No alla riforma di dilettanti, parte la protesta anti-Fip

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La Fip a continuato fare orecchie da mercante nei confronti delle decisioni prese dall’Assemblea dei dilettanti a Legnano, e di fronte alla posizione rigida per far passare la riforma dei campionati  nel Consiglio federale del 13 e 14 aprile la Lega Nazionale Pallacanestro ha proclamato un’azione di protesta  chiedendo alle società  “di partecipare alle iniziative su tutti i campi per le partire del 31 marzo e 1 aprile”

La mobilitazione è stata ufficializzata alle società di A, B e C  con una  lettera del 27 marzo, a firma del presidente Bruttini, della  Lega Nazionale Pallacanestro che rappresenta 224 club.

“L’assemblea generale – dice il comunicato –  ha votato all’unanimità un documento di forte critica alla riforma che il Consiglio  Federale voterà il 13- 14 aprile. Le società non condividono  la decisione del futuro campionato in Gold e Silver che di fatto conservano due distinti campionati e la ingiustificata dequalificazione da nazionale a interregionale della C ,con un irragionevole allargamento a 12 gironi con eguali costi”.

“E’ stato deliberato  – si aggiunge – di attivare un’azione di protesta da parte di tutte le società partecipanti ai campionati nei confronti delle decisioni prospettati dagli organi di governo. Non possiamo tollerare in silenzio l’ennesimo cambiamento in corsa e a tutt’oggi immotivato le cui conseguenze ricadono come al solito esclusivamente  sulle nostre capacità organizzative e finanziaria”

Le forme di proteste potrebbero essere  un ritardo di 15 minuti sull’inizio della gara, o il rifiuto di saltare sul saltare sull’inizio della palla a due, così da costringere l’arbitro a ripetere la procedura.

Gianni Petrucci ha invitato più volte la sua amata Fip a non cambiare troppe volte le formule e poi da 6 mesi ha sollecitato il basket a procedere alla riforma dichiarandosi deluso dalla gestione attuale, e cosa fa la sua amata Fip? Non parte da studi di settore, non prevede work shop con le varie leghe e componenti (come l’associazione Giocatori) procede a testa bassa, senza curarsi prima della sostenibilità del progetto,  intervenendo per ben 3 volte in 3 anni a “manipolare” il campionato di produzione con un maquillage di marketing, nuovi acronimi, uso di parole inglesi, distribuzione di wild card per far saltare l’impianto del diritto sportivo, per cui si procede non più in virtù dei risultati sul campo ma con parametri discriminatori ad hoc.

E un bel giorno s’inventa la regionalizzazione della C, la fascia del vero City Game nazionale, quando non c’è una struttura regionale preparata e ,anzi, spesso mostra il suo potere nel mettere lo zampino sulle “cosa arbitrale” e fare politica di basso livello invece di condurre una vera promozione nel proprio ambito, prefissandosi certi standard.

Questa riforma stranamente frettolosa appare un gran pasticcio, tutto ormai però nel basket fa sdegno e indifferenza al tempo stesso. Si tratta di un atto d’imperio, da 3 anni, dopo il commissariamento abbiamo visto, ci spiace dirlo,  una Fip  purtroppo debole coi forti e forte  coi deboli. I dilettanti che soffrono per la commistione con una A professionistica  che non è riuscita a creare un gradimento e un sentimento popolare per questo sport vengono ormai trattati come un gregge in una continua transumanza . E adesso s, per dirla con una locuzione della politica, siamo alla… “macelleria sociale”.

Non resta ai club o la rassegnazione, o andare a farsi incatenare ai cancelli di via Vitorchiano, la sede dalla Fip, a meno che Petrucci come organo vigilante capisca di mettere da parte il suo diritto di primogenitura nei confronti della Fip e proceda energicamente, come organo vigilante, a fermare una riforma che credo non sia quella che lui desidera.

Enrico Campana

 

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