Luci e ombre del basket in Tv a mezzogiorno

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Il trucco delle tre carte, ovvero come risolvere i problemi di visibilità del basket partendo dal fondo

Il gioco delle tre carte, ovvero, dove vai a scegliere comunque é una fregatura.

Sto parlando di palliativi, trucchi di prestidigitazione da baraccone, quelli appunto  che fai presto a scoprire il trucco. Come insistere a partire dal fondo per risolvere i problemi. Come se spostare una partita in un orario  (mezzogiorno) che già aveva mostrato limiti da molti punti di vista in tempi in cui non c’erano ancora gli anticipi del calcio possa essere la panacea per ogni male.

Intendiamoci, non é un brutto orario per il pubblico pagante: le famiglie ( ammesso che una famiglia possa permettersi di andare insieme al palazzo), i ragazzi e chi vuole vedere qualcosa che non sia calcio possono approfittarne. Ma non aggiunge niente.

In piú, per i giocatori e,  in molti casi, per le televisioni puó dare parecchi problemi. La preparazione per i giocatori va spostata nei giorni precedenti all’incontro e non tutti riescono ad abituarsi, vedere le statistiche di quando su Sky mandavamo in onda gli anticipi a quell’ora: mani fredde e palle perse erano le voci piú evidenti.

Televisivamente il problema era (e sarà) quello delle luci. Gran parte degli impianti dove giocano gli incontri di campionato sono stati costruiti con logica polifunzionale: grandi finestre per poter far allenare e giocare scuole, minors e comunque squadre che non possono permettersi illuminazione e spese accessorie. Queste finestre spesso non sono oscurate o oscurabili con problemi di illuminazione mista solare/artificiale decisamente difficoltosa. Ultimamente ci sono problemi a far vedere bene le partite su impianti “ciechi” come Avellino o Milano, per motivi di cui abbiamo già parlato piú volte, figuriamoci su altri con grandi finestre e con la luce del mezzogiorno…

Ma il vero problema é che non lo si affronta alla base, cioé promuovendo il “prodotto”pallacanestro, con azioni massicce di marketing, agendo nelle scuole, presso le famiglie, i centri di aggregazione come i circoli e oratori e si pensa che spostando la diretta in un orario in cui i numeri sono meno importanti le percentuali siano piú corpose. Come se invece di portare la nostra bancarella nel mercato principale e perderci nella massa delle altre, andassimo in un mercatino rionale dove ci sono pochi altri, ma anche pochi avventori… Non é meglio invece che ci siano motivi ed indicazioni utili perché le persone vengano da noi? Siamo sempre lí ed io mi scopro noioso e ripetitivo ma non mi stancherò mai di dire che se non cambiamo alla base tutto il sistema , i numerini degli ascolti saranno sempre “ini”!
anche se drogati da percentuali piú alte. Poi se qualcuno avrà il coraggio di modificare anche gli attuali ( e forse datati) sistemi di rilevazione , forse avremo numeri, ini o oni, più probabili…

Intanto nell’ultimo weekend altra variazione (e questo piace?) su La7d: EA7contro Acea Roma lunedí alle 20.30. Quando si dice fidelizzare gli ascolti.

Giancarlo Fercioni – Regista Tv

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