Lega Basket, Petrucci: “Dobbiamo prenderci cura dei giovani”

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Gianni Petrucci, in conferenza stampa, ha voluto definire le strategie per arrivare ad un nuova riforma del basket italiano:

Tanta imprenditoria, poco sport
Il nuovo è sempre segno di vitalità, se declinato con i tempi, i modi, gli scopi. Questo progetto è molto pragmatico, quasi gelido, non cita mai la Fip come referente e vigilante, parla di sfuggita di interesse per i campionati giovanili, non cita l’intenzione di inglobare gli arbitri e trasformarli in lavoratori dipendenti come sarebbe auspicabile, sorvola sull’incombente normativa europea.
Mi pongo una domanda: se si vuole aprire una strada, anzi in questo caso un’autostrada, non si può dare l’ordine a tre ruspe potenti di spianare le colline, bisogna approntare prima lo studio ambientale, il piano finanziario, trovare le garanzie, sentire e coinvolgere tutti i soggetti della comunità che ne fanno parte.
E in questo caso si tratta non di imprenditoria pura, ma ma soprattutto di sport, di ordinamenti che certamente hanno bisogno di essere adeguati ai tempi, in uno scenario di casi speciali, all’italiana. Non dico borbonicamente, amo infatti Garibaldi e al pari i Borboni che, grazie a uno statista trascurato come il casentinese Bernardo Tanucci e ai favori della Spagna e dell’Inghilterra di Nelson hanno creato industrie nel Settecento prima dei francesi e la prima ferrovia.

Lo sport italiano, un vero labirinto
Sì, casi speciali, magari anomalie, come il rapporto fra Federazioni, soggetto ibrido, teoricamente privato dalla Riforma Melandri e il pubblico, attraverso il finanziamento dal Governo attraverso le annuali e sempre più travagliate finanziarie. Mettiamoci anche i consorzi professionistici (Leghe), che si reggono quasi esclusivamente sui diritti Tv, e sopra tutto una duplice autorità vigilante, quella del CONI che dal CIO e dalle Federazioni Internazionali ha la delega di gestione dello sport e delle nazionali, e quella politica espressa dal sottosegretario governativo (Rocco Crimi).
Queste cose, già molto complicate, bizantine, sono difficili da spiegare, la gente vuole parlare di gioco, di personaggi, di squadre. E purtroppo lasciano spazio agli azzeccagarbugli e ai causidici, fanno parte di un ordinamento sportivo che deve rispondere sempre più a quello civile (da qui una Magistratura sempre più sollecitata a intervenire per dirimere questioni riguardanti le nostre leggi), e anche della normativa europea che interviene, episodicamente, con stoccate micidiali come è stato per la Bosnam e l’ultimo altolà alla Lega spagnola che marcia col nostro stesso sistema ibrido.

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