Parker e Batum show, notte francese nella NBA

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C’è anche il contributo dell’Europa nel  rilancio della NBA dopo la sciagurata serrata dei proprietari, il muro contro muro dei giocatori e il ritorno in campo la notte di Natale.  E dopo la festa italiana, quella spagnola che si rinnova spesso, ecco la  grande notte francese grazie ai suoi spettacolosi mori che fa capire perché i nostri cugini-rivali andranno alle Olimpiadi. San Antonio ha vinto la tredicesima gara casalinga su 14 grazie ai  42 punti di Tony Parker che batte anche il record degli asssist di Avery Johnson (4477) e stritola Oklahoma, la miglior squadra di questo inizio di stagione, mentre  le 9 triple  e i 33 punti di Nicholas Batum che rientrava  dopo due turni fuori per problemi al ginocchio spiegano il ventello subito dai Denver di Danilo Gallinari (20 punti) che escono dal Rose Garden con la seconda sconfitta consecutiva, una grandinata da 3  e 30 assist.

Per il resto,  i Lakers dopo aver vinto a Denver non si ripetono a Utah perché la squadra dello show-time raggiunge a stento gli 87 punti contro Utah, quest’anno una mina vagante, mentre precipita New Orleans toccando le  20 sconfitte contro 4 vittorie. Fermiamoci per un momento sugli Hornet: partente Kaman, miglior rimbalzista agli europei,  il quale però non trova un acquirente  e sempre fuori Eric Gordon, la star, Marco Belinelli  non è più il suo alter ego nel quintetto. Il bolognese  ha giocato 17 minuti senza segnare da 3, la sua specialità (4, 2/5, 0/2 da 3, 2 falli). Sempre meglio però del “fuggiasco” Summers, ex senese, partito per la quinta volta su 14 gare nel quintetto e dopo 7 minuti disastrosi, 3 falli, 1 canestro su 5, 2 punti, 2 rimbalzi è stato messo definitivamente in panca.

Nonostante il siluramento di coach Saunders, Washington prende 26 punti dai Clippers trascinati da Blake Griffin che sfiora la tripla-doppia (21 punti, 11 rimbalzi, 8 assist), Filadelfia  dopo il pensante ko casalingo con Miami  va a prendersi la vittoria ad Atlanta  sempre priva del suo tiratore Al Horford, uno de migliori giocatori sudamericani, e Doug Collins più che Iguodala  ringrazia stavolta la panchina con 15 punti (primato personale) del rookie Nikola Vucevic,montenegrino nato in Svizzera da due campioni di basket, 2,13, 21 anni , 14 di Young e L.Williams e 11 di Turner.

Si riprende lentamente ma concretamente Orlando che ferma la sorprendente Indiana battuta in casa con 81 punti soli, i Knicks soffrono anche coi Nets cugini al Madison, grazie all’esplosione del cinoamericano Jeremy Lin (25 punti, record personale)  mentre il cinese verace Jianlin ripescato dalla D-League non salva i campioni di Dallas dalla terza sconfitta consecutiva, stavolta a Cleveland dove Kyrie Irving smentisce nuovamente chi pensava che il n.1 del draft 2011 fosse il simbolo di un’annata scarsa.

Intanto Chicago, con Derrick Rose ancora re dell’assist di questo turno (13 in tutto) raggiunge per prima le 20 vittorie  segnando ben 113 punti a Milwaukee e Minnesota di Love e Rubio e grazie alla sostanza di Nikola Pekovic, altro montenegrino,  pareggiano vittorie-sconfitte dopo aver iniziato male la stagione.

Denver  non ha difeso bene, si è fatta trascinare dal tourbillon dei rivali, ha subito  anche fisicamente il ko casalingo con Lakers della sera prima, Gallinari è stato sopra la sua media (20 punti, 5 rimbalzi, 3 assist, 36 minuti) ma ha sbagliato 4 tiri su 5 da 3 anche se ha tirato bene dentro l’area, con 7/14 totali. L’infortunio di Mozogov è stato pagato in termini di difesa, anche se il sostituto Kostas Koufos, greco di Chicago, è un centro che sa fare canestro (16). Ha sentito la partita anche l’ex Andre Miller (2 punti) scambiato da Portland con Felton:  la 35enne guardia era stato  determinante nella strepitosa serie di vittorie on the road di fine gennaio, non si possono pretendere miracoli. I miracoli li ha fatti invece, per Portland, Nicholas Batum (9 missili, il doppio dei soli di Denver su 22 per il 22%, altra ragione del ko)  frescodi infermeria: i suoi 33 punti hanno fatto pendere l’ago della bilancia, senza dimenticare i 20 rimbalzi dell’incredibile Marcus Camby, 38 anni,  i 17 punti di Wallace e i 29 dell’All Star LaMarcus Aldridge che durante la serrata era stato contattato dal Real Madrid.

Lo show di Parker (29 tiri con 16 canestri sbagliando però i due tiri da 3, 10 su 12 dalla lunetta, 9 assist, 2 recuperi, 3 rimbalzi)  che ha segnato 42 punti,  più di Durant (22) e Weestbrook  (18) messi assieme!,  è stato sottolineato  dal coach della squadra leader della stagione,  Scott Brooks:

“Mai visto Tony così aggressivo, con una partita così era difficile vincere e ha dimostrato di non essere un eterno ragazzo ma un giovane campione”.

Greg Popovic, coach di grandissima reputazione, da parte sua ha indovinato la mossa di mettere nel quintetto il rookie Kawi Leonard per difendere forte su Kevin Durant. Compito svolto alla perfezione, tanto che Durant  è rimasto al di sotto delle sue medie e il lo sbarbato di San Antonio si è fatto notare per tante altre cose, 5 tiri su 7, 6 rimbalzi, 5 assist. Insomma, c’è del nuovo e forse Gary Neal, il fuggiasco della Benetton, primo cambio delle guardie l’ha capito facendo cilecca, 1/9 al tiro con 0/5 da 3, la sua specialità.

Dopo la sconfitta di Oklahoma che viaggiava con l’80% di vittorie, questo il ranking aggiornato: 18/5 Oklahoma, 20/6 Chicago, 17/6 Miami, 17/7 Filadelfia. Nella Southwest Division San Antonio ha preso decisamente il comando (16/9)  superando l’assenza di Ginobili (due mesi di stop per la frattura della mano sinistra) davanti a Dallas (14/11) che 3 sconfitte fa era al 1° posto.

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