Nba Belinelli migliore dei tre tenori azzurri, Mago senza voce

Adesso qualcuno suggerirà a Bargnani di cambiare il  numero di maglia e chiedere il 0-0 in lettere doppio zero se non triplo zero, questo  perché il Mago dopo essere andato in bianco contro Memphis,  si è ripetuto con gli interessi. Coach Casey l’ha utilizzato come ottavo giocatore per  mettere nel suo quintetto di partenza, al posto di Amir Johnson. Landry Fields per la marcatura di Melo Anthony  suo compagno ai Knicks, e per riconoscenza per la partita contro i Grizzlies nei confronti di  Alan Anderson, l’ala piccola.

Questa ulteriore down-grade ha certamente contribuire ad aumentare il distacco fra l’azzurro e la squadra, e ormai la storia di Bargnani entra a far parte di uno degli episodi di “La solitudine dei numero Uno”volume  dedicato alle prime scelte del draft che non hanno confermato le attese. Bargnani ha giocato in tutto 12 minuti, in due momenti, e quando i Raptors hanno capito che  la grande tigre mediatica creata dalla NBA per rilanciare dopo 40 anni uno dei club più conosciuti al mondo era a portata di mano, Bargnani non ha avuto l’opportunità di riscattarsi e ha chiuso con 2 tiri falliti e 1 fallo e lo 0 periodico alle voci rimbalzi, assist, recuperi, stoppate, insomma tutto ciò che significa il contributo di squadra.

Nba la ripresa si tinge d’azzurro, 26 per il Gallo

Calato il sipario sull’All Star Game “West oriented” di Houston (vittoria nella gara maggiore e nelle matricole, MVP Chris Paul e Kenneth Faried) il Barnum è ripartito per l’ultima tranche della stagione, a 25 gare dalla fine San Antonio  rafforza il suo primato vincendo a Sacramento , i Brooklyn Nets schivano la sconfitta grazie a Joe Johnson che segna da 3 per il pareggio e nel supplementare, il quinto tie-break vincente,  segna il jump della vittoria allo scadere con Milwaukee.

Chicago che per ora mostra Derrick Rose solo nel riscaldamento passa a New Orleans con 9 punti di Belinbelli  e avvicina Indiana per il primato della Central Division. Toronto vince a Washington tradita da Wall (1 su 14) e con la quinta vittoria consecutiva vive l’era Gay e col nuovo ruolo di Bargnani sesto uomo da 11 milioni di dollari,  perché a 24 ore dalla chiusura del mercato non si vede uno straccio di acquirente per il n. del draft 2006.  Comunque finisce con 9 punti e poco altro,  giocatore tutto da ricostruire ma deve lavorare duro.

Nba contributo di Belinelli alla risalita dei Bulls

Torna la fiducia di coach Thibodeu per Belinelli che raccoglie più tiri liberi (6/9) fra tutti i compagni,  e si prende l’ultimo tiro del tempo regolamentare, dopo che i Bulls hanno sciupato un vantaggio di 19 punti. Entrata sulla sinistra, sospensione in ricaduta (fade away), gli arbitri abbonano il fallo a Kyle Lowry, poi nel supplementare decide con freddezza Loul Deng con  un jump da 7  metri e Calderon sbaglia il missile della vittoria.

Favolosa serata di Boozer (36 punti e 12 rimbalzi), di questi tempi un caterpillar, Noah un leone al rimbalzo, Deng puntuale, Belinelli deciso a non perdere l’occasione: queste le ragioni che permettono ai Bulls in pieno rilancio di vincere, anche se con qualche affanno che si poteva evitare la quarta gara consecutiva in trasferte e di attaccare (22/15) Indiana (24/16) che ha perso a Orlando sostenuta dal sempre più sorprendente 22enne montenegrino Vucevic, miglior centro giovane della Lega.

Nba Gallo non ripete, Belinelli rilancia i Bulls

Dopo la magica notte di Dallas che con record personale di 39 punti l’ha proiettato fra i grandi della NBA  Gallinari non  ripete come Paganini, ma  per il maggior prestigio del campionato italiano che ormai pochi si filano torna  alla ribalta Marco Belinelli che preferito  nel quintetto al rientrante Rip Hamilton dimostra di aver messo nel suo bagaglio il carattere da uomo-Bulls.

