Sulla strada di D’Antoni un altro Melo-show

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Per il ritorno al Madison fischi e sfottò  per l’ex coach he subisce 22 punti dal suo ex giocatore nel 1° quarto e incassa la quinta sconfitta con i Laker mancanti di Nash e Pau Gasol.

Battuti  i Raptors nonostante il poco invidiabile record di 20 triple sbagliate su 20, i Trailblazers  prendono coraggio e battono una delle bigs, San Antonio, che perde la sua seconda partita consecutiva e nel giro di sole 48 ore perde pure il sua leadership che aveva toccato lo zenith con l’81,7 per cento (17/4) prima di mettersi nuovamente in viaggio e incappare in due match-trabocchetto contro i sorprendenti Utah Jazz di Millpsap e Jefferson e  fare le conoscenza dell’indiavolato gioiellino dell’Oregon,  Damian Lillard, la miglior matricola della stagione alla sua definitiva  consacrazione  con un  record personale di  29 punti  e la 13sima partita sopra i 20 punti.

Duncan non è stato quello di Salt Lake City, Neal non è stato nuovamente  all’altezza del ruolo di starter, è riaffiorato il problema di Blair (0 punti come starter martedì notte), lo stesso Paker ha sentito psicologicamente la spavalderia di Lillard che si è fatto sentire anche ai rimbalzi e negli assist, quasi una copia più giovane dello showman francese. Portland ha vinto anche con lo spagnolo Claver a secco nel quintetto e Nicolas Batum, al di sotto del suo standard quando gioca in casa, dove è difficile da fermare come dimostra la classifica sullo scarto nei punteggi fra gare casalinghe e trasferte che vede l’elastico francese al top.

Scendono le quotazioni degli Spurs nonostante una fiammata finale di Manu Ginobili che però è riuscito solo a dimezzare lo svantaggio a Portland (89-85) e salgono invece quelle dei Knicks che grazie al “Melo-Show”, 22 punti nel 1° quarto, uno spettacolo  che rimanda ai leggendario Knicks Anni 70,  hanno battuto i  Lakers, ormai smitizzatissimi. E  con 17  successi  contro 5 sconfitte, con Miami in stallo e battuto in casa dalla matricola Draymond dei Warriors con un canestro all’ultimo secondo,  sono la miglior squadra della propria Conference  col 77,3%  davanti a Miami col 70% (14/6) ala quale s’è appiccicata Atlanta che giovedì notte ha aggiunto una vittoria facile con Charlotte alla sua sorprendente ascesa in una stagione che sembrava di transizione e ha messo in luce invece l’ottimo lavoro del gm Danny Ferry e del coach Larry Drew che hanno lasciato un buon ricordo del loro passaggio a Roma e Pesaro.

Al ritorno al Madison, dove ha lavorato fino al 3 marzo di quest’anno, quando la squadra è stata affidata al suo assistente Mike Woodson che da allora ha perso solo 1 gara nel tempio cestistico della Grande Mela, Mike D’Antoni è stato fischiato dal pubblico che ha poi proseguito cantilenando il suo cognome, come una sorta di birignao musicale. Ma quel che è grave, non h avuto la min ima risposta, dopo 2 quarti i Lakers erano già sepolti di canestri (19 punti all’intervallo), poi Anthony ha chiuso a 30 per una storta alla caviglia e  senza l’incubo di D’Antoni i Lakers hanno parzialmente recuperato, ma sono rimasti i problemi di sempre, l’assenza di Pau Gasol e l’attesa snervante di vedere in regia Steve Nash e al suo posto due sostituti poco affidabili. L’ex Duhon, fischiato a sua volta,  in 30 minuti ha segnato 3 punti con 1/6 e 4 assist, Jody Meeks, più guardia tiratrice, ha padellato di brutto (2/9 da 3, 3/11, 4 rimbalzi) e quindi i Lakers hanno passeggiato, niente contropiede e la solita versione perimetrale con Kobe Bryant a fare bottino e fare meglio di Howard ai rimbalzi!

Gli ex duellanti hanno dato lezione di fair play. “Melo è Melo, solo lui può essere insuperabile come ha mostrato all’inizio”, ha riconosciuto Mike mentre la star del Madison ha precisato: “Volevo battere i Laker, non ho nulla contro Mike D’Antoni”. D’Antoni ha dovuto anche rintuzzare una polemica giornalistica e precisare di non aver mai detto di aver commesso un errore ad accettare di lavorare coi Knicks, e salutato tutti dicendo che poteva far meglio ma va bene così e che i Knicks  hanno  bravi giocatori e sfruttano al meglio il loro momento. Lakers sulla graticola dopo il quarto ko consecutivo, per D’Antoni la sconfitta n.5 su 9 gare, come Diogene alza la lanterna verso Washington e Filadelfia sperando che le cose cambino, del resto lui è un uomo fortunato e non si straccia le vesti.

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Risultati – Completamento 12 dicembre: Phoenix-Memphis 82-80 (15 J.Dudley + 9 a, 12 G.Dragic; 21 R.Gay + 11 r, 18 Z.Randolph + 10 r,, 15 M.Gasol + 6 st);  Utah-San Antonio 99-96 (24 Millsap + 12 r, 21 A.Jefferson; 22 Duncan  + 21 ri, 22 Parker). Giovedì 13 dicembreAtlanta-Charlotte 113-90  (20 D.Harris, 18 J.Smith; 17 G.Henderson);  New York-LA Lakers 116-107 (41-27, 27-22, 25-31, 23-27;  30 C.Anthony, 19 Felton + 9 a, 18 T.Chandler, 18 JR Smith;  31 K.Bryant + 10 r, 23 Artest, 20  Howard); Portland-San Antonio  98-90 (29 Lillard + 7 r, 6 as,22 L.Aldridge, 12 JJ Hickson + 12 ri; 21 T.Parker, 16 Duncan)

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