Esclusiva: perde il patentino l’arbitro veneto fermato per un grammo di coca

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La Giudicante ha respinto il ricorso inibendolo fino al 31 dicembre 2013, ma la vicenda sembra essere un giallo strano del quale potrebbe il protagonista  essere rimasto vittimaL’arbitro veneto  sospeso tempo fa per 60 giorni per aver acquistato un grammo di cocaina e per il quale il Procuratore della Fip dottor Alabiso, assunti gli atti della vicenda – fra i quali il verbale relativi  al fermo  mentre avrebbe acquistato un grammo di coca – e dopo averlo  interrogato  ha chiesto un inasprimento del provvedimento, è  stato inibito dalla Giudicante fino al 31 dicembre  2013.

Questo significa che dovrà riconsegnare il patentino, e uscirà dai ruoli della A. Lascerà il posto al retrocesso Renato Capurro?. No, sembra i due retrocessi rimarranno tali, mentre il CIA vorrebbe promuovere nel listone del prossimo campionato  ben 7-8 nomi in segno del rinnovamento. Su questa operazione la Fip è guardinga, entro il 30  di giugno non sarebbero infatti esclusi altri colpi di scena, vedi le probabili le dimissioni di Luciano Tola, mentre dentro al CIA la posizione del presidenze Tiziano Zancanella  vacilla.

Sabato scorso a Vasto il direttivo del CIA, riunito d’urgenza, ha preso atto di una criticità nella gestione del’organismo dopo la decisione della Fip di respingere le dimissioni di Gori . Ricordiamo che  era l’ultimo della classifica, il veneto Gori. Al  corrente della sicura retrocessione, ecco invece presentare le dimissioni. Se accettate dal Consiglio federale potevano però concedergli la scappatoia di rimanere nelle liste per la prossima stagione. Caso quasi analogo a quello dell’anno precedente  nel quale fu sempre  il “primo attore”. L’escamotage costò  la retrocessione (inaudita, per l’iter, da inchiesta federale..)  di Martolini, neo arbitro internazionale. Un danno non solo per il fischietto romano essendo penalizzata anche la Federazione, la sua immagine e quella degli arbitri…

Si vorrebbe da varie parti – questa  l’impressione – che  Zancanella facesse ora un passo indietro, ma non avendo nulla da perdere tenta di resistere, e non ci sembra altra soluzione che il commissariamento. Ma chi sarà poi il commissario?. Per l’esperienza maturata, la conoscenza diretta delle carte, perché non chiedere direttamente al Procuratore di gestire la patata bollente e garantire una “forza legale” a un’operazione del genere? Magari  per essere coerenti con la linea Fip. Sarebbe l’occasione giusta, infatti, per rileggere l’assunto del Consulente Fip di Baskettopoli il quale denunciava  alla Pm  dottoressa Miranda che la vicenda dei “voti truccati” dei commissari agli arbitri era generata dai supercommissari, specificando di  trentina di soggetti già stati sanzionati. Con l’arrivo di Zancanella, invece, si sa che questa figura dei supercommissari  (anche se paludati nella veste di Superosservatori)   è stata  riproposta  alla grande utilizzando collaboratori a lui molto vicini. Da qui accuse di “familismo” . Lui per primo, il presidente contestatissimo, ha avocato a sé il ruolo supremo di medesimo giudice delle carriere degli arbitri alimentando la dura polemica  sui criteri di valutazione della classifica. Con l’accusa di oscillazioni improvvise verso l’alto e il basso,  sospetti di arbitri presi particolarmente di mira, suggerimenti all’orecchio degli osservatori, specie per colpire  gli ideatori dello sciopero delle divise cui aderirono 41 fischietti, sospesi dal Giudice per un turno.

Tornando invece alla vicenda dell’ arbitro veneto, col quale abbiamo parlato brevemente  a Roma mercoledì  all’ingresso della Fip, ci ha spiegato che il suo caso “rientra nei 1080 quotidiani di cui devono occupare le forze del’ordine”, “ e andrebbe raccontato nel modo giusto”. E non ha potuto e voluto dire di più.

La questione è delicata, lo spaccio di droga  è  nelle mani di gente senza scrupoli, a volte si rischia anche la pelle. Circola la voce che il protagonista della vicenda si sarebbe solamente  prestato a collaborare con i carabinieri e il magistrato per fermare l’attività di un pusher marocchino. E che la notizia del suo fermo,  finita incautamente sui giornali, ne ha determinato fatalmente l’individuazione   attraverso la conoscenza delle iniziali, la zona di residenza e la sua attività di arbitro di A.

Il fatto ha destato molta sorpresa, anche perché l’arbitro non ha mai tradito – sostengono alcuni colleghi – segni di dipendenza dalle droghe o stati di alterazione fuori e dentro il campo da gioco. E inoltre la quantità  è tanto esigua, un grammo solo di coca,  che uno si chiede: ma una persona tanto per bene, rischia l’arresto, la carriera e la faccia, per così poco?.  A meno che non ci sia qualcosa’altro… Quindi sarà  bene aspettare la chiusura delle indagini del magistrato veneto. A meno che lo stesso arbitro voglia raccontare direttamente – se può farlo – la sua versione sull’accaduto.

PS:  dopo che Pallarancione.com aveva giù pubblicato il servizio, sul sito Fip abbiamo trovato la seguente notizia: 21 Giugno 2012 -Giustizia sportiva. Commissione Giudicante. Sospeso l’arbitro Roberto Pinto. La Commissione Giudicante Nazionale ha sospeso l’arbitro Roberto Pinto da ogni attività fino al 31 dicembre 2013 (art. 2, 39 R.G. e 19 comma e Reg. CIA).

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