Nba Gallo non ripete, Belinelli rilancia i Bulls

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Dopo la magica notte di Dallas che con record personale di 39 punti l’ha proiettato fra i grandi della NBA  Gallinari non  ripete come Paganini, ma  per il maggior prestigio del campionato italiano che ormai pochi si filano torna  alla ribalta Marco Belinelli che preferito  nel quintetto al rientrante Rip Hamilton dimostra di aver messo nel suo bagaglio il carattere da uomo-Bulls.

Non è la prima volta che succede, risulta al ritorno nello United Center  il miglior marcatore della sua squadra, 17 punti, con la tripla sul 79-76 che tiene a distanza i Wizard che senza il loro top-scorer Jordan Crawford e la star John Wall, fuori dall’inizio della stagione, valgono molto di più della loro classifica e dominano ai rimbalzi Noac e c.  col giovane centro africano Okafor in continua crescita.

Festeggiatissimo il Beli dal suo pubblico, mentre il coach dribbla i cronisti sull’insidiosa domanda riguardante la scelta come starter fra Rip Hamilton e Belinelli nel ruolo di guardia, mentre è chiaro che al rientro Derrick Rose metterà in panchina il play-postino Hinrich. “Non ci ho ancora pensato, chi vivrà vedrà…”, se la cava con questa frase sibillina l’ingrugnito coach  Thiboedeau  che intanto  deve risolvere il problema del cambio di Noah, perché quando Deng non è in serata mancano i rimbalzi.

Hamilton è tornato e schierato subito titolare ha segnato  9 punti in 14 minuti, ma la squadra è parsa più sicura col bolognese  che ha giocato 33,18 minuti con 7/16, 2 triple su 3, 2 rimbalzi, 3 assist, tanti aiuti e recuperi in difesa, progressi mentali, vedi di concentrazione e determinazione sul campo.

Washington che sta usando poco il ceko Jan Vesely e ha offerto un contratto a Garrett Temple (1,96, 26 anni, Louisiana State Università dove il padre è stato il primo giocatore afro-americano dell’ateneo), ex di Novipiù Casale,  schierato in quintetto con discreti risultati (8 punti, 9 rimbalzi, 5 assist) non ha sfruttato il vantaggio ai rimbalzi (56/49)  per le troppe incertezze (17 perse) tipiche delle squadre frustrate dalla brutta classifica.

Gallinari a Memphis non ha dunque  ripetuto la fantastica gara1 che aveva permesso ai Nuggets di far crollare l’imbattibilità del campo dei Grizzlies quando erano in testa al ranking, ha lavorato per la squadra in una serata difficile di tiro (2/8, 1/3 da 3) a 24 ore dallo show di Dallas (7/11 da 3)  segnando 7 punti, con l’ultimo canestro della partita. Suo anche in questa occasione il compito più ingrato, quello di fermare l’All Star Rudy Gay, quasi una copia come fisico e giocatore di Kevin Durant, che aveva ingoiato un rospo amaro in gara1 contro l’azzurro e sul 66 pari nel quarto tempo ha inventato quattro canestro da tutte le posizioni che hanno dato una spinta decisiva a lui e alla sua formazione.

Non c’è stato un crollo vero di Denver, il distacco infatti è avvenuto solo quando il Gallo è andato lungo in sospensione per la tripla del possibile 73-78 seguita da  un tiro pesante di Ellington  a 42” che ha portato i Grizzlies a +11. La sconfitta si spiega oltre che dal problema del recupero per le 2 gare in trasferta nel giro di 24 ore dal leggero vantaggio dei Grizzlies  negli assist (19 a 17), ai rimbalzi (49/41 nonostante l’ottima prova di McGee, 6 stoppate e 12 punti) , e il mediocre 19 per cento dall’arco, con 0/6 di Iguodala, 0/3 di Tyson Lawson, 1/4  di Corey Brewer che ha 1/10 nelle ultime due gare.