Non è la prima volta che succede, risulta al ritorno nello United Center  il miglior marcatore della sua squadra, 17 punti, con la tripla sul 79-76 che tiene a distanza i Wizard che senza il loro top-scorer Jordan Crawford e la star John Wall, fuori dall’inizio della stagione, valgono molto di più della loro classifica e dominano ai rimbalzi Noac e c.  col giovane centro africano Okafor in continua crescita.

Nba, a Ovest piangono Oklahoma e San Antonio, Gallo ok

Mentre Bargnani salta la partita n.27 per il problema al polpaccio, il tormentone fisico  che gli ha rovinato una stagione cominciata nel modo migliore, Danilo Gallinari con 18 punti (7/16, 3/7, 4 rimbalzi e 4 assist) si conferma l’uomo-chiave di Denver per la corsa ai playoff. Marco Belinelli sfrutta invece l’occasione fornitagli da un nuovo stop di Eric Gordon, la star degli Hornets, risultando decisivo  con 21 punti (5/9, 3/6 da 3, 3 rimbalzi e 3 assist) contro Sacramento di Isiah Thomas e DeMarcus Cousins, inferiori alle attese.

Nba, superdoppia di Howard salva il suo coach

Lakers traditi dallo stinco di  San Kobe. Dopo la sconfitta casalinga coi Rockets ispirati dall’esplosione dello sloveno Goren Dragic, pesante doccia fredda  dei Lakers, 20 punti di scarto, a Phoenix contro una delle squadre più in forma (15/7 dopo l’All Star Game e 12 vittorie nelle ultime 15 gare, anche se ancora non basta ancora per entrare fra le  8 elette  dell’Ovest).

Tanto di cappello alla squadra di Steve Nash, il re dell’assist al quale contende in titolo Rajon Rondo che da parte sua per la sedicesima sera in doppia cifra in questa arte nella quale eccelle anche Chris Paul, vedi i 15  assist contro Sacramento. La pesante sconfitta, nonostante 30 punti di Paul Gasol (e 13 rimbalzi) e i 23 di Bynum (e 18 rimbalzi), ha la sua principale ragione nella dura botta allo stinco che Kobe ha rimediato la settimana scorsa a New Orleans. Il top scorer della NBA ha  giocato con successo anche sotto dolore ma non ce l’ha fatta a scendere in campo a Phoenix e dopo 138 gare consecutive, a volte  molto sofferte, per aver giocato con la maschera per  l’infortunio al setto nasale nell’All Star Game, ha dato forfeit. Il  preparatore dei Lakers, Gari Vitti, non si sbilancia sui tempi del suo ritorno alla vigilia di tre gare esterne delicate, la prima delle quali lunedì a New Orleans. Seguirà il big match di mercoledì prossimo a San Antonio che con le 10 vittorie consecutive e 39/14 ha già staccato il ticket per i playoff con Chicago (43/13),  Oklahoma in frenata brusca (40/15, 3 sconfitte consecutive) e Miami (39/15) e iperstimolata dalla  possibilità di soffiare a Durant il primo posto all’Ovest.

L’esplosione di Goran Dragic costa cara ai Lakers

Altra grande sorpresa nell’ultima partita del turno del 6 aprile. L’ha firmata Goran Dragic, il più famoso dei due fratelli sloveni, che lanciato in prima squadra da circa un mese per l’infezione intestinale del play titolare, il talentuoso Kyle Lowry, ha trasformato la squadra che dopo aver vinto 99-93 a Chicago ha rimontato 11 punti ai Lakers e vinto 112-107 allo Steaples Center favorita anche dall’espulsione di Andrew Bynum, di questi tempi molto polemico col mondo, per un duplice tecnico.

Goran per 3 volte ha superato i 20 punti nelle ultime 3 gare, 22 nella gara persa di misura con Indiana, 21 a Chicago e da ultimo 26 punti in 38’12” di gioco, con 8/19, 3/7 da 3, 7/8 dalla lunetta, 4 rimbalzi, 11 assist, 3 recuperi, indiscusso MVP della gara. Kobe ha segnato 2 punti più del play sloveno con 8/20, 1/4 da 3, 11/11 dai tiri liberi, ma senza un solo assist e 2 rimbalzi.

