Bryant sfida i medici, Oklahoma sorpassa Miami!

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“E’ una cosa seria,non si può prendere alla leggera, credetemi! In queste circostanze bisogna andare cauti, ed essere sicuri prima di giocare”.

Questa la dichiarazione rilasciata da Kobe Bryant uscendo dalla visita medica dell’ultimo minuto, prima di andare in campo mascherato dopo il serio infortunio dell’All Star Game: frattura del naso, botta al collo e lieve commozione cerebrale. Mica uno scherzo, ma la sua determinazione e la  sua classe hanno avuto la meglio in una prestazione storica e …stoica che rimarrà negli annali  della NBA per aver voluto giocare a tutti i costi, e rispondere sul campo alla polemica con il suo club riguardo le continue voci di mercato riguardanti il trasferimento di Pau Gasol. Voci  che  secondo Koby disturbano la squadra troppo legata ai suoi canestri e rientrata  Top ten in questo momento.

Il suo score parla da solo: 31 punti, con 9/10 liberi, 4 bombe mancate e 5 perse ma 7 rimbalzi e 8 assist, molto vicino a una tripla considerati i 16 minuti di sosta in panchina, anche perché non c’era più bisogno delle sue percussioni contro un Minnesota che dopo una serie di vittorie che l’hanno portata per la prima volta in attivo fino a raggiungere Denver in classifica, ha pagato l’assenza di Kevin Love, al secolo  “double-doble machine”. Il lunatico Michael Beasley (14 punti) non è riuscito a farlo dimenticare. Mettiamoci il solito litigio di Rubio al tiro (1/8) anche se  si è salvato con 9 assist, si capisce perché i Lupi sono stati sballottati da un capo all’altro nel 2° quarto (15-33) col  primo canestro di Nikola Pekovic dopo quasi 9 minuti.

Con 21/14 i Lakers con la doppia-doppia n.104 di Andrew Bynum (13 punti, 13 rimbalzi)  e 15 punti di Pau Gasol adesso hanno una vittoria in più dei Clippers a una cortissima incollatura dal sorpasso sui cugini dei Clippers nella Pacific Division, e comunque in risalita e davanti ai campioni di Dallas che li sconfissero lo scorso anno nella finale dell’Ovest. I Mavs hanno perso la terza gara consecutiva, questa volta coi Memphis di Marc Gasol, neo-all star, tanti punti e tanti rimbalzi, complice il problema alla schiena di Dirk Nowitzky che dopo 9 minuti di sofferenza ha lasciato definitivamente il campo, e superati i  problemi al ginocchio deve tornare in rimessaggio. Inoltre, per ragioni personali Odom, ex Lakers, è fuori da 3 partite: un vero mistero.

Assente ancora Bargnani che per lo strappo al polpaccio ha saltato ben 22 delle 35 partite dei Raptors, si é fatto onore Marco  Belinelli, top scorer della squadra con 20 punti in 40’ lavorando bene al rimbalzo (7) dove gli Hornets sono stati massacrati (36/49). Non molto brillante il tiro (6/15, 2/7 da 3 ma 6/6 dalla lunetta e 3 assist), ma ha dovuto rischiare per le assenze di Okafor, Gordon e Landry. I Raptors hanno vinto a New Orleans con 21 punti  e 5/7 da 3 del lituano Linas Kleiza, oltre ai 21 di DeRozan e 15 del brasiliano Barbosa.

Dopo due magre contro le bigs  (2 punti, 1/4 e 9 minuti nel 133-146 di Chicago del 24 febbraio e 8 punti a Miami, 88-102) Jeremy è tornato a dare spettacolo con una doppia decisiva, 19 punti (6/12, 0/2 da 3, 7/9 nei liberi) e 13 assist, al top in questa specialità nel turno del 29 febbraio bisestile.

Denver si è rimesso in moto senza poter mandare in campo Gallinari che lavora sulla caviglia, vittoria importante contro i Trail Blazers di Aldridge, con 21 punti e 9 assist di Ty Lawson e conferma della matricola Kennet Faried, 13 punti, 6/6 al tiro e 10 rimbalzi per la 22enne ala di Morehead State. Mancava ancora il brasiliano Nenè.

John Wall, geniale guardia di Washington, è ormai a livello dei vari Rose e Paul e dopo essere stato il miglior assistman nel turno precedente (15) è stato il top scorer della giornata (38 punti), altro giovane da tenere d’occhio il centro di Detroit Greg Monroe, 2,11, 2° anno, che ha preso 20 rimbalzi segnando 100 punti nelle ultime 4 gare. Zitta zitta, Oklahoma ha collezionato il 6° successo consecutivo  e torna al comando con l’80 per cento  (28/7). Colpo di Chicago a San Antonio che aveva perso solo 1 gara casalinga ed era stata la squadra di febbraio con 11 vittorie consecutive.

Risultati mercoledì 29 febbraio: Filadelfia-Oklahoma 88-92, Washington-Orlando 95-102, Boston-Milwaukee 102-96, New York-Cleveland 120-103, Atlanta-Golden State 82-85, Detroit-Charlotte 109-94. Memphis-Dallas 96-85, New Orleans-Toronto 84-95, San Antonio-Chicago 89-96, Denver-Portland 104-95, Utah-Houston 104-83, LA Lakers-Minnesota 104-85

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