Nba big in difficoltà, i Warriors di Curry e Lee la bella novità

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Dopo lo stop di Denver  che ha messo fine alla striscia di di 17 vittorie pesante contraccolpo (-21)  a Oakland  dei Clippers  come non bastasse il dolore del suo proprietario, Mister Sterling, che ha perso  il figlio trovato morto  per overdose  a Malibu. Senza il loro centro titolare, l’australiano Andrew Bogut, che ha giocato solo poche partite e poi è sparito per il problema al piede, i Warriors hanno dato una bellissima lezione di gioco a Paul e soci grazie ai missili di Stephen Curry (6 triple su 8)  e David Lee, il grande mancino bianco,   due bigs come classe e continuità e forti motivazioni da parte del gruppo e una panchina di qualità con  Jack e Laundry in grado di essere a loro volta protagonisti.

Per Vinnie Del Negro, premiato assieme  a Drew, altro ex del campionato italiano miglior allenatore del mese di dicembre, si profila un periodo non facile, il ricordo della fantastica galoppata è già cancellato da due sconfitte nette, con problema dello scadimento di forma di Blake Griffin e una flessione della grinta vincente che si riflette sulla difesa, mentre è ancora fuori Billups, la spalla di Chris Paul, ed è calato anche Jamaal Crawford, cambio determinante per aprire le difese e scavare il solco quando le cose vanno bene.

Se i Warriors sono indubbiamente la rivelazione  della stagione e viaggiano con  passo da playoff e con 22 vittorie e 10 sconfitte  salgono al 6° posto nel ranking  e sfidano i Clippers (25/8) per il 1° posto  della Pacific Division ,che ha rovesciato le gerarchie con le fortissime delusioni dei Lakers, di nuovo sotto il mirino della critica, le bigs protagoniste dell’ultima finale  hanno qualche problema.

E se Miami si riffa e di raffa ha vinto per l’ennesima volta al fotofinish dopo essere passata in vantaggio a 14” dalla fine con una tripla di Battier e piegato Dallas, arrivata all’overtime grazie alla rinascita di Nowitzky (19 punti e il canestro del pareggio) , grazie al 16-6 firmato da Ray Allen, LeBron e Wade,  Oklahoma ha subito la terza sconfitta in casa per la reazione sorprendente di Brooklyn, una squadra in crisi che ha cambiato allenatore.

I Nets hanno vinto di 17 contro Durant e Westbrook che hanno segnato al solito molti punti ma sono andati forti anche nelle palle perse (11 in totale sulle 20 di squadra)  e  la vittoria firmata da  J.Johnson e Deron Williams e Brook Lopez  vale la conferma di PJ Carlesimo in panchina .

Oklahoma conserva il primato con n27/7 ma scende sotto l’80% , San Antonio è la prima a toccare le 26 vittorie e conduce nel Southwest davanti a Memphis che ha aggravato la crisi di Boston (29 rimbalzi contro 37) battendola sul suo campo.  L’assenza di Noah per l’influenza ha permesso a Thibodeau di provare Tai Gibson  in quintetto e l’oggetto misterioso dei Bulls, gratificato di un contratto multimilionario, si è sbloccato anche se il pilastro del ritorno al successo è stato Carlos Boozer. Belinelli è entrato come 7° giocatore, primo cambio delle guardie, ma nessuno l’ha notato e la sua gara  è stata tutta in un solo canestro e 2 assist per 17 minuti, occasione persa come capita a tutti.

Toronto esulta per l’ottavo successo su 9 gare, il quinto in casa, grazie alla sempre più interessante batterie di ali grandi e piccole, e cioè i vari Ed Davis, Amir Johnson, DeMar DeRozan e la matricola Terence Ross che con 26 punti (e 6/9 nelle triple, decisivo nel breal del 3° quarto) ha spazzato via Portland e segnato il suo record personale. Curiosità: Calderon, sempre titolare, e Lowry non hanno segnato ma dato un contributo determinante ai 34 assist, di cui ben 14 dello spagnolo. Che la squadra abbia dimenticato Andrea Bargnani, o abbia voluto reagire alla sua famosa  e in felicissima dichiarazione con la quale aveva bollato la squadra come “più o meno la peggiore della NBA” , lo dimostra la dichiarazione di Terrence Ross.

La matricola “elasticizzata” che più assomiglia a Michael Jordan nel cercare la schiacciata, senza  citare il Mago, fermo dalla gara di Portland  del 13 dicembre quando franò su un avversario nel tentativo di schiacciate e uscì dal campo per una contusione al gomito e una slogatura del polso , ha spiegato bene cosa è cambiato nei Raptor, una delle squadre del momento: “Adesso sappiamo cosa ci serve, sappiamo di dover lavorare duro e ancora di più e difendere, per questo le buone notizie cominciano ad arrivare”.  Il 13 non ha portato fortuna ad Andrea, un giocatore che rischia la cessione e una svolta irreversibile nella carriera., ma è la data della svolta e della chiarezza  per la franchigia canadese.

Risultati mercoledì 3 dicembre: Toronto-Portland 102-79 (26 T.Ross, 24 DeRozan, 0 Calderon + 13 as; 18 Lillard, 14 Aldridge + 10 r); Golden State-LA Clippers 115-94 (31 S.Curry, 6/9 da 3, 24 D.Lee + 13 r; 24 Jam.Crawford, 23 Paul); Orlando-Chicago 94-96 (32 J.Nelson, 20 Vucevic + 12 r; 31 Boozer + 11, 24 Deng, 21 T.Gibson + 11r); Cleveland-Sacramento 94-97; Indiana-Washington 89-81; Boston-Memphis 83-93 (14 Rondo + 10 as, 19 Pierce; 23 M.Conley, 19 R.Gay); Miami-Dallas 119-109 OT (32 L.James + 12 r, 27 D.Wade + 10 a; 30 Mayo, 19 Nowitzki, 14 Kaman + 10 r), Milwaukee-San Antonio 110-117; Houston-New Orleans 104-92; Oklahoma-Brooklyn  93-110 (27 Durant, 26 R.Westbrook + 10 as, 5 K.Perkins + 11 r; 33 J.Johnson, 19 D.Williams + 13 a); Utah-Minnesota 106-84; Phoenix-Filadelfia 95-89.

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