Bryant sfida i medici, Oklahoma sorpassa Miami!

“E’ una cosa seria,non si può prendere alla leggera, credetemi! In queste circostanze bisogna andare cauti, ed essere sicuri prima di giocare”.

Questa la dichiarazione rilasciata da Kobe Bryant uscendo dalla visita medica dell’ultimo minuto, prima di andare in campo mascherato dopo il serio infortunio dell’All Star Game: frattura del naso, botta al collo e lieve commozione cerebrale. Mica uno scherzo, ma la sua determinazione e la  sua classe hanno avuto la meglio in una prestazione storica e …stoica che rimarrà negli annali  della NBA per aver voluto giocare a tutti i costi, e rispondere sul campo alla polemica con il suo club riguardo le continue voci di mercato riguardanti il trasferimento di Pau Gasol. Voci  che  secondo Koby disturbano la squadra troppo legata ai suoi canestri e rientrata  Top ten in questo momento.

Serata no di Belinelli, Chicago ne approfitta

Archiviato l’All Star Game di Orlando, un altro grande spettacolo che si riflette direttamente sulle Olimpiadi di Londra visto l’impegno dei big del Dream Team, la Regular Season è ripresa con Andrea Bargnani ancora fermo da fine gennaio (ha giocato in tutto solo 13 partite causa uno strappo al polpaccio) e Gallinari che con la sua squadra in leggera caduta  sta preparandosi al rientro fra una decina di giorni per l’infortunio alla caviglia  sinistra, frattura complessa  perché  ha rivelato una precedente microfrattura. Fra gli italiani in campo solo Marco Belinelli tradito dal tiro da 3 (3/7 totali, 0/3 dall’arco), per cui New Orleans ha pagato dazio con i Bulls di Derrick Rose (32 punti) in una partita molto equilibrata nella quale Kaman ha vinto il duello sotto canestro contro Joaquin Noah ma Chicago ha tagliato per prima il traguardo delle 28 vittorie, anche rimane sempre al 3° posto dietro Miami e Oklahoma.

San Antonio a fine corsa, Miami insiste

Miami resta al top avvicinando l’80 di successi (26/7) con LeBron (18 punti) per una sera il 4° marcatore dietro Wade (30), Bosh (20), Mario Chalmers (20) e la conferma della matricola Norris Cole (12, 8,6 di media).

A Portland, piazza notoriamente ostica, San Antonio mette invece in campo le riserve dopo 11 vittorie consecutive, restano in panchina Parker e  Duncan che valgono certamente quei 40 punti di differenza che costituiscono la peggiore sconfitta  della squadra di Gregg Popovic negli ultimi 15 anni.  E non bisogna dimenticare gli assenti  Ginobili e Tiago Splitter che sarà l’All Star Game delle promesse dove per l’Europa ci sarà Ricky Rubio e l’attrazione sarà Jeremy Lin.

Knicks senza pace: Deron Williams “oscura” Lin

L’eroe del turno di lunedì notte è Deron Williams con 38 punti, 8 triple che ha “oscurato” al Madison un Lin  positivo  (21 punti,7 rimbalzi, 9 assist, 4 recuperi, 3 perse, 6 falli) che ha minori colpe dei compagni, a cominciate dal rientrante Melo Anthony (4/11, 11 punti, fuori da 6 gare)  che ancora una volta è riuscito a far impazzire la maionese, metafora del concetto di squadra. L’acquisto  che un anno fa lo strappò ai  Denver in cambio di Gallinari e Mozgov non ha portato i risultati voluti, e Mike D’Antoni è tornato sotto il 50 %  di vittorie (16/17)   la sera dopo aver fermato i campioni di Dallas  anche se con la nuova sconfitta Boston (15/16) è salita al 2° posto nell’Atlantic Division.

I fatti del giorno sono due. Le vittorie in trasferta  dei Nets di Deron Williams che, ricordiamo, durante la serrata si era tenuto in forma giocando in Turchia,  di Orlando a Milwaukee (Howard 28, 10/14 nei liberi, 16 rimbalzi mentre il turco  Yliasova ha catturato ancora più rimbalzi offensivi che difensivi, stavolta 9/6 contro i 13/12 della sera precedente) e l’11.a di San Antonio, la più lunga “striscia” della Lega quest’anno.

