Gli osservatori arbitrali han bisogno della psicologa o di una buona scuola?

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Sono stato assalito da fremiti e non ho potuto trattenere la  maraviglia….(sic) leggendo le  schede “power point” dal titolo “indicazioni” psicologiche agli OSSERVATORI ARBITRALI”

A prima battuta, mi è parso – con tutto il rispetto – che  il lavoro della psicologa, che si interessa anche di mini arbitri, evidenzi  un costrutto esageratamente spinto verso la ricerca. Stupire i borghesi, o in questo caso i… borghesucci del fischietto, èpater le bourgeois pèer dirla come i francesi. Lo scopo insomma sarebbe quello di dover inquadrare il lavoro tecnico-valutativo e di ausilio all’arbitro visionato da parte di un Osservatore, nell’ambito di una “referenzialità assolutamente dipendente di ordine psicologica”.

Nota del Marchese del Fischio – Voce libera del mondo arbitrale

Ma l’Osservatore deve valutare il gioco e gli arbitri come persone, e non deve avere la sensazione di  dover sottoporsi a una seduta terapeutica  prima di raggiungere il campo di gioco.

Al Commissario straordinario arbitrale Laguardia, avranno  mai sottoposto lo studio  proveniente da questo ambulatorio… psicologico? Ritengo di no, altrimenti è facile immaginare  la reazione del bonhomme (sempre per dirla come i francesi…) di fronte a simili artifizi sulle dinamiche mentali e il rischio della loro diffusione.

Insomma, per cortesia, non facciamo sorridere.., non spingiamo l’acceleratore andando alla ricerca di metodologie di perfomance dal sapore clinico.

FIBA o non FIBA, ma è così difficile comprendere che è giunta l’ora improcrastinabile di istituire una seria “Scuola di alta perfezione per il Settore Osservatori”? Questo per  non lasciare ancora in mano questo delicato Settore a un gruppo di “arrugginiti” e ipotizzare magari fra non  molto, addirittura un rimedio clinico. Per esempio  far ingoiare agli Osservatori, prima del loro lavoro valutativo, magari qualche pillola.. magica.. quale buon ricostituente.

E allora, non c’é nulla  di più utile, dal punto di vista  “psicologico” per snebbiare la mente e la vista degli  Osservatori, se non riproponendo una corretta e ben determinata “formazione culturale di indirizzo”.  Con un’avvertenza filosofica. Spesso anche  i migliori arbitri che terminano l’attività si rilevano infatti poi dei claudicanti… Osservatori, perché vorrebbero in campo dei loro “cloni…” . E quando  intravedono soggetti  a loro somiglianza, allora se ne incantano.. ne diventano “vittima…“… Creando, allora sì,  “situazioni cliniche”  fra le più svariate a discapito di altri arbitri. Ed è proprio in questi casi   di disorientamento che diventerebbe veramente  utile l’assistenza  dello psicologo.

Ovviamente, dedico, queste ultime riflessioni a tutti gli Osservatori, specie a quelli di vertice, e a chi rispettosamente  lavora sulle dinamiche mentali, e naturalmente a chi va in campo per giudicare e rendere un servizio al progresso del basket.

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