Toronto senza Bargnani non finisce di stupire, mai fu più infelice la frase del Mago che dichiarò alla Gazzetta che più o meno i Raptors erano la peggior squadra della NBA. Complice un infortunio, la riprova gli ha dato torto perché Toronto con 7/8 e 7/3 nelle ultime 10 gare è la squadra più in forma nell’Atlantic Division e anche se per ora rimane sempre all’ultimo posto fa titolo per questa vittoria di 35 punti a Orlando che non aveva Jameer Nelson e Glen Davis, ha recuperato Turkoglu e avuto 22 punti dalla matricola Nicholson ma vede ormai Boston e Filadelfia che hanno 3 vittorie in più e non è nemmeno lontanissima  Brooklyn che ha licenziato l’allenatore Avery Johnson (ex Dallas) rimpianto da uno sparuto drappello di tifosi.

Al suo posto il terzo paisà italiano dopo Del Negro (Clippers) e Dantoni (Lakers), PJ Carlesimo che era l’assistente  di Johnson e ha avuto la fiducia della squadra e del presidente russo, Mikhail Prokorov, e  battuto Cleveland con molta fatica (103-100) grazie ai 35 punti e 11 rimbalzi del più conosciuto dei fratelli Lopez. I Cavaliers, trascinati dal sempre più sorprendente Miles, non avevano l’infortunato Varejao, miglior rimbalzista della NBA.

Miami torna dalle due uscite di fine anno con le pive nel sacco, e dopo la sconfitta di 10 contro i ragazzini di Detroit e ha perso di 19 a Milwaukee che lotta per il primato della Central Division con Chicago e Indiana ed è stata ispirata da Brandon Jennings, forse il giocatore più importante della recente storia del basket di Roma  che ha rivaleggiato alla pari con LeBron che si è dannato inutilmente l’anima ma ma perso ben 6 palle, fatto del tutto insolito. Il rientro di Wade  non ha risolto i problemi attuali, Milwaukee ha giocato ispirata (28 assist contro 18), Miami priva di Haslem che a Detroit era rovinato addosso a un fotografo a bordo campo ha molto peccato nel tiro Ray Allen (1/6, 0/1), Chalmers (1/5) ,  Battier (1/3). Scatenatissime le guardie dei Bucks, i vari Monta Ellis, Jennings, Dunleavy e lo sloveno Udrih.

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Risultati sabato 29 dicembre: Charlotte-New Orleans 95-98 (22 Kidd-Gilchrist, 19 Henderson, 12 Warrick + 10 r; 24 Gordoin, 19 R.Andersn, 8 A.Davis + 10 r); Atlanta-Indiana 109-100 (21 Lou Williams + 12 as, 17 Pachulia + 14 ri, 20 Horford; 29 D.West, 0 Hibbert); Orlando-Toronto 88-123 (22 A.Nicholson, 14 Afflalo;21 Derozan,  18 E.Davis, 15 Calderon + 10 a, 16 Ross e Lowry); Brooklyn-Cleveland 103-100 (35 Br.Lopez + 11 ri, 15 D.Williams, 7  R.Evans + 10 r; 33 C.Miles, 17 Tr.Thompson + 15 r);  Chicago-Washington 82-77 (17 Belinelli, 15 Boozer + 12 r, 9 Noah + 11 r; 14 Beal, 11 Okafor + 18 ri),  Memphis-Denver 81-72 (19 Gay, 12 Z.Randolp, 8 M.Speghits + 10 r; 12 McGee, C.Brewer, Iguodala); Houston-Oklahoma 94-124 (25 Harden, 11/14 tl, 24 M.Morris, 4 Asik + 8 r; 28 Westbrook, 26 Durant, 9 Ibaka + 10 re, 12 N.Collison + 10 r); Minnesota-Phoenix 111-107 (28 Pekovic + 11 r, 23 Love + 18 r, 20 Kirilenko, 12 Shved + 10 as; 33 Scola + 10 r, 21 S.Brown, 16 G.Dragic + 12 as); Milwaukee-Miami  104-85 (25 Jennings, 19 Mbah A Moute, 16 L.Sanders + 11 ri, 18 Dunleavy; L.James 26, 24 Wade;  Portland-Filadelfia 89-85 (22 Batum, 20 Lillard, 16 JJ Hickson + 13 r; 29 Holiday, 17 T.Young, 10 S.Hawes + 11 r)

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