare quanti teli neri avrebbero dovuto impiegare per coprire le tribune più semivuote che semi piene … E Brindisi non ha fatto l’agnello sacrificale, fino all’ultimo ci ha provato, poi esperienza e peso della panchina hanno fatto la differenza. L’ultima definizione degli scontri di Coppa Italia è legata al verdetto della partita tra Sassari e Siena, poi sarà il buon vecchio Forum a fare da contorno alle partite di questo Special Event, ed è ancora uno dei contorni migliori.

Giancarlo Fercioni – Regista Tv

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