San Antonio a fine corsa, Miami insiste

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Miami resta al top avvicinando l’80 di successi (26/7) con LeBron (18 punti) per una sera il 4° marcatore dietro Wade (30), Bosh (20), Mario Chalmers (20) e la conferma della matricola Norris Cole (12, 8,6 di media).

A Portland, piazza notoriamente ostica, San Antonio mette invece in campo le riserve dopo 11 vittorie consecutive, restano in panchina Parker e  Duncan che valgono certamente quei 40 punti di differenza che costituiscono la peggiore sconfitta  della squadra di Gregg Popovic negli ultimi 15 anni.  E non bisogna dimenticare gli assenti  Ginobili e Tiago Splitter che sarà l’All Star Game delle promesse dove per l’Europa ci sarà Ricky Rubio e l’attrazione sarà Jeremy Lin.

Portland parte a razzo  20-0, poi 41-20, 71-47 dopo 25 minuti, si esalta (60% da 2, 53% da 3 con 15/28 con i missili di Crawford starter, 31 assist contro 13 e 53 rimbalzi) grazie a LaMarcus Aldridge che ha recuperato bene dall’infortunio alla caviglia.  Dal  Rose Garden gli Spurs cercano di portare a casa almeno  preziosa esperienza per i giovani, e se Corey Joseph, il play canadese,  è ancora implume la fioritura di Kawi Leonard è molto interessante, e la matricola di lusso raccoglie consensi con 24 punti, 10 rimbalzi, 5 assist.

Memphis di Marc Gasol (MVP con 15 punti e 14 rimbalzi) marca la quarta sconfitta consecutiva  di Filadelfia (si salva solo Holydai, 22 punti)   la franchigia-leader dell’Atlantic Division col record meno brillante (20/13, 60,6) fra le due conferences, e da quando il suo proprietario l’ha elogiata con il coach in testa è andata in tilt, solo 4 vittorie nelle ultime 10 gare.

A Indiana New Orleans è andata vicina a un altro successo esterno perdendo nell’overtime con un 17-8 bugiardo dovuto alla crescita di Roy Hibbert (30 punti, 8/12 ai liberi e 13 rimbalzi) decisivo nel finale  senza Gordon e Laundry, hanno fatto bella figura il messicano Ayon, Kaman e l’italiano Marco Belinelli con 15 punti, 5/11, 3/7 da 3 e in versione rimbalzista (ben 6, il primo della squadra!) per 34 minuti di gioco, certamente la sua miglior esperienza da quando è nella NBA.

Infine Cleveland sotto di 77-66 al 3° è riuscita in un recupero fulminante e col parziale di 35-12. Cleveland ha mascherato l’assenza del centro Varejao, fuori per un mese, con Irving (25 punti, 8 assist, 5 rimbalzi per il n.1 del draft che non manca di confermarsi come Matricola dell’Anno) e l’eterno Antwan Jamison, 32 punti e 10 rimbalzi per l’ex prima scelta ’98 di Toronto, uno dei soli 5 giocatori ad aver segnato più di 16 mila punti in carriera (per 13 stagioni).

Ne ha segnato invece  23.335 in 14 stagioni Dirk Nowitzky collocandosi fra i Top 20 di sempre e superando Robert Parish di 1 punto, oltre a superare la barriera delle 1000 stoppate. L’altro mito dei Mav campioni in carica, Jason Kidd, da parte sua ha eguagliato Michael Jordan nelle palle recuperate (2512) ma ormai non ha l’età per battere John Stockton.

Per finire una curiosità: New Orleans di Belinelli è la maglia nera per le sconfitte casalinghe, ben 14, e le sue 7 vittorie li ha ottenute più in trasferta (4 contro 3). Questa la classifica delle squadre che non fanno pagare dazio: 14 New Orleans, 12 Washington e New Jersey, 11 Toronto e Charlotte, 10 Detroit e Minnesota, 9 New York e Golden State, 8 Boston, Cleveland, Milwaukee e Phoenix. Solo in questa classifica le squadre dell’Est brillano più di quelle dell’Ovest, ma è un primato che brucia specie per i Knicks e i Celtics.

Risultati martedì 21 febbraio: Cleveland-Detroit 101-100, Indiana-New Orleans 117-108 dts, Miami-Sacramento 120-108, Memphis-Filadelfia 89-76, Portland-San Antonio 137-97.

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