San Antonio 10 e lode, scivolone casalingo dei Bulls

Si sgonfia di colpo la Lin-Mania per le 9 palle perse contro gli Hornets di Marco Belinelli, the show must goes on, il gioco va avanti e il piccolo turno del sabato s’inchina agli Spurs che battono nuovamente i Clippers,  stavolta però nei supplementari. E grazie a “Sua Immensità”  Tony Parker (30 punti, 10 assist,8/11 nei liberi)  a due canestri da 3 di Gary Neal, il fuggiasco della Benetton ed ex capocannoniere della Spaghetti League, e con la complicità di Chris Paul  che perde palla con i Clippers avanti di 3 punti a 9” dalla fine  e Gary Neal, lo specialista da 3 punti, mette dentro 4” il missile per andare all’overtime dove si ripeterà.

“Ho giocato la peggior partita da quando sono nella NBA”,

Con Belinelli storico record italiano al Madison

Per ben 3 volte in 40 giorni i 3 tenori italiani della NBA hanno vinto nel tempio dei Knicks, Lin (9 palle perse e 26 punti) non basta  contro gli Hornets in formazione d’emergenza. Intanto New York richiama dalla Cina il tiratore  JR Smith. Venerdì 17 sfortunato per il n.17  più acclamato della NBA, Jeremy Lin che dopo aver firmato vittorie consecutive ha la colpa di aver fatto una buona gara e aver usato male la sua misteriosa magia, come dimostrano le palle perse. Sfiorando di entrare nella storia della NBA con una doppia-doppia originale, 26 punti e 9 palle perse che, in ogni caso, rappresentano un record…

A proposito di record, il titolo di questa puntata potrebbe essere “Italians make history in New York”. Nella tempio sportivo della città di Fiorello Laguardia, di Sinatra e Cuomo c’è  gloria quest’anno per i giganti italiani, e il 17 febbraio Marco Belinelli  segnando 17 punti e i due liberi che gelano i Knicks di Lin completa  un trittico promozionale fantastico (iniziato da Bergnani e proseguito con Gallinari) per il nostro basket che  a Torino cerca visibilità senza riuscire a prendere i telespettatori   con le Final Eight che prevedono per oggi al Palaolimpico  le semifinali Siena-Milano e Cantù-Pesaro.

Nella notte magica di Lin ecco Marco Belinelli bum-bum

Nella Lin-mania, diventato in pochi giorni un  prodotto di largo consumo, ormai assurto quasi a gloria nazionale, tanto che il presidente Obama, anch’esso un  illustre meticcio,  gli ha mandato i complimenti dopo aver visto in Tv il suo canestro della vittoria a Toronto a mezzo secondo dalla fine, c’è una serata di gloria anche per Marco Belinelli.

Con 22 punti e 6 bombe, un solo errore dall’arco in tutta la gara, a Milwaukee la guardia bolognese  riporta al successo gli Hornets dopo oltre un mese di sconfitte (ultima vittoria il 9 gennaio) mentre sono ancora fuori  gli altri due azzzurri. Bargnani ha giocato solo 13 partite su 31 per lo stiramento al polpaccio e poteva far comodo sia contro i Knicks  che per arrestare mercoledì notte la marcia dei San Antonio (9° successo consecutivo firmato manco a dirlo da Tony Parker, 34 punti con 12/12 dalla lunetta e 14 assist). Il  Galli tornerà invece  fra 20-25 giorni per il problema della caviglia, è molto dura  l’assenza del suo giocatore-collante per Denver che ha fuori anche Nenè e Mozogov e segnato solo 84 punti a Dallas. La squadra di Nowitzky  inanella successi su successi anche se davanti ha San Antonio che adesso vince anche fuori pareggiando  il bilancio on the road (8/8), e toccando per la prima volta il 70% di successi  passa al 4° posto mentre Oklahoma (33 di Durant) battuta di un punto dalla mina vagante Houston (96-95) perde il 1° posto che torna ad essere Chicago (24/7, 77,4%, nonostante i guai alla schiena di Derrick Rose)  e Miami (23/7, 76,7) è seconda ma in serie positiva.