Nba lockout, riunione fiume: NON C’E’ L’ACCORDO

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Trattative serrate, si va avanti a oltranza

Il lockout Nba alla svolta: si o no. Si gioca o non si gioca. Gli attori protagonisti del periodo più critico del basket americano li conosciamo già: David Stern, commissioner Nba; la delegazione del sindacato giocatori; la delegazione dei proprietari delle franchigi. In ultimo, l’interesse diretto della Casa Bianca, con il presidente Barack Obama che ha inviato un mediatore al fine di individuare un accordo che sblocchi l’empasse. Alle 16 ore italiana di oggi, le parti torneranno a confluire a New York per riprendere da dove ci si era lasciati ieri.

16 ore al tavolo: la riunione fiume

La riunione, convocata e svoltasi alla presenza del mediatore federale George Cohen, puntava (e punta) a risolvere le divergenze legate alla controversia economica tra club e atleti. Già accadde, nel 1998-1999, che la Nba venne profondamente dimezzata: allora, il campionato iniziò a febbraio, dopo sei mesi di lock-out.

MERCOLEDI 19 OTTOBRE

ORE 18.40: Dopo la riunione di ieri, Cohen ha chiesto alle parti di non rilasciare commenti

ORE 18.50: Andrea Bargnani dall’Italia commenta su Twitter: «Sedici ore di riunione con i proprietari si ricomincia stamattina alle 10 ET…. ottima strategia: prendiamoli per sfinimento».

ORE 19.50: al momento non si hanno novità. Bocche cucite, riunione in corso

ORE 22.00: ancora nulla trapela dall’ennesima riunione in corso a New York. È iniziata alle 10 di mattina ora locale (le 16 in Italia), esattamente otto ore dopo la fine della lunghissima seduta, una maratona negoziale durata 16 ore alla presenza del mediatore federale George Cohen.

ORE 1.00: pare che le parti continuino a essere distanti. Al momento, in seguito a questo conflitto sindacale, sono andate perse 100 partite della stagione 2011/2012 (peraltro ancora al palo).

ORE 2.00: diopo nove ore, la riunione si conclude. Le parti si danno appintamento al giorno dopo.

GIOVEDI 20 OTTOBRE

ORE 10: le parti si ritroveranno oggi alle 14 per un nuovo incontro.

ORE 10.30: indiscrezioni su quanto accaduto ieri: giocatori e proprietari hanno dato vita a varie riunioni tra gruppi differenti. L’ostacolo principale resta quello della suddivisione delle risorse prodotte dal campionato. I giocatori rifiutano di passare dal 57% al 49-51% prospettato dai proprietari.

ORE 19.00: sempre più probabile l’opzione turne per le stelle Nba, riunione in corso, persevera uno stato di no comment.

ORE 23.00: riunione conclusa senza che sia stato deciso alcunché. Emblematiche le parole del vice commissioner Nba, Adam Silver, che ha dichiarato: “Alla fine non siamo riusciti a colmare il divario che separa le due parti”. La riunione è durata poco più di cinque ore, non sono previsti ulteriori incontri concordati. Si va verso il blocco della stagione.

VENERDI

Ore 10.00: Le prime reazioni in seguito all’ennesima fumata nera. Derek Fisher: “Non c’è mai stata la volontà di trattare al di là di una certa soglia – dice il presidente dell’associazione giocatori (Nbpa) – ed è stata tirata una linea. A prescindere da quello che succede e dal numero degli incontri, non si oltrepassa quel limite”.

ORE 11.00: Billy Hunter, direttore esecutivo della Nbpa: “Abbiamo fatto concessione dopo concessione. E non è bastato”.
“È una giornata triste – ha ribadito Peter Holt, presidente dei San Antonio Spurs – e ora speriamo solo di tornare a trattare”.

ORE 17.00: Inizialmente i proprietari chiedevano ai giocatori di ridurre la loro percentuale sui redditi generati dal campionato dal 57 al 47 per cento. I giocatori hanno risposto offrendo un taglio dal 57 al 53 per cento, scendendo poi ancora fino al 52,5%. La controproposta è arrivata fino al 50 e 50. E qui la trattativa si è bloccata